A tutta tattica – Se l’Italia torna a far paura…

Di solito le amichevoli della Nazionale sono non sono molto apprezzate dagli appassionati: ritmi lenti, livello mediocre degli avversari e spesso degli azzurri fanno rimpiangere la tensione del campionato.

Venerdì scorso non è stato affatto così.

Wroclaw si è giocata Polonia-Italia. Amichevole sì, però tutte le squadre ci tengono a far bella figura con l’Italia. In fondo, siamo il paese con più Coppe del Mondo dopo il Brasile, mica roba da poco! Aggiungiamoci che la Polonia con questo match celebrava l’anniversario della dichiarazione della sua indipendenza del 1918.

Queste motivazioni sono state più che sufficienti per spingere all’arrembaggio i giocatori polacchi; il loro entusiasmo ha dovuto però fare i conti con la maturità acquisita dalla nuova Nazionale di Prandelli. Solo un anno fa eravamo davanti ad un club azzurro tutto da ricostruire, nella mentalità e negli uomini. Oggi abbiamo riconquistato un posto tra le squadre più pericolose d’Europa.

 

Prandelli ha saputo ricostruire la squadra puntando su giocatori giovani e di prospettiva, senza abbandonare alcuni “senatori”, necessari nell’economia del gioco ma anche per trasmettere la mentalità vincente a chi si affaccia per la prima volta su palcoscenici internazionali.

Difesa: Ovviamente nessuno ha mai pensato di rinunciare a Buffon: l’esperienza ed il carisma di questo portiere lo rendono praticamente unico: si è visto proprio l’altra sera, quando Blaszczykowski gli ha tirato quasi in bocca il rigore, probabilmente intimorito dall’avere davanti il portiere più forte del mondo.

Davanti a Buffon, nella testa di Prandelli i titolari sono Chiellini e Ranocchia. Il difensore dell’Inter. nella corsa ad Euro 2012, dovrà guardarsi, più che da Bonucci, da Barzagli, tornato ad ottimi livelli nella Juve.

Sugli esterni i titolari sono Maggio e Balzaretti, ma non possono essere così sicuri del posto, vista l’agguerrita concorrenza di Criscito, Cassani ed ora anche Abate.

 

Centrocampo: sicuramente è il reparto che più ha giovato della mano di Prandelli. Il ct ha deciso di puntare sul possesso palla, non sterile e fine a se stesso, ci mancherebbe. L’imperativo è non buttare palla e la discontinuità con la nostra tradizione che è sicuramente più orientata al contropiede e alla verticalizzazione è tanta. Questo è il calcio moderno, lo sforzo di impostare un nuovo sistema di giocosta dando i suoi frutti. Certo, tutto questo è possibile grazie ai giocatori che abbiamo: Pirlo, De Rossi, Marchisio (che giocatore che sta diventando!) Montolivo, ma anche Aquilani, Thiago Motta, Nocerino.. In Europa solo la Spagna può vantarti di giocatori così forti nella zona centrale del campo.

 

Attacco: la forza di questa Nazionale si vede proprio qui; dopo un anno di ricerche Prandelli aveva appena deciso quale doveva essere la coppia titolare: Rossi e Cassano. In una settimana li ha persi tutti e due. Qualsiasi squadra sarebbe andata in crisi. Noi abbiamo potuto sostituirli con Balotelli e Pazzini.

La vera forza di questa squadra sta nella crescita di tanti suoi elementi: Ranocchia, Maggio, Marchisio, i “vecchi” Montolivo e Aquilani, Rossi, Balotelli, Pazzini.. tutte giovani promesse che stanno cominciando a quelle promesse. Certo è anche merito di Prandelli. Tuttavia, certi tempi di maturazione sono necessari ad un calciatore per esprimersi con costanza ad alti livelli. Questo in parte spiega la debàcle del mondiale sudafricano, dove evidentemente la “vecchia” generazione non era più in grado di offrire alti rendimenti e questa “nuova” non era a cora pronta per essere protagonista.

Ad ogni modo, l’Italia si appresta ad essere la sorpresa, l’out sider dei prossimi europei. Noi la sosterremo con piacere, consapevoli del buon lavoro fatto e della forza dei nostri giocatori.

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