Esclusiva-Si chiama Alessio Nisati, ed è il secondo procuratore più giovane d’Italia. “Il mio segreto? Umiltà e impegno. Sogno in grande”

Dal concorso FIGC indetto al Marriott Park Hotel di Roma, lunedì scorso, altri nuovi, giovani amanti del calcio, hanno realizzato il loro sogno. Su 500 iscritti, l’8% di loro è riuscito, infatti, a diventar procuratore. Ex giocatori, cuochi e padri di famiglia si sono cimentati in un quiz sul lato più rognoso del calcio: diritto sportivo, regolamenti Fifa, clausole e commi, concetti che saranno il pane quotidiano dei nostri futuri procuratori. In quell’8% figura un ragazzo che non è né un ex giocatore né un padre di famiglia, si chiama Alessio Nisati e studia giurisprudenza alla Pontificia Università Lateranense. Il suo sogno? Realizzato, a soli 20 anni. Alessio è infatti il secondo procuratore più giovane d’Italia.

Fonte: Riccardo Cotumaccio
Fonte: Riccardo Cotumaccio

Ed esserlo, alla tua età, non è roba da poco. Cosa si prova?

È una sensazione davvero magnifica, sono però consapevole che non è questo un punto di arrivo, è solo l’inizio. Però dopo tanto impegno e tanti sacrifici, sono riuscito fino ad ora ad ottenere ciò che volevo. Pazienza, studio ed umiltà.

Superato l’esame, qual è il cursus honorum che un giovane procuratore come te deve seguire?

Superato l’esame ovviamente bisogna adempiere agli obblighi burocratici di rito, stipulare l’assicurazione e firmare il codice di condotta professionale. Poi bisogna iniziare a creare intorno a sé una rete di buone conoscenze che sia quanto più vasta possibile. Essere molto pazienti, stare a contatto con i giovani e girare per i campi. La strada è lunga.

Ex giocatori, casalinghe, notai ed avvocati puntano ad esser procuratori. Tu, studente, perché rincorri questo sogno?

Punto a questo sogno perché il pallone da sempre mi ha regalato numerose emozioni, sia da protagonista da bambino, che da spettatore da adulto. Questa è un’ottima opportunità per entrare da una porta secondaria nel mondo del calcio. E per farlo non bisogna avere i piedi di Messi, tanta voglia e tanto studio.

Siamo il paese col maggior numero di procuratori – 1.062 iscritti -, il doppio della Spagna, il quadruplo del Brasile (che pure di talenti ne ha). Credi che esser procuratori in Italia, oggi, sia ormai una moda? 

Purtroppo i numeri parlano chiaro, il 90% dei procuratori non riesce a sfruttare la licenza come si deve, il mercato è riservato a pochi. Non bisogna però dimenticare che il nostro luogo di lavoro non ha limiti geografici: la licenza ha validità internazionale! Bisogna essere molto abili, non credo che però sia una moda, perché dedicarsi all’esame richiede impegno, non penso lo si faccia tanto per…Come in tutti i settori, c’è chi ci crede di più, chi di meno. Chi si arrende, chi non molla!

Spesso si dà un’immagine mediatica del tutto stravolta del procuratore (vedi il caso Raiola). Non credi che oggi il procuratore sia più “personaggio” che “lavoratore”?

Di Raiola ne esiste uno solo, sicuramente è un personaggio dall’enorme impatto mediatico, ma credo sia un unicum. La stragrande maggioranza dei procuratori è caratterizzata da lavoratori, che hanno fatto del pallone un loro mestiere. Sicuramente poi questi personaggi tendono a stravolgere questa figura che, non dimentichiamoci, necessita di diverse competenze a livello giuridico/sportivo.

A proposito di personaggi: c’è un procuratore in particolare a cui vorresti ispirarti?

Non ne ho uno in particolare, cerco di essere sempre me stesso ed in ogni circostanza. Ovviamente ammiro la professionalità per esempio di Claudio Pasqualin, o le magie impossibili che Mino Raiola riesce a realizzare durante le sessioni di mercato. Però qui bisogna essere se stessi e dare il meglio!

Perché un giocatore dovrebbe affidarsi ad un procuratore?

Un giocatore dovrebbe avere un proprio procuratore date le numerose normative vigenti che disciplinano il gioco del calcio. Nella stipula di un contratto, per una qualunque consulenza, questa figura è ad hoc. Poi, per come interpreto il lavoro io, l’agente non è solo una figura professionale che deve affiancarsi al calciatore, ma deve essere anche un amico, una persona di cui fidarsi.
Pensare che per tutte le normative, anche le società spesso si avvalgono di agenti muniti di licenza…

Perché, invece, dovrebbe affidarsi a te?

Troverebbe un fedele compagno per tutto il suo percorso, sia dentro che fuori dal campo. Una persona pronta ad aiutarlo e a far realizzare i suoi sogni, strappando sorrisi e contratti! I miei obiettivi, d’altronde, sono gli stessi che un mio cliente si prefiggerebbe!
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