Esclusiva-Sandro Mazzola: “Confermerei Stramaccioni. I giovani in Europa League. Ci fu un episodio con Moratti…”

Simbolo indiscusso dell’Inter degli anni ’60 e ’70, Sandro Mazzola ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Soccermagazine.it sulle frequenze di Radio Punto Nuovo durante il programma “Sorrisi e Palloni”. L’ex attaccante ha commentato l’attuale momento dei nerazzurri e ha raccontato qualche aneddoto sul suo passato.

Fonte immagine: Wikipedia
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Come arriva l’Inter alla prossima sfida del San Paolo?
C’è l’Inter che è piena di infortuni, deve recuperare punti e che ha un po’ di problemi da risolvere. A Stramaccioni mi sento di addossare poche responsabilità, secondo me c’è molta sfortuna. L’unica cosa che forse secondo me si può attribuire a “Strama” è che ha guardato poco i suoi ragazzi del settore giovanile, forse in alcuni momenti qualche ricambio con qualcuno di questi sarebbe stato opportuno per dare riposo agli anziani e quindi magare evitare qualche infortunio.
 
Lei vede ancora Stramaccioni nel futuro dell’Inter o c’è qualche allenatore che potrebbe fare meglio? Sappiamo che piacciono Mazzarri e Zeman.
Mah, io credo che la cosa più logica sia la conferma di Stramaccioni. Stramaccioni sa bene cos’ha a disposizione, li conosce, a mio modo di vedere con qualche ritocco nei punti giusti, che possono essere quelli del centrocampo, io credo che “Strama” si sia meritato una riconferma.
 
Una considerazione su Walter Mazzarri come allenatore: lo confermerebbe a Napoli?
A me piace molto. Non lo dico da oggi, ma lo dico da quando l’ho visto iniziare. Dovunque è andato ha fatto bene, ci sarà un motivo, vuol dire che è bravo, e quindi il Napoli deve far di tutto per tenerselo stretto. La Roma ha già perso un po’ troppo tempo per prenderlo secondo me, ma adesso è il momento di fare un bel catenaccio e chiudere fuori dalla porta tutti gli altri.
 
Meglio andare in Europa League o ripartire da zero nella prossima stagione concentrandocisi solo sul campionato?
Io credo che l’Europa League sarebbe importante, e sarebbe importante se gestita in un certo modo. L’Inter ha 28/30 giocatori in rosa, inserirei qualche ragazzo e direi: “Benissimo: c’è un gruppo che fa il campionato e c’è un gruppo con molti giovani che fa l’Europa League per poter maturare, non ci interessa vincerla ma cercare di fare più partite possibili per l’esperienza di questi ragazzi”. Io credo che questo dovrebbe essere il programma dell’Inter.
 
Chi vede avvantaggiato nella lotta per la salvezza?
E’ dura dirlo, però credo il Palermo con l’ultima vittora ed il modo in cui l’ha fatta. Ho visto dei giocatori convinti, dei giocatori di buona tecnica, di rapidità. Io dovessi dire quella che vedo più possibile, sarebbe proprio il Palermo.
 
La società dell’Inter è in continua evoluzione e potrebbe addirittura cambiare molti dei suoi componenti per la prossima stagione. Si aspetta una chiamata per rientrare in quelli che sono i piani societari nerazzurri?
Mah guarda, io tutto quello che ho fatto nel calcio e poi nella vita lo devo alla famiglia Moratti, a papà Moratti, all’Inter. Quando è morto mio padre nessuno si è più ricordato di me e di mio fratello, si ricordò Lorenzi, un centravanti dell’Inter, ci portò a fare le mascotte, e tutto perché quando lui era in Nazionale, siccome era un toscanaccio, che parlava sempre tanto e non giocava mai, un giorno mio padre disse all’allenatore “Ma a questo ragazzo faccia fare una partita!”, e allora lui voleva ridarci quello che mio padre gli aveva dato. La partita la fece e poi fece tante partite in Nazionale. Quindi l’Inter per noi, per me, per mio fratello, è qualcosa di importantissimo. Poi c’è un episodio con il presidente Moratti: allora i contratti venivano fatti dai direttori generali, io feci il mio primo da ragazzino, a 18 anni, e poi debuttai in prima squadra ed ebbi un diverbio con il direttore generale che era Italo Allodi, perché io ero l’unico dei ragazzi dell’Inter che studiava perché avevo un patto con mia madre: “Se non sei promosso le scarpe te le levo e non giochi più”, e quindi, anche se all’ultimo riuscivo a farcela, quando c’erano delle cose che non vedevo giuste, veniva trattato male un ragazzo, un mio compagno, io intervenivo, l’unico che sapeva parlare un certo italiano. E quindi al primo contratto mi fu proposta una cifra di cui a casa avevamo anche bisogno ed era la metà di quello che prendevano gli altri che erano stati acquistati proprio in quegli anni. Io ero un nazionale juniores ed ebbi il coraggio di dire al direttore – me la facevo addosso, poi glielo dissi -: “Non è giusto!”. Questo mi mandò via e mi disse: “Adesso te smetti di giocare”. Poi l’allenatore di allora volle che ritornassi a giocare, perorò la causa, fui richiamato e alla fine ci fu una via di mezzo, me ne darono 60 invece che 40, non gli 80 come agli altri, ma io accettai. Poi dopo due mesi giocai in prima squadra, e alla fine dell’anno – si vede che il presidente Moratti aveva saputo questa storia – fui chiamato direttamente dal presidente a fare il contratto… cioè, a fare il contratto… già quando arrivai nell’ufficio del grande presidente ero tutto emozionato, mi parlò dell’università, se mi ero iscritto, della scuola, della fidanzata, e poi mi disse: “Quanto vuoi di contratto?”. Ed io allora – non c’erano i procuratori, non sapevo – dissi “Ma faccia lei”, e lui mi disse “13 Milioni, va bene?”. Da 60.000 al mese a 13 Milioni, io non stavo nei pantaloni. “Sì sì, va bene, va bene!”. “Allora mi raccomando, allora adesso và in sede a firmare”. Poi stavo uscendo e mi disse: “Ma tu l’anno scorso quanto hai guadagnato?”. Ed io gli dissi: “Ma guardi, 60.000”. E lui: “Ma non è giusto. 7 Milioni di conguaglio vanno bene?”. Mamma mia, quando tornai a casa e lo dissi a mia madre mi disse: “Ma hai capito male, ti danno tutti questi soldi, non li ha guadagnati tuo padre!”. Ed invece era vero. Fui trattato come un figlio da Moratti, l’Inter e Moratti sono al di sopra di tutto.
 
Sua madre le diceva: “Se non vai bene a scuola ti tolgo le scarpette”. Oggi forse sono quasi i figli a dire ai genitori: “Se non mi metti le scarpette non vado a scuola”.
Hai ragione, siamo arrivati lì.
 
Ecco il video con l’intervista completa:

 
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