Andreazzoli: “Gli altri sport fanno i time out, perchè non lo fa anche il calcio?”

L’attuale tecnico giallorosso, Aurelio Andreazzoli, sembra trovarsi sempre più a suo agio nell’ambiente romanista. Ha messo da tempo a disposizione di tutto l’entourage la sua esperienza, prima come secondo di Spalletti, poi ha assistito Ranieri, ha supportato Montella e, con l’esonero di Zeman, ora occupa il posto di comando alla guida dei suoi ragazzi. Il feeling accumulato negli anni è tangibile, anche, dall’atteggiamento che il tecnico usa negli spogliatoi, durante gli allenamenti settimanali e nella quotidianità. Alla base di tutto, una componente: il dialogo. Aspetto questo, in controtendenza con il suo predecessore, che faceva del silenzio il proprio vessillo. Il mister coltiva questa sua peculiarità nelle conferenze stampa, dove, oltre a parlare della preparazione delle gare imminenti, sollevare questioni tattiche o dubbi di formazione, il tecnico loda i suoi ragazzi. Aggiorna gli addetti ai lavori sull’evolversi del gruppo.

fonte: Redazione Soccermagazine.it - autore: Flavio Rollo
fonte: Redazione Soccermagazine.it – autore: Flavio Rollo

Nella conferenza stampa prima della sfida contro il Chievo, ha sottolineato quanto sia stata importante, per lui come per la squadra, la rinascita di Osvaldo: «Il mio rapporto con lui? Diciamo che sarebbe opportuno evitare un’ammonizione ogni volta che si segna. Dopo la gara di Firenze non ho parlato con lui, ma mi ha abbracciato fortemente. Non c’è stato bisogno di dire niente di particolare. Osvaldo è felicissimo e io lo sono quanto lui, per lui e per la squadra. Mi auguro che adesso i sia continuità. Quanto ho inciso sul suo recupero? Sinceramente, moltissimo ».
arlando dei portieri, abbiamo visto la facilità con la quale ha saputo adattare Lobont, ma soprattutto Goicoichea, a vice Stek, mister Andreazzoli sottolinea la difficoltà di riuscire a dialogare con i propri ragazzi negli impianti di gioco odierni e lancia l’idea di introdurre il time out: «Per me Lobont è un grandissimo. È un numero uno assoluto ed è un piacere averlo dentro lo spogliatoio e usufruire della sua presenza anche quando va in panchina o in tribuna. Sotto l’aspetto tecnico è fortissimo, ma è anche un grandissimo aiuto per trasmettere quello che io voglio alla squadra. Noi allenatori non possiamo parlare alla squadra durante la gara e questo è un problema. È impossibile comunicare negli stadi e, anche se questo è un mondo che contempla la comunicazione a 360 gradi, nel momento agonistico non c’è questa possibilità. In questo, siamo all’età della pietra. Gli altri sport fanno i time out, perché non lo fa anche il calcio?».

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