Esclusiva-Marcello Cesena, “Jean Claude”: “Al calcio manca la Gialappa’s. Lavorerei con Del Piero”

La redazione di Soccermagazine.it ha contattato, in esclusiva, Marcello Cesena, uno dei tanti volti nuovi dell’ultima edizione di “Quelli che il calcio”.
Il comico genovese è famoso per il personaggio di Jean Claude, interpretato con la Gialappa’s nel format “Mai dire…”. Con noi ha parlato del suo rapporto con calcio, calciatori e tifosi.
Qual è il suo rapporto con il calcio? Quanto questo ha influito sulla scelta di accettare l’offerta di Quelli che il Calcio?
Il mio rapporto con il calcio è un rapporto… per interposta persona. Vivo (e a volte subisco) il calcio per via dei miei amici che sono tutti tifosi sfegatati. Sampdoriani soprattutto (i miei amici genovesi) e Romanisti (i miei amici romani). Quel poco che so lo so da loro. Ma poi faccio confusione e così mi capita di fare la cronaca di Lazio Genoa per “Quelli che il Calcio” e di riguardarmi incredulo sul Youtube: un disastro surreale. Direi che tutto ha contato nella mia scelta di fare il programma meno la mia conoscenza del settore.
 
Quale personaggio del calcio attuale avrebbe un ruolo in “Sensualità a Corte”, la celebre serie di Jean Claude?
Non conosco benissimo i calciatori. Salvo Del Piero con cui giro le campagne per un’acqua minerale. Molto simpatico. Ecco, gli chiederei volentieri di interpretare un personaggio perchè, oltretutto, è un buon attore brillante.
 
Com’è lavorare con tre “interistoni” come Aldo, Giovanni e Giacomo? E aver lavorato con un milanista sfegatato come Abatantuono?
Il problema con tutti e quattro è che, quando gioca la loro squadra, la giornata lavorativa finisce con largo anticipo. Cascasse il mondo. Per un non tifoso come me è abbastanza incomprensibie, ma le volte che ho provato ad oppormi, ho capito che stavo rischiando la vita.
 
Quanto manca la Gialappa’s Band, con la sua ironia e con la sua telecronaca a questo calcio?
Manca a me, figuriamoci a quei tifosi (moltissimi) che pensano che un pò di ironia, nel calcio, non guasti. Credo che Santin, Taranto e Gherarducci (sono i loro nomi) siano una specie di razza da proteggere. Non in via di estinzione – per fortuna – ma meno presenti di quanto vorrei.
 
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