Il Pagellone dell’Inter 2011/2012: Milito strepitoso, sorpresa Stramaccioni. Forlan…da piangere

Da Gasperini a Stramaccioni, passando per Ranieri. La Pazza Inter quest’anno si è davvero superata, con cambi in panchina degni di un giro di valzer e un Campionato a dir poco deludente.

La stagione nerazzurra è stata confusa, piena di incognite e con pochissime certezze.

Sesti in classifica, fuori agli ottavi di Champions contro il modestissimo Marsiglia e out anche nella Coppa Italia contro il Napoli, l’Inter ha poco da conservare di questa stagione, se non fare tesoro degli errori commessi.

Fonte: Inter.it

In attesa di vedere come la società cercherà di ritornare a lottare per le posizioni di vertice, analizziamo reparto per reparto il rendimento dei nerazzurri.

VOTO SQUADRA 4,5: Una stagione ampiamente al di sotto delle proprie possibilità, non si può assolutamente salvare, nemmeno dopo i due derby vinti o le sette vittorie consecutive. Lasciare per strada sei punti col Novara, o far diventare San Siro un facile bottino per tante squadre non può e non deve essere da Inter. Oltre che i fatidici “Zeru Tituli”, quest’anno la Beneamata ha preso parecchi “Zeru” in condotta!

PORTIERI:

Julio Cesar, 7. Anche in una stagione disgraziata e con qualche infortunio di troppo ha sempre dato il suo contributo, risultando spesso decisivo. Il portiere brasiliano è stato protagonista di buone prestazioni nonostante i tanti gol subiti e si è concesso il lusso di parare più di un calcio di rigore.

Castellazzi, 5,5. Nonostante non abbia commesso gravi errori, non da mai quella sicurezza che servirebbe ai tifosi, per “tranquillizzarli” quando sostituisce Julio.

Orlandoni, s.v. Non è stato mai utilizzato, ma è sempre stato un uomo-spogliatoio. Lascia l’Inter tra gli applausi di tutti.

 

DIFENSORI:

Javier Zanetti, 6,5. Cuore, gambe e polmoni. Questo ragazzino di 39 anni continua a stupire tutti e a giganteggiare con le sue discese degne di un grande sciatore. Nell’anno degli addii di tante bandiere, lui rimane lì, imperterrito, a macinare km e record.

Lucio, 5,5. Diciamocela tutta, certe volte ti fa proprio imbestialire. Le sue insistite sgaloppate hanno spesso messo in crisi i compagni di reparto e le coronarie dei tifosi. Quest’anno probabilmente è stato l’ultimo nell’Inter e allora ci piace ricordarlo nelle serate magiche contro il Chelsea o il Barcellona.

Ranocchia, 5. Di fiducia. Finisce nel calderone degli orrori per qualche partita completamente sbagliata. Miccoli e Di Vaio ringraziano, ma complice l’addio di Lucio, potrà e dovrà riscattarsi nella prossima stagione.

Samuel, 7. The Wall è sempre The Wall. Nonostante gli anni che passano e gli infortuni che lo perseguitano, il difensore argentino quando è in campo è sempre sinonimo di sicurezza e grinta. Un signor difensore che merita di essere straconfermato anche per il prossimo anno.

Chivu, 4. Se ci soffermassimo soltanto sulla doppia sfida col Marsiglia, meriterebbe un voto sotto lo zero, visto che i due gol marsigliesi sono tutti opera sua. Diventato una bruttissima copia del buon difensore che era, si permette anche il lusso di “minacciare” la società sul rinnovo del contratto.

Maicon, 5. Un super gol nel derby non può aggiustare una stagione anonima e piena zeppa di infortuni. Il colosso ha dimostrato che se vuole può ancora essere devastante per tutti, e allora perchè se lo ricorda soltanto due o tre volte all’anno?

