Esclusiva-Semioli: “Zaniolo, Chiesa e Kean sono il futuro dell’Italia”

Dalla Champions League al Mondiale quasi sfiorato, la storia calcistica di Franco Semioli è stata ricca di crocevia e incroci particolari che lo hanno portato, per un certo periodo della sua carriera, ad essere uno degli esterni più apprezzati del nostro campionato. Lo sanno bene anche Lippi e Donadoni: il primo lo inserì tra le riserve dei convocati alla Coppa del Mondo del 2006, il secondo invece lo inserì subito nel suo gruppo. Lo sa bene l’Inter che lo strappò subito al Torino prima di girarlo al Chievo, non richiamandolo però alla base. Lo sanno bene anche gli stessi clivensi, Torino e Fiorentina che hanno goduto delle sue scorribande sulla fascia.

Oggi a fare prezioso tesoro dei suoi insegnamenti sono i ragazzi del settore giovanile della Pro Vercelli. Noi di SoccerMagazine.it abbiamo contattato in esclusiva Franco Semioli per parlare con lui della sua carriera ma anche di alcuni dei temi più interessanti del calcio del nostro paese.

Semioli di Roberto Vicario, Wikipedia
Semioli – Fonte immagine: Roberto Vicario, Wikipedia

Il tuo esordio in Serie A è arrivato con la maglia del Torino in una partita sicuramente non come le altre: il derby con la Juventus. Che ricordi hai di quel match e della sfida contro i bianconeri?

Si trattava del famoso derby finito 3-3. Non dimenticherò mai quel giorno perché è senza dubbio tra quelli più belli della mia vita, già solo per scendere in campo per la prima volta in Serie A. Il fatto poi di poter esordire in un derby ha reso tutto ancor più emozionante e ricorderò quel momento per sempre.


A proposito di Juventus, i bianconeri non sembrano avere rivali in Italia ma in Europa è arrivata un’altra delusione. Tuo parere personale: a cosa pensi sia dovuto questo “limite” degli uomini di Allegri?

Quando si dice che in Italia la Juventus riesce a dominare ma non fa lo stesso in Europa è vero. Nel nostro paese i bianconeri sono una spanna sopra le altre e ciò è indiscutibile. Mentre in Champions la musica cambia. Ci sono squadre davvero all’avanguardia, giocano un bel calcio e hanno dei progetti importanti basati anche e soprattutto sul settore giovanile. Quello dell’Ajax è l’esempio perfetto di tutto ciò. Giocano a memoria e hanno sottomesso la Juventus con questo gruppo di ragazzi spensierati e senza paura. E questo penso sia davvero il bello del calcio, dal quale tutti dovremmo lasciarci ispirare.

Per molti anni metà del tuo cartellino è stato detenuto dall’Inter. Puoi spiegarci come sono andate le cose col club nerazzurro e perché la possibilità di vestire quella maglia non si è mai concretizzata?

Io entrai nell’affare Galante quando passò dall’Inter al Torino. Fui la contropartita tecnica di quell’operazione e poi l’Inter mi girò, inizialmente in prestito, al Chievo Verona. Di fatto non passai mai fisicamente alla Pinetina e quello è stato un gran peccato perché comunque poter anche solo vivere quell’ambiente sarebbe stata una gran cosa. Però ho la soddisfazione di esserci passato seppur solo a livello burocratico (ride ndr).

C’è un rimpianto che ti porti dietro relativo alla tua carriera per un mancato trasferimento o simili?

Adesso a quando ripenso alle richieste che ho avuto e che ho valutato non ho rimpianti, perché ho sempre scelto ciò che ritenevo la cosa giusta in quel momento e perché ho scelto sempre col cuore. Però se c’è una squadra che, ad oggi, penso che se l’avessi accettata magari sarei cresciuto di più sia come calciatore che come uomo è il Valencia. Poteva essere una bella esperienza che mi avrebbe potuto far crescere tanto. Gli spagnoli si interessarono a me quando dal Chievo passai alla Fiorentina, ma comunque anche a Firenze feci bene quindi non posso definirlo un “rimpianto” vero e proprio.

Hai vestito anche la maglia della Nazionale proprio nei mesi successivi alla vittoria del Mondiale 2006. Chi è stato il compagno più forte con cui hai giocato nel tuo periodo a Coverciano?

In Nazionale dove mi giravo mi giravo cascavo bene (ride ndr). Io fui anche una delle tre riserve per il Mondiale del 2006 quindi ho vissuto anche il periodo del ritiro con quella squadra e si vedeva che era davvero piena di fenomeni. I giocatori che dal punto di vista tecnico mi facevano letteralmente impazzire erano Del Piero, Totti, Camoranesi e Pirlo. Ma potrei continuare. Poi anche a livello umano ho scoperto gente fantastica, come Gattuso e Cannavaro. Quella è stata una delle Nazionali più forti di sempre.

Un’altra soddisfazione che ti sei tolto è stata quella di scendere in campo in Champions League con il Chievo…

Anche quella è stata un’emozione incredibile. Nemmeno ti rendi conto, quando sei in campo, a che livello sei arrivato. Ma quella musichetta ripaga tutti i sacrifici che hai fatto nella tua carriera.

Parliamo del presente: cosa fa adesso Franco Semioli?

Sono ancora nel calcio ovviamente. Faccio l’allenatore e sono il tecnico dell’under 17 della Pro Vercelli. Questo è il terzo anno che alleno e penso che sia finora l’annata più bella perché mi sto togliendo grandi soddisfazioni. Siamo riusciti ad arrivare alle fasi finali, cosa insperata all’inizio e speriamo di poter andare avanti anche perché ho un gruppo di valore e speriamo di poter sognare ancora.

Da tecnico delle giovanili guardi con grande interesse ai giovani. In Italia secondo te chi sta lavorando meglio?

I vivai sono tutto, però purtroppo sono poche le società che investono seriamente sul settore giovanile. Atalanta, Torino, Fiorentina, Inter, Milan, Juve sicuramente quelle che guardano con più attenzione. Le altre squadre sono ancora un po’ indietro e questo è sicuramente un problema perché rischiamo di trovarci in futuro senza campioni e poi ci porta a dover comprare stranieri pagando tanti soldi e senza una Nazionale competitiva.

Chi è secondo te il giovane più forte che abbiamo nel nostro paese?

In questo momento me ne vengono in mente tre: Zaniolo della Roma, Chiesa della Fiorentina e Kean della Juventus. Loro sono il futuro e sono certo che saranno dei campioni. Fanno ben sperare, ma per una Nazionale forte dobbiamo lavorare tanto e trovare altri ragazzi come loro.

Da giocatore sei stato un grande esterno in un periodo in cui ce n’erano tanti. Chi è secondo te il miglior esterno in A ad oggi?

Mi lego alla risposta di prima e ti dico Federico Chiesa. Penso sia in questo momento il più completo. Poi ce n’è un altro che mi fa impazzire, ma se ne parla troppo poco: El Shaarawy della Roma. Quest’anno credo sia stato tra i migliori dei giallorossi, ha fatto tanti gol e assist ed è un giocatore che viene poco nominato pur avendo qualità incredibili. Poi ovviamente ci sono i soliti noti come Suso e gli altri giocatori delle big bravissimi nell’uno contro uno, però questi due tra gli italiani sono i migliori.

Si ringrazia Franco Semioli per la cortese disponibilità.

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