Oriundi in Nazionale: perché no

Conte, genoacfc.it
Antonio Conte – Fonte: genoacfc.it

Le convocazioni di Conte che hanno dato ampio spazio agli oriundi Eder e Vazquez contro Bulgaria ed Inghilterra hanno scatenato un po’ di polemiche. Da un lato c’è l’allenatore Roberto Mancini, il quale afferma che in Nazionale debbano andarci solo gli italiani, e dall’altro lo stesso Conte e Marcello Lippi, sostenendo il primo che all’ultima Coppa del Mondo c’erano 86 oriundi mentre il secondo ha dichiarato che con Camoranesi abbiamo vinto un Mondiale.

 

Prima di addentrarci nella questione, è necessario dare un occhio al regolamento: può essere convocabile un calciatore se soddisfa almeno uno di questi requisiti: nato nel territorio della federazione interessata; madre biologica o padre biologico sono nati nel territorio della federazione interessata; nonna o il nonno sono nati nel territorio della federazione interessata; vissuto ininterrottamente sul territorio della federazione interessata per almeno cinque anni dopo il raggiungimento della maggiore età. Vazquez ed Eder, ovviamente, ne soddisfano almeno uno di questi.

 

Al di là dell’aspetto squisitamente tecnico (ci sono calciatori nati in Italia bravi comunque: ad esempio Berardi e Sansone del Sassuolo) facilmente contestabile anche a chi scrive, ci sono altri fattori ed interrogativi da tenere in conto. Vero: ci sono, ovviamente, oriundi molto forti che coprono un “buco” dell’Italia (per esempio Camoranesi, già citato in precedenza), ma davvero la voglia di vincere possa travalicare tutto? Davvero si può convocare un calciatore come Vazquez che praticamente ha giocato metà stagione nel 2012, una intera nel 2013/14 (oltre a questo campionato ovviamente) nel Palermo e praticamente è cresciuto calcisticamente nell’Argentina?

Fonte: Tommaso Naccari
Eder Fonte: Tommaso Naccari

Il discorso non è una questione personale, ma investe la stessa FIFA: il ragionamento di chi è favorevole agli oriundi è semplice. Le altre Nazionali ne approfittano, perché non dovrebbe farlo anche l’Italia? Vero, ma a quel punto non chiamatela più Italia. Anche perché la differenza tra una squadra di club che acquista un calciatore ed una Nazionale che nazionalizza un suo calciatore per poterlo convocare, praticamente non c’è. Bisogna cambiare il regolamento e permettere che ci sia una vera Nazionale. Infine, è vero che la Nazionale Italiana va oltre gli undici calciatori che scendono in campo ed anche se dovesse segnare lo stesso Vazquez si esulterebbe comunque (ci mancherebbe…) ma, comunque, siamo sicuri che se Eder e Vazquez medesimo fossero nel giro della Nazionale Brasiliana e Argentina avrebbero accettato la convocazione di Conte? Lo stesso Amauri – nel 2008 – affermò di aspettare la chiamata dal Brasile, prima di essere chiamato dall’Italia. Davvero siamo ridotti così male da prendere gli scarti degli altri paesi (eccezion fatta per Camoranesi, ovviamente, dove l’errore dell’Argentina di non chiamarlo è stato grossolano)?

 

P.S. El Shaarawy, Rossi e Balotelli sono tre questioni totalmente diverse. El Shaarawy ha origini egiziane ma è nato a Savona ed è italiano a tutti gli effetti crescendo anche calcisticamente nel nostro paese. Pepito Rossi (per chi scrive il più forte calciatore italiano di oggi) è sì nato in America ma a 12 anni si è trasferito a Parma: non solo, rifiutò fin dalle giovanili di essere convocato nella Nazionale Americana sentendosi italiano (Giuseppe Rossi sarebbe stato il calciatore più forte della storia della Nazionale del Nuovo Continente). Balotelli, invece, è nato a Palermo da genitori africani giocando sempre in Italia (a parte le parentesi in Inghilterra) rifiutando la convocazione per il Ghana.

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Raffaele Zanfardino

Direttore responsabile della testata.

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