Nagatomo, 6. Il giapponesino ci mette sempre tanta corsa e voglia, a volte però si perde in qualche errore difensivo di troppo. Tutto sommato riesce a guadagnarsi la sufficienza, anche se dal prossimo anno ci si aspetta un salto di qualità. Faraoni, 6. Un’annata bella e strana per questo ragazzo. Buttato subito nella mischia da Gasperini, ha giocato a sprazzi durante la stagione, fornendo anche belle prestazioni. Poi si è un po’ perso, ma in una stagione cosi, è ordinaria amministrazione.

Cordoba, s.v. Pochissime presenze. La più importante nel derby di ritorno, dove ha salutato tutti dopo 12 anni di amore incondizionato per l’Inter. Mancherà a molti.

Jonathan, 5. Doveva essere il vice-Maicon, ma nelle rare occasioni in cui è stato schierato non è sempre apparso all’altezza. Se la dirigenza si fosse accorta prima di avere un giocatore come Faraoni in rosa, probabilmente questi 5 milioni sarebbero stati investiti in altro modo!

Juan Jesus, s.v. Rimandato all’anno prossimo

 

CENTROCAMPISTI:
Stankovic, 6,5: l’età inizia a farsi sentire, prepotentemente. Fuori per molte gare, ma quando in campo fa sempre sentire la sua presenza. Buone gare davanti alla difesa e la solita grinta e voglia di lottare fino alla fine. Professionista vero, legatissimo ai colori neroazzurri.

Cambiasso, 5,5: non ha grandi problemi fisici ma la corsa cala notevolmente rispetto agli anni passati (è anche quello che gioca più di tutti). Sotto accusa per il rendimento notevolmente basso, si siede anche in panchina per alcune gare sotto la gestione Ranieri. Si riprende alla grande con Stramaccioni, senza pero’ brillare come un tempo. Ad ogni modo la voglia di fare bene c’è sempre e si vede. Correttissimo come sempre.

Poli, 6: il ragazzo ha potenzialità, tante. E’ il vero futuro dell’Inter, più dei suoi compari Obi e Faraoni. Non demerita assolutamente quando chiamato in causa, ma nemmeno eccelle. Merita fiducia, la ripagherà.

Guarin, 6,5: arriva a gennaio per rinforzare il centrocampo, peccato che si presenti alla Pinetina con un brutto infortunio al polpaccio. Ma quando scende in campo si vede tutta la sua forza: un leone in mezzo al campo, buona tecnica, gran tiro, fisicità e tanto tanto agonismo. Giustamente riscattato con altrettanto giusto sconto.

Sneijder, 6: capriccioso e sfortunato. E’ questo il giusto sunto della sua stagione: afflitto da guai muscolari, prima fa i capricci (giustamente) con Gasperini, non brilla con Ranieri (che gli dà la squadra in mano a parole ma non nei fatti), torna il fenomeno del triplete sotto la gestione Strama. Con lui in campo l’Inter ha fatto pochi punti, specialmente ad inizio anno, ma il giocatore va messo a suo agio e al centro di tutti gli schemi di squadra perché è uno dei pochi veri fenomeni rimasti all’Inter.

Alvarez, 5,5: non merita la sufficienza per le troppe assenze e le numerosissime pause mentali e fisiche. Il ragazzo ha potenziale ma la sua lentezza è disarmante per tutta la stagione. Mostra sprazzi di talento con Udinese e Parma ma fallisce sempre contro le grandi. Per quello che ha mostrato e la cifra sborsata, si potrebbe dire che è un investimento incerto (è per sempre un classe 1988, Lamela ha fatto meglio di lui ed è un 1992). Rimandato ad “agosto”.

Obi, 5,5: se il calcio fosse fatto di solo corsa sarebbe un vero fenomeno. Corre sempre tantissimo quando chiamato in causa, ma non sforna mai partite eccellenti (alcune buone gare sì). Gasperini puntava tanto su di lui, Ranieri e Strama un po’ meno. Poli rimane su un altro livello, ma anche lui merita fiducia.

