Esclusiva-Pierluigi Pardo: “L’Udinese è da applausi. Il campionato italiano ora è terra di conquista”

Volto noto di Mediaset Premium, telecronista di successo e da diversi anni anche punto di riferimento per gli appassionati del videoludico in quanto voce per il gioco di simulazione calcistica Pes, Pierluigi Pardo ha concesso un’intervista in esclusiva a Soccermagazine.it, parlando in generale del calcio italiano e di alcune tematiche inerenti a squadre specifiche, ma anche di se stesso.

Pierluigi Pardo in collegamento
Avendo il Milan sdoganato le cessioni illustri, secondo te se Pato facesse un’altra stagione altalenante sarebbe più intelligente cederlo e puntare a qualche altro campione del domani prima che il brasiliano perda troppo valore sul mercato?
Ma Pato andava venduto qualche mese fa, però io non me la sento di accusare i dirigenti del Milan che non l’hanno venduto. Insomma, nel vendere Pato per comprare Tevez, per quello che ha fatto Pato che poi è stato male per tutta la seconda parte della stagione, forse avrebbe fatto bene. Pato è un grande punto interrogativo perchè è un giocatore straordinario, però sta perdendo dal punto di vista proprio della fragilità fisica. Oggi è una scommessa, questa è la verità. E’ un talento purissimo, un bravo ragazzo, gli vogliamo tutti bene, però negli ultimi anni sicuramente ha avuto una fragilità fisica che l’ha condizionato. Se dovesse andare avanti così è chiaro che il valore si riduce, già si è ridotto, credo.
 
Ibrahimovic, che sta per lasciare l’Italia, è una stella acclamata da tutti, ma viene condannato spesso per il suo carattere: secondo te è una figura più positiva o più negativa per i giovani?
Figura positiva, i grandi giocatori sono tutti figure positive, non c’è discussione. Poi come tutte le figure positive può sbagliare, può commettere degli errori, ha un carattere in certi momenti un po’ irascibile, però a me piacciono i giocatori irregolari, e quindi alla fine sono disposto ad accettare un po’ di asprezze caratteriali anche di grandi talenti, il che non vuol dire che poi delle volte non abbia sbagliato, sicuramente ci sono delle volte in cui ha sbagliato, ha avuto delle uscite poco eleganti. Sarebbe un gran peccato per il calcio italiano perdere un giocatore come Ibra, però capisco anche le realtà del business. Insomma, io credo che nel caso di Ibra il primo punto fondamentale è l’ingaggio: è un ingaggio che pesa tantissimo, sono 24 Milioni l’anno per il Milan. Mentre la cessione di Thiago Silva secondo me è una cessione in qualche modo dolorosa, quella di Ibra è dolorosa ma certamente ha un ingaggio che rende dal punto di vista economico un affare, per il Milan, la cessione. Poi certo, bisognerà sostituirli e quello è un bel problema.
 
Esprimendo un pensiero circa la gestione societaria dell’Udinese, pensi sia deleterio per il calcio italiano e soprattutto per il ranking UEFA rivoluzionare tanto una squadra che sembra voler fare solo presenza in Champions?
Mah, l’Udinese ha fatto una gestione bellissima. L’anno scorso ha venduto Sanchez e poi è tornata ad essere terza, quindi io credo che se ci sia una società alla quale fare i complimenti è l’Udinese. Poi rispetto all’anno scorso, secondo me, guardando ranking ed avversarie il preliminare sarà più semplice, ci sono ottime probabilità che possa essere più semplice perchè – adesso non voglio fare discorsi troppo tecnici – l’Udinese non sarà testa di serie, ma non ci saranno grandi squadre. Potrebbe esserci la Dinamo Kiev, lo Sporting Braga, il Panathinaikos, per cui io credo che l’Udinese se la potrà giocare da favorita nel preliminare. Certo, è chiaro che per i tifosi dell’Udinese è un po’ frustrante sapere che la squadra fa benissimo ed ogni anno viene smantellata, però se c’è un presidente in Italia al quale devo battere le mani è Pozzo. Non c’è molto da discutere, se discutiamo anche quello che riesce a fare l’Udinese non andiamo da nessuna parte. E’ ovvio che non ha gli ingaggi per competere con le grandi.
 
Credi che l’addio di Lavezzi al Napoli potrebbe costituire un precedente, cosicchè nei prossimi anni anche altri campioni come Hamsik e Cavani possano pensare di andar via?
Il problema è che il calcio italiano in questo momento non ha la forza per competere con una serie di nuovi ricchi, ma non credo sia solo l’Italia. Insomma, anche Real Madrid, Manchester United… il Barcellona ha comprato Jordi Alba, se guardiamo ad oggi non è che hanno fatto grandi colpi. Noi siamo un campionato che in questo momento è terra di conquista, perchè oltre alle russe le due società che hanno i soldi adesso hanno allenatori italiani, come Paris Saint-Germain e Manchester City. Non credo sia un discorso di Napoli. Lavezzi non l’ha venduto a poco. Secondo me se il Napoli riesce ad essere bravo farà delle belle cose eh, io sono abbastanza convinto di questo. Potrebbe addirittura trasformare la cessione di Lavezzi in un ottimo affare, però deve spendere i soldi spendendo una parte di soldi che ha incassato con Lavezzi. Deve spenderli bene.
 
