Lazio, per il caso Minala la medicina può essere d’aiuto?

Negli ultimi giorni è scoppiato il caso del “giovane” camerunense Joseph Minala, attaccante della Primavera della Lazio che secondo la sua carta d’identità ha 17 anni (classe ’96) ma che sembri dimostrare almeno il doppio dei suoi anni.

Ieri in un’intervista rilasciata dal giocatore, poi smettita dal diretto interessato e dalla società, il camerunense dichiarava di avere 42 anni ma per risolvere questa situazione è scesa anche in campo la medicina con Focus che ha intervistato alcuni medici per capire come avere la certezza dell’età del giocatore.

Secondo il prof. Paolo Zeppilli, direttore del Centro di medicina dello Sport dell’Università Cattolica di Roma, “L’età di un atleta può essere stabilita da una radiografia della mano, che valuti il numero e lo spessore dei nuclei di accrescimento, le parti terminali delle ossa costituite da cartilagini, in grado di produrre un allungamento dell’osso finché l’organismo è in crescita. La completa ossificazione, con la chiusura dei nuclei di accrescimento, avviene a circa 18-19 anni“.

Parlando di questo argomento è intervenuto il direttore dell’endocrinologia dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, Marco Cappa, che per sbrogliare questa matassa propone: “Un perito potrebbe fare una valutazione basandosi sulle caratteristiche della cute, l’usura delle articolazioni o su altri parametri. Sarebbe comunque un’indicazione approssimativa, ma certo permetterebbe di stabilire se siamo di fronte a un minorenne o a un quarantenne“.