Esclusiva-Sergio Gasparin: “Per la Sampdoria non sarà semplice rimettere mano al portafogli”

È di uomini così che il calcio avrebbe bisogno; di persone che fanno della correttezza, della professionalità e della fermezza, le doti principali. Uomini che non lasciano che il denaro sporchi l’immagine più umana, più vera che possiedono. Non è stato fortunato, Sergio Gasparin, nella sua esperienza in blucerchiato; raccogliere l’eredità di Beppe Marotta, con tutte le componenti societarie in evoluzione, era una sfida che avrebbe spaventato chiunque. È durata pochi mesi ma ha lasciato il segno e il suo legame con Genova è sempre ben evidente. Abbiamo raggiunto Sergio Gasparin, per un’intervista in esclusiva a Soccermagazine, in un momento molto buio per i colori blucerchiati.

Gasparin
Sergio Gasparin
Fonte: calciocatania (flickr.com)

In tutte le interviste da lei rilasciate emerge un palese affetto nei confronti dell’ambiente blucerchiato? Come mai questo legame così forte nella sua breve permanenza a Genova?
“Perché in quegli otto mesi a Genova si è creato un rapporto con la gente, con la città, davvero molto importante. Perché a Genova ho lasciato amicizie e affetti e perché da subito ti senti parte aggregante di un ambiente particolare. La Samp ha poi una maglia unica al mondo”.

In questo calcio si fa sempre più fatica a trovare chi usa testa e cuore senza badare esclusivamente al risvolto economico. Lei lo ha dimostrato rinunciando a proseguire il suo percorso alla Samp e dichiarando di non prendere in considerazione eventuali proposte da squadre come Genoa e Palermo per i suoi trascorsi. Come riesce a far prevalere il lato umano?
“La ringrazio del complimento e per l’opportunità di poter esprimere un concetto: io sono fatto così; i miei genitori non mi hanno lasciato un’eredità materiale, provenendo da una famiglia povera, ma qualcosa di più importante: i valori morali. La cosa più preziosa, il sapermi comportare da uomo. Chiunque avrebbe continuato il percorso intrapreso alla Samp. Eravamo al quinto posto in classifica, in una società prestigiosa, abitavo in Corso Italia sul mare, c’erano tutte le componenti per una situazione favorevole ma alcuni membri della società si sono posti come ostacolo e quando ho capito che non ci sarebbero stati i presupposti per portare avanti quelle che erano le mie idee ed il progetto tecnico, ho deciso di andare via. Porto con me una compagna fedele a cui non voglio rinunciare mai. La libertà”.

Dopo l’anno catastrofico del 2010 la Sampdoria sta affrontando un nuovo momento delicato. Dall’esterno come vede i blucerchiati?
“Rispondo a tutte le domande con molta onestà ma in questo caso preferisco non farlo. Non mi piace giudicare l’operato di persone che lavorano su cose che non conosco. Non lo trovo giusto.
Di sicuro posso manifestare il mio dispiacere per come sta andando il campionato, perché lo sforzo economico del presidente non sta dando i risultati sperati”.

Una domanda più tecnica: a gennaio la società può essere ancora in tempo per porre rimedio a questa situazione?
“Sicuramente c’è tutto il tempo per riequilibrare le cose. Occorre anche capire quanto la società potrà investire ancora nel mercato di gennaio; la Samp è tra le squadre con i costi salariali più alti e non sarà semplice mettere nuovamente mano al portafogli”.

Ieri tra i tifosi, nei vari blog e sui social network, è uscito più volte il suo nome. Come la accoglierebbe, a distanza di anni, una chiamata della Sampdoria?
“Ringrazio anzitutto per la stima. Ognuno nel calcio, come nella vita, ha un alleato e un nemico: il tempo. Colui che sancisce la ragione o il torto. Mi fa piacere che la variabile tempo abbia chiarito il lavoro che si stava facendo.
Un ritorno alla Samp? Troppo bello per essere vero”.

Sono usciti diverse volte i nomi di giocatori che Lei aveva proposto alla proprietà blucerchiata senza trovare riscontro favorevole. Quale è stato il suo più grande rammarico?
“Questo è il motivo principale per cui ci siamo separati. Per riequilibrare i costi gestionali non si poteva che ricorrere al mercato estero. Si era iniziato un importante programma tecnico e di scouting che poi purtroppo non si è concluso. I giocatori erano diversi: Kucka (prima che approdasse all’altra squadra di Genova), James Rodriguez, Iturbe, Alborno. Calciatori che hanno, quasi tutti, determinato poi delle plusvalenze importanti, per i loro Club. Il rammarico più grande è di non aver potuto proseguire il lavoro iniziato alla Samp”.

I TESTI E I CONTENUTI PRESENTI SU SOCCERMAGAZINE.IT POSSONO ESSERE RIPORTATI SU ALTRI SITI SOLO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE. OGNI VIOLAZIONE VERRA’ PUNITA.

 

Per rimanere aggiornati sulle nostre altre esclusive, vi consigliamo di seguire lapagina fan di Soccermagazine su Facebook.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy