Le Stati(calci)stiche: Azzurro sbiadito in Confederations Cup

Il cammino degli Azzurri in questa competizione internazionale sembra essere molto timido, se non a volte del tutto imbarazzante.

Fonte immagine: Илья Хохлов, Football.ua
Fonte immagine: Илья Хохлов, Football.ua

Limitiamoci alle ultime due gare: se nel caso del Brasile la differenza potrebbe essere comprensibile, con il Giappone i ragazzi di Prandelli non hanno certo dato sfoggio delle pur presenti potenzialità che il gruppo offre.

 

Un giudizio simile parte innanzitutto dai numeri. Dopo la gara con i nipponici, OptaPaolo faceva notare che quattro dei sei pali colpiti fino ad allora nel torneo erano stati presi uno dal Messico e tre dal Giappone proprio contro di noi. Ad indicare che l’Italia ha dalla sua anche un pizzico di fortuna.

 

Gli atleti guidati da mister Zaccheroni, inoltre, avevano effettuato nove tiri nello specchio, raggiungendo già uno dei primi record della competizione. Tra queste occasioni vanno conteggiate le sei parate (altro primato), di Gianluigi Buffon, portiere che ormai ha superato le 130 gare in Nazionale.

 

I nostri calciatori hanno subìto il colpo nipponico quasi inermi, tanto che il primo tiro nello specchio, quello di De Rossi, è stato segnalato solo al minuto 41° del primo tempo. Alla fine è arrivata la vittoria, ma solo in rimonta. Un risultato a cui l’Italia ci ha già abituato. L’ultima volta, infatti, che era sul risultato negativo di 1-2 a fine primo tempo era il 2009 contro la Nuova Zelanda, e destino ha voluto che anche in quel caso la partita finisse sul 4 a 3 per la nostra gioia.

 

Certo, in questa seconda gara del torneo almeno una nota positiva c’è stata:  Mario Balotelli è diventato il secondo più giovane calciatore a raggiungere la doppia cifra con l’Italia dopo Giuseppe Meazza.

 

Passando invece al match contro i verde-oro, va subito detto che la sfida si preannunciava spettacolare, anche solo per la storia presente in campo. In nove casi su 19 la Coppa del Mondo, infatti, è stata vinta o dal Brasile (5) o dall’Italia (4).

 

Di fronte, però, avevamo una squadra dalle indubbie capacità. A partire dalla difesa, dove Thiago Silva resta il giocatore del torneo che ha effettuato più passaggi nella propria metà campo (81). Un team in cui, poi, è soprattutto l’attacco a fare la differenza. In questa Confederations Cup, ad esempio, su 10 dei loro tiri ben sei sono finiti nello specchio, con una percentuale, quindi, che li fa primeggiare nel torneo.

 

Dal nostro canto, invece, è evidente che c’è qualcosa che non va, un qualcosa a cui Prandelli deve al più presto far fronte. La Nazionale, ad esempio, non subiva tre o più goal in due gare consecutive dal maggio 1976, contro l’Inghilterra e di nuovo il Brasile.

 

La nostra unica fortuna, per il momento, sembra essere quindi la condizione di forma di alcuni calciatori. Tra questi senza dubbio De Rossi e Giacchierini. Il primo stravede per l’azzurro, almeno molto più del giallorosso. Per lui, quattro delle ultime cinque reti messe a segno sono state realizzate di testa. Per il centrocampista juventino, invece, siamo al secondo goal nelle ultime quattro gare giocate con una maglia diversa da quella bianconera.

 

La vera stella su cui puntare, tuttavia, resta, ancora una volta, SuperMario. L’ariete rossonero si è reso protagonista degli unici due tiri italiani effettuati nel primo tempo. E questi vanno aggiunti ai complessivi 13 in questa Confederations Cup, uno score che gli permette di detenere finora un record in questa competizione.

 

Non resta che sperare che sia davvero lui a rialzare il morale non certo alto dei tifosi azzurri, pieni di aspettative e troppo spesso traditi da una squadra che deve ancora trovare la quadra.

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