Champions, cori razzisti contro Touré: chiusa la curva del CSKA per un turno
“A causa del comportamento razzista dei tifosi del CSKA durante la partita con il Manchester City (Articolo 14 del Regolamento Disciplinare UEFA), la Commissione Disciplinare e di Controllo ha ordinato la chiusura parziale dell’Arena Khimki, l’impianto dove il CSKA gioca le partite casalinghe delle competizioni UEFA: nella fattispecie, del settore D dello stadio, per la prossima partita in casa di un torneo UEFA”.
Questo il provvedimento preso dall’UEFA in merito all’episodio avvenuto una settimana fa a Mosca, quando buona parte dei tifosi russi aveva intonato dei cori di scherno nei confronti del centrocampista ivoriano del Manchester City, Yaya Touré, costringendolo a rivolgersi al direttore di gara, che sembrava non aver preso provvedimenti. L’arbitro, il rumeno Hategan, era stato messo sotto accusa per non aver seguito la procedura corretta, ma è stato assolto. Un portavoce della UEFA ha detto alla BBC che l’arbitro in realtà aveva comunicato la segnalazione di Touré al quarto uomo, il quale a sua volta aveva avvisato il responsabile locale. Il responsabile però non era riuscito a leggere l’annuncio che invitava i tifosi a desistere dall’intonare quei cori (e pare che adesso sia stato rimosso dall’incarico), e i cori erano continuati. La UEFA, seguendo le linee giuda rilasciate in maggio (che prevedono una chiusura parziale dello stadio per la prima infrazione e una chiusura totale per la seconda, accompagnata da una multa di 50.000 euro), ha condannato dunque, il CSKA a chiudere il settore D dello stadio Khimki per il prossimo incontro casalingo di Champions League, previsto per il 27 novembre contro niente meno che il Bayern di Monaco.
In questa stagione, le sanzioni dell’UEFA contro i club, dovute a comportamenti razzisti, hanno colpito:
–completa chiusura dello stadio : Dinamo, Legia Varsavia e Honved;
–parziale chiusura dello stadio : Lazio (chiusura totale in origine, ridotta poi in appello ), Lech Poznan, Piast Gliwice, APOEL Nicosia e HNK Rijeka.
I russi potrebbero comunque ricorrere alla Commissione di Appello contro la sentenza della Commissione Disciplinare UEFA.