Luigi Prisco: “Berlusconi voleva comprare l’Inter”

Come si direbbe oggi: ”Una dichiarazione shock”.

Foto www.la-moncloa.es -  Fonte wikipedia.org
Foto www.la-moncloa.es – Fonte wikipedia.org

Silvio Berlusconi si propose a Ivanhoe Fraizzoli per acquisire l’Internazionale Football Club. Luigi Maria Prisco, figlio del mai dimenticato avvocato, svela tutti i particolari di un matrimonio mai andato in porto tra il padrone di Mediaset e la società di via Durini. Era il 1972 e il figlio di Prisco racconta le impressioni che il padre aveva avuto su questo giovane e rampante imprenditore: “Ho conosciuto un giovane con delle grandi idee. Si chiama… Bernasconi. Con lui faremo grande l’Inter”. Era l’autunno del 1972. Il citato Bernasconi non era altro che Silvio Berlusconi, il quale negli anni ’70 fece dunque il primo tentativo di acquisizione del club nerazzurro. Luigi Maria sul Guerino ha ripercorso le fasi di quella trattativa: “Era il settembre del 1972, la gente interista era delusa per la campagna acquisti di Ivanhoe Fraizzoli, che disse di puntare su Luciano Chiarugi che poi andò al Milan e ripiegò sul trio atalantino Moro-Magistrelli-Doldi e su Giuseppe Massa, rivelatisi dei flop. Da un anno, poi, Fraizzoli lancia segnali di insofferenza, rivelando di avere avuto dichiarazioni di interesse a rilevare il club già nel novembre del 1971, secondo le ricostruzioni prima con l’industriale della lacca Gaetano Trapani, poi con Andrea Solbiati, mai andate in porto. Alla fine, il 18 giugno, Fraizzoli sbotta: “Chi vuole la società si faccia avanti”. Secondo il primogenito di Peppino Prisco in quel momento entrò in scena Silvio Berlusconi, noto imprenditore che si fece presentare a Prisco dal senatore del Psi Agostino Viviani, grande amico del dirigente nerazzurro. A quanto pare Berlusconi parlò dei suoi progetti all’avvocato, non fermandosi al calcio. La chiacchierata avrebbe toccato anche l’ambito televisivo, fantasticando addirittura la creazione di un canale dedicato al club. Prisco portò Berlusconi a parlare con Fraizzoli, che tuttavia liquidò con queste parole: “Lei ha trentasei anni? No, l’è tropp giuvin, se vedum fra des ann”. 

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