Inter, Handanovic: “La Juve merita il primato ma io l’ho già battuta. Terzo Posto? Noi ci proviamo…”

Samir Handanovic, portiere dell’Inter, è stato protagonista di una lunga ed interessante intervista realizzata dalla Gazzetta dello Sport.
Tra gli argomenti trattati, il portierone nerazzurro, al primo anno ad Appiano, si è concentrato sul momento della stagione dei suoi, sulla prossima ed interessante sfida con la Juve e sulle speranze nerazzurre di centrare l’obiettivo Champions.

 

Samir Handanovic. Fonte: Inter.it
Samir Handanovic. Fonte: Inter.it

 

A proposito di vittoria: cosa prenderebbe di Juve-Inter 1-3 dell’andata?
“Lo stare sul pezzo ogni minuto, ogni secondo. E il risultato”.

 

Vincere per: sognare ancora il 3° posto o per l’autostima? 
“Per la classifica. L’autostima cresce battendo chiunque, non solo la Juventus”.

 

Operazione-Champions: attorno si avverte molto pessimismo, e dentro l’Inter? 
“Ci sono 3-4 squadre che lottano per quell’obiettivo, e sinceramente credo che possa succedere di tutto. Chi fa sport come me e i miei compagni il pessimismo non lo contempla”.

 

Un girone fa, dopo la vittoria allo Juventus Stadium, sognavate lo scudetto. Vi siete creduti troppo forti o la classifica di oggi è figlia anche dei tanti infortuni?
“Non succede nulla per caso, mai. Non è che dopo quel 3-1 a Torino ci credevamo superiori, ci è mancata la continuità oltre che tanti giocatori: dire che l’assenza di Milito è pesante è scontato, lo so, ma per l’uomo e il giocatore è così. Un’assenza determinante. Poi, ripeto: la continuità ad alti livelli è importantissima”.

 

La classifica di oggi è giusta? 
“Sì: ognuno sta dove merita di stare. E la Juventus è la più forte del campionato”.

 

È tardi per il 3° posto? 
“Assolutamente no. Proviamo a vincere, poi vediamo”.

 

Come si spiega la tanta differenza fra l’Inter che perde a Firenze e quella che ha sfiorato l’impresa a San Siro contro il Tottenham?
“E’ tutta questione di atteggiamenti, a volte sbagliati: quando cominci male la partita nei primi quindici minuti, dopo tutto diventa più difficile”.

 

E’ vero che una volta disse: “Pensavo di venire qui a fare poche parate, invece…”.
“Era una battuta, le spiego. Quando arrivai, Alessandro Nista (il preparatore dei portieri, ndr) mi disse che qui, all’Inter, un portiere deve stare sempre concentrato perché di interventi difficili ne arrivano 2 o 3 a partita. Qualche mese dopo vado da lui e gli dico, scherzando: “Mister, qui gli interventi da fare sono anche 5 o 6, altro che due o tre…”. Ci siamo fatti una risata”.

 

Intanto lei è l’unico a non aver preso gol da Balotelli in Serie A da quando SuperMario è diventato milanista.
“Non dico nulla: magari l’anno prossimo me ne fa uno dopo 5’, e allora…”.

 

Ciò di cui non vuole mai parlare è “Samir il para-rigori”. Motivo? 
“Perché il rigore non è il metro per giudicare bravo o scarso un portiere: se uno para tanti tiri dagli 11 metri non è più meritevole di elogi di un altro che non li neutralizza. Sia chiaro: i numeri sono importanti, ma quello non è l’unico metro per giudicare un portiere, visto che in Italia si fischiano molti falli, forse troppi…”.

 

Ecco: come tutelerebbe il portiere? 
“Toglierei l’espulsione: se dai rigore, non puoi punirlo ancora una volta”.

 

A parte quello in Europa League (contro il Rubin, che poi fu ribattuto in gol), il suo ultimo rigore parato senza conseguenze risale praticamente a un anno fa: 21 aprile 2012, a Thereau (Chievo).
“Ricordo, ricordo… Ma ripeto: un portiere non si giudica da quello”.

 

La parata più bella: su Markovic, Rolando Bianchi o Balotelli?
“Markovic: perché ci si lavora su casi così, non è stata casuale”.

 

Resta il fatto che lei, con grandi parate, ha spesso salvato il risultato. Per questo è stato ribattezzato… “Sandanovic”.
“Lasciamo stare, grazie… Io non sono speciale. Penso a fare il mio lavoro con passione, perché è così che credo si debba fare”.

 

Handanovic è tipo e portiere glaciale: prende gol, ma non si scompone mai.
“L’equilibrio è fondamentale, devi mettere da parte le 2-3 ca**ate che ti possono capitare a stagione, devi mettere in conto che i gol si prendono e ripartire, e non abbatterti. E, soprattutto, non bisogna andare dietro a opinioni di chi il ruolo del portiere lo conosce poco. Io ascolto chi mi sa insegnare, il resto non m’interessa”.

 

Pensava, agli esordi, di poter arrivare a questi livelli?
“Se non lo pensi e non ci credi, be’, non ci arrivi. E poi devi fare esperienze, belle e brutte. E io le ho fatte, visto che ormai sono in Italia da 9 anni”.

 

Se non avesse giocato a calcio? 
“Magari avrei giocato a basket, o a forse a pallavolo. Oppure avrei aiutato mio padre, che vende macchine usate”.

 

Buffon è sempre il numero uno in Italia, giusto? 
“Si nasce con certe qualità, poi bisogna essere bravi a svilupparle e a maturare. Io lo vedevo, e guardare lui è esempio di come si diventa grandi portieri, di come si curano certi particolari per essere e stare ai livelli più alti”.

 

Ha mai scambiato la maglia con lui? 
“E’ successo, è successo”.

 

I primi tre numeri uno al mondo? 
“Neuer, Buffon e Casillas. Io? Ho anche i miei difetti. Ma non ne parlo”.

 

Ma lei si comprerebbe al Fantacalcio?
“No, quest’anno no: ho preso troppi gol. Mi piace quel gioco, lo conosco bene: se trovassi qualche compagno o amico col quale farlo, beh, costruirei una squadra”.

 

L’anno prossimo l’Inter dovrà tornare a vincere: sarebbe più facile conquistare lo scudetto senza Europa League di mezzo, giusto? 
“Si sa, l’Europa League ti toglie energie: all’inizio ti dà vantaggi perché ti prepari prima degli altri, ma alla lunga ti stanca giocare il giovedì, magari in posti lontanissimi. E allora? Penso una cosa: o si arriva terzi o è meglio niente”.

 

Curiosità: come si fa davanti alla «Maledetta» di Pirlo? 
“Giocatore intelligente, bravo non solo in quello ma anche nel far passare la palla sotto la barriera… Vediamo”.

 

Si ricorda un’altra sua vittoria sulla Juventus? 
“Del Piero prese due traverse, per l’Udinese segnò Di Natale, 0-1: eravamo a Torino, stagione 2007, non lo dimenticherò mai”.

 

Cosa prevede per sabato? 
“A me scoccia una cosa: che non si giochi di notte”.

 

 

Fonte: Gazzetta dello Sport

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