Thiago Motta, 7: va via a gennaio perché non ne può più di un’Inter senza Eto’o. Gioca comunque una prima parte di campionato ottima, con prestazioni di livello assoluto. Anche nella nebbia del gioco di Ranieri, non demerita mai e porta quella qualità che solo giocatori del suo spessore sanno offrire. Anche sul gioco aereo si fa rimpiangere.

Philip Coutinho 5,5: non combina quasi nulla, poi a gennaio va in prestito all’Espanyol dove esplode. Avrebbe fatto comodo certamente, meno male che ora è tornato e difficilmente l’Inter se ne priverà ancora.

Angelo Palombo 4,5: dire che ha fallito la sua grande occasione sarebbe quasi riduttivo. Va detto che gli viene data pochissima fiducia, ma quando Ranieri lo schiera lui sforna prestazioni pessime che lo mettono ai margini della rosa. Doveva sostituire Thiago Motta, vale forse forse un ventesimo del centrocampista ora al PSG.

 

Fonte: Inter.it

ATTACCANTI:

Milito, 8: ennesima stagione straordinaria per il “Principe”. E pensare che se non avesse avuto quel mini black-out in zona gol di inizio anno avrebbe raggiunto facilmente anche la soglia dei 30 goal stagionali. Gasperini lo vuole esalta, con Ranieri gioca a sprazzi anche su volontà di Moratti che vuole vedere Pazzini in campo (spesso in coppia, assolutamente incompatibili), con Strama torna quello del triplete. Fenomeno vero come dimostra nell’ultimo derby.

Pazzini, 5: rimane a mio avviso una grandissima prima punta ma è il tipo di giocatore che soffre tanto quando la squadra non gira perché gli manca il vero colpo del campione. Offre gare di alto livello come a Lille ma 5 reti sono comunque troppo poche per un attaccante come lui che vive di goal. La sua astinenza diventa quasi una maledizione verso fine anno.

Zarate, 5,5: l’estro e le prodezze del primo Zarate romano sono un lontanissimo ricordo. E’ una vera scommessa della società, assolutamente persa. Il talento c’è, ma per fare bene in una grande serve ben altro. Attraversa un buon periodo con Stramaccioni ma non è abbastanza per meritarsi il riscatto da parte della società (cifra del riscatto assolutamente troppo alta).

Forlan, 3,5: il vero fallimento totale della stagione dell’Inter. E’ un campione “di quelli che fanno sognare i tifosi” (cit. Moratti), ma tutto il suo talento non si capisce dove possa essere sparito. Quasi impacciato e smarrito in molte occasioni, sforna qualche colpo ma troppo poco per uno che deve sostituire Eto’o. Si mette a fare i capricci con Ranieri e ora pretende di restare nonostante il disequilibrio prestazioni-ingaggio faraonico. Azzardo una scommessa: sarà lui il prossimo giocatore a resuscitare calcisticamente fuori dal club neroazzurro???!!! Si

Castaignos s.v.

 

ALLENATORI:

Gasperini, 4,5. D’accordo, le colpe non sono tutte sue, però paga la sua cocciutaggine del 3-4-3 anche quando la squadra è in evidente difficoltà. Una macchia per l’Inter e per la sua buonissima carriera da allenatore.

Ranieri, 5. Aveva raddrizzato una situazione drammatica, spingendo la squadra fino al quinto posto con le sette vittorie di fila. Poi un black out pauroso, da mettere i brividi anche al più acerrimo dei nemici; cosi è entrato in un buco nero che ha portato all’Inter sei punti in dieci partite! Da lui ci si aspettava non un calcio champagne, ma almeno una quadratura che desse alla squadra una certa continuità.

Stramaccioni, 7. Sbucato dal nulla, è entrato subito nelle simpatie di giocatori, società e tifosi. Una buona preparazione, una precisa dialettica e un derby stravinto. Questo è un ottimo curriculum per provare a stupire tutti nella prossima stagione.
 
Con la collaborazione di Alessandro Franzè

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