Maradona-day in Gazzetta: Diego, la FIFA, il Napoli e i campioni

La stanza esplode in cori e applausi alla vista dei suoi celeberrimi gol ad Inghilterra e Juventus proiettati sullo schermo. E Diego ancora non è nemmeno entrato.

Maradona
Maradona oggi pomeriggio nella Sala Buzzati della Rcs a Milano
Fonte: Tancredi Palmeri – Twitter

Questo è Diego Armando Maradona: una scarica elettrica continua e potente, che attraversa l’aria e fa tremare la vene ai polsi. Oggi l’intera città di Milano vibrava della folle eccitazione creata da questo mito del calcio, amato in Italia e nel mondo, ma soprattutto a Napoli. E lui non si è risparmiato. La Gazzetta è riuscita ad averlo a Milano in occasione della nuova edizione del cofanetto di DVD che racconta la sua vita, a cui si aggiunge un DVD contenente un lungo colloquio con Gianni Minà, e Maradona ha parlato di tutto.

Quando gli si chiede un parere sui dirigenti FIFA, Diego candidamente risponde: “Stanno tutti dai 95 anni in sù, come fanno a vedere la realtà se non possono guidare una macchina… Non vogliono abbandonare perchè sanno che lì tengono il business. Non vogliono il bene della gente. Non vogliono il bene dei giocatori”.

Altro tema scottante, il calcio scommesse: “Se il calcio continua così, se la gente comincia a capire che le partite sono truccate, andiamo via e mettiamo una telenovela… Però non ti deve spaventare il 3-2 dell’Uruguay contro l’Argentina“.

Parla anche della Serie A, Diego: “La Roma sta andando come un treno ma il Napoli ha più fame di vittoria e spero che domani faccia una grande partita. O allo stadio o in televisione, sicuramente la vedrò. Oggi, però, la Serie A non è prima, quando ogni domenica era un Mondiale.

Progetti per il domani: “Quando andrà via Benitez mi piacerebbe allenare il Napoli dice ridendo, ma scatta l’ovazione in platea, e dopo un po’ lui continua amaramente “In verità noi allenatori abbiamo degli impresari a cui forse non conviene che Maradona sia allenatore di una squadra. Non mi danno i giocatori, non mi fanno la squadra… Perché hanno paura di me! Non è una questione di soldi, hanno paura”.

E nell’immediato futuro cosa le piacerebbe fare?”, gli chiedono ancora, e lui: “Mi piacerebbe fare il Papa… Non il papà, fate attenzione, se no poi si fanno i casini… Il Papa… “, sottolinea continuando a ridere.

Poi si passano in rassegna i campioni del passato e del futuro: “Messi non mi ha deluso nel 2010, non ha avuto la fortuna di metterla dentro ma ha fatto un Mondiale straordinario e quando siamo usciti l’ho visto piangere come nessun altro. Spero che possa aver la sua rivincita, ma sarà dura giocare contro Spagna e Brasile. In ogni caso la Coppa resterà in Sudamerica, di questo sono certo. Oggi Leo è il numero uno, poi ci sono Ronaldo, Neymar e Balotelli e qualcun altro. Balotelli va lasciato tranquillo. Ognuno gestisce la vita per come la vede, come la pensa. Come persona saprà come gestirsi, e mi pare che l’allenatore deve giudicarlo per quello che fa sul campo. A me piace il suo modo di essere. Mi ha mandato una foto quando giocava al City con l’ex di mia figlia e mi ha fatto ridere“.

E su Pelè dice: “Io ho vinto per i voti e la risposta della gente. Pelè era secondo anche in Brasile, perché ha vinto Ayrton Senna come miglior atleta di tutti i tempi. Siccome io ho vinto tante volte, gli amici di Pelè hanno dovuto dargli un riconoscimento, che però non valeva un c….

Spazio anche al lato cupo e triste di Maradona, le dipendenze e il dolore della sua famiglia, perché come in ogni mito, non c’è luce senza oscurità: “Ho fatto piangere mia madre che ora non c’è più, mia moglie, le mie figlie… Ma sia chiaro, ho fatto del male solo a me stesso. Voglio dire ai giovani di non provare mai le droghe. Un giorno mia figlia Dalma mi disse ‘mia sorella ha bisogno di te, non morire babbo‘. E… Mi ha colpito dalla testa fino al… Piede sinistro… E ho detto ‘mai più’. E fra quattro mesi saranno dieci anni che non prendo niente”.

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