Ibra e Thiago vanno, Allegri e Galliani restano…

Les jeux sont faits: Ibrahimovic e T. Silva abbandonano Milanello. Manca solo l’ufficialità ma quello che per molti tifosi rossoneri sembrava un incubo sta per tramutarsi in realtà. Tifosi che sono preoccupati sicuramente per il presente, ma ancor più per un futuro pieno di interrogativi, se consideriamo che i due giocatori oggetto della trattativa sono (o, meglio, erano) i simboli della squadra rossonera.

Per quanto Ibra non sia più di primo pelo, se consideriamo che il Milan basava il proprio gioco proprio sulla potenza fisica e dirompente del gigante svedese, risulterà difficile ora cambiare tipologia di gioco all’improvviso. Allo stesso modo, il centrale della Seleçao è uno dei primi 5 al mondo nel suo ruolo e sarà davvero impresa ardua ricostruire un reparto già rimasto orfano, per altri motivi, di un certo Alessandro Nesta.

Oltre ad un problema di strategie e scelte societarie è evidente quindi che ne nasce anche uno ulteriore, legato a scelte tecnico – tattiche: starà anche a Massimiliano Allegri, non proprio uno degli allenatori più vincenti della storia, ridare fiducia all’ambiente rossonero e mettere in piedi una nuova idea di gioco non più basata sul “palla ad Ibra e pedalare”, magari – con la dovuta proporzione tra le due piazze – come quella vista a Cagliari qualche stagione fa.

Il dubbio più grande è quello che vede fratelli e sorelle di Crudeli e Pellegatti chiedersi se i soldi incassati dalle cessioni verranno reinvestiti subito per rinforzare la squadra e renderla competitiva o se serviranno unicamente a risanare il bilancio, come già accaduto con gli introiti derivanti dalle cessioni di Shevchenko e Kakà.

In ogni caso, non c’è nulla per cui disperarsi: comunque vada a finire questa telenovela, per il Milan il 2012 sarà l’anno zero, l’anno del rinnovamento.