Come vedi in generale il futuro del calcio italiano, tra fair play finanziaro, Nazionale e possibile alterazione della gerarchia qualitativa dei club?
Il calcio italiano è sicuramente in una fase complicata, perchè negli ultimi anni non siamo riusciti a fare business nella maniera più moderna. Non abbiamo gli stadi di proprietà, abbiamo avuto mille impicci dal punto di vista del calendario, della litigiosità dei presidenti, per cui non riusciamo a vendere il prodotto come lo vendono ad esempio in Inghilterra. Poi i nuovi ricchi onestamente sono la realtà: ci si può chiedere perchè gli sceicchi vadano a Parigi dal Paris Saint-Germain e non vanno a vedere Roma, od in altre città italiane. Questa è la verità, insomma. Io credo che il calcio italiano debba crescere come l’Italia. Il calcio non è un settore in crisi, non è un settore particolarmente in crisi, è un settore che continua comunque a gestire, è un’industria che piace agli italiani, è una delle spese che gli italiani comunque non tagliano e già questo secondo me è indicativo della bellezza di questo sport e del fatto che i tifosi stanno facendo dei grandi sacrifici e andrebbero aiutati. Servono gli stadi di proprietà, serve una mentalità diversa per fare merchandising in maniera diversa, per fare marketing in maniera diversa, per essere più internazionali, questo sicuramente. Oggi non basta chiamarti “Real Madrid”, “Barcellona”, “Manchester United”, “Juve”, “Inter” o “Milan” per riuscire a competere, devi avere un nome e devi anche essere bravo.
 
Rispetto al modello inglese, la tifoseria italiana sta scivolando sempre di più nell’inciviltà e nella volgarità: perchè calciatori e società non fanno mai nulla di concreto per agevolare la sicurezza negli stadi?
Non è completamente vero, io penso che la sicurezza negli stadi in questi anni sia aumentata grazie ad una serie di provvedimenti dolorosi e discutibili come la tessera del tifoso che è certamente una limitazione della libertà individuale delle persone. Io credo che in Italia come sempre c’è tutto e c’è il contrario di tutto nella tifoseria, però forse la fase acuta del problema l’abbiamo superata. Ci vuole la capacità di uscire dai problemi e di essere più civili, ma questo non riguarda solo il calcio, riguarda la società italiana. Il calcio è solo uno specchio, una parte della società.
 
Prima eravate opposti solo come commentatori di videogiochi, ora anche come aziende: puoi dirci com’è oggi il tuo rapporto con Fabio Caressa?
Ma ottimo, ottimo. Fabio è bravissimo. Non siamo mai stati opposti, anzi devo dire che mi fa piacere fare le telecronache di Pes da 5 anni perchè credo che sia per un telecronista una delle prove quasi matematiche della popolarità, insomma. Quindi quando mi hanno chiamato 5 anni fa, per me fu un grande onore e continuo a farlo e mi fa piacere. Fabio è grandissimo, e penso che abbia un grande talento e il mio rapporto personale con lui è ottimo, quindi gli auguro tanti anni di sana competizione e comunque lo stimo tantissimo.
 
Negli anni ti sei sempre contraddistinto per il tuo stile disinvolto e spesso anche giocoso, che ti ha reso uno dei giornalisti più apprezzati dai giovani, ma la tua espansività non ti ha mai creato problemi con chi magari ti contestava troppa esuberanza? Una volta ad esempio accadde con Platini durante gli Oscar del calcio.
Ma sì, lì fu una battuta sua cui seguì una battuta mia, quindi.. Mah, insomma, io credo che puoi anche barare nella vita, puoi anche fare quello che non sei. Io sono nato con questo carattere qui ed a me piace la leggerezza, soprattutto credo che raccontare il calcio sia una grande passione e credo che la leggerezza sia una cosa importante. Abbiamo la fortuna di raccontare una cosa bella, poi chiaramente ci sarà pure il giorno in cui la squadra, il tifoso perde, però è comunque uno dei piaceri della vita e quindi cerchiamo di raccontarlo con professionalità, con la massima serietà, con l’impegno ma anche un po’ di ironia, perchè se no secondo me togliamo un pezzo importante. Non puoi secondo me fare questo lavoro come se fosse un lavoro più sbrigativo. Non fai l’impiegato. Fai un lavoro che milioni di persone vorrebbero fare, poi ci sono anche giorni in cui magari dovresti fare un’altra partita rispetto a quella che fai, oppure hai mal di testa, oppure veramente ti annoi, e questo ci sta, però in assoluto rimane una passione più che un lavoro, quindi è giusto farlo così. Poi se c’è qualcuno suscettibile una volta… Ma io non ho mai avuto grandi problemi insomma, sinceramente, perchè secondo me poi alla fine i calciatori stessi se hanno la possibilità di essere loro stessi poi sono più leggeri e più simpatici di come magari sembrano agli occhi del mondo. Certo, ci vuole un minimo di disponibilità, questo sì, perchè oggi i calciatori hanno molte pressioni e magari possono pensare che se gli fai la battuta li vuoi mettere in difficoltà, però se si fidano secondo me, se si prendono in giro, se usano l’ironia e l’autoironia si divertono loro e si diverte il pubblico.
 
I TESTI E I CONTENUTI PRESENTI SU SOCCERMAGAZINE.IT POSSONO ESSERE RIPORTATI SU ALTRI SITI SOLO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE. OGNI VIOLAZIONE VERRA’ PUNITA.

Per rimanere aggiornati sulle nostre altre esclusive, vi consigliamo di seguire la pagina fan di Soccermagazine su Facebook.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy