Quando i “Conti” non tornano…

Roma, 11 settembre 2011, Stadio Olimpico: E’ il 67′ minuto quando Agostini crossa nel cuore dell’area di rigore giallorossa. Josè Angel respinge sui piedi del numero 5 avversario che tira e segna.

Fonte immagine: flickr.com - (C) Cristiano Corsini

Si toglie la maglia, l’autore del gol, e la mostra allo stadio intero. Un attimo però…su quella maglia, sopra quel numero 5, c’è ancora il suo nome, anzi il suo cognome: Conti! E’ il 67′ minuto di Roma – Cagliari, e la storia si ripete. Ancora lui…Daniele Conti, figlio di Bruno. Sventola all’ Olimpico la sua maglia numero 5, cinque come le volte che ha punito i tifosi giallorossi, cinque come le volte che ha spaccato a metà il cuore giallorosso di papà Bruno. Daniele invece, con il cuore giallorosso ci è solo nato e forse cresciuto, fino a quando qualche dirigente o tecnico della sua vittima preferita Roma, ha deciso che non era pronto per la Lupa. Romano e Romanista di nascita, ha visto quindi la metà “gialla” del suo cuore, pian piano diventare “blu”. Rossoblù è oggi il colore del suo cuore, rossoblù è la maglia che al 67′ di Roma – Cagliari mostra allo Stadio intero. Eppure sentendo il suo accento marcatamente capitolino nell’intervista post – partita, diventa tutto così strano, così rocambolesco… Ecco, è qui che i conti non tornano. Il 23 maggio del 1991, invece, papà Bruno, lui sì sempre amato dal popolo giallorosso, dà il suo addio al calcio e alla Roma. Con lui, a correre sotto la Curva Sud, c’è anche Danielino. E corre ancora sotto la Sud, Daniele, quando nel dicembre del 98′ realizza il suo primo ed unico gol con la maglia della Roma in Roma -Perugia. Ecco, qui i conti invece tornano, tutto quadra. C’è un papà ex idolo di una tifoseria che vede suo figlio esultare sotto la Curva proprio come faceva lui, c’è una tifoseria che sogna, c’è un padre sicuramente commosso. Tutto molto bello. Non sa ancora però, Bruno, cosa gli riserverà il suo “core de papà“. E’ l’8 febbraio 2006, quando Daniele, su punizione, punisce per la prima volta la lupa. Ulula dal dolore papà Bruno, ma non sa che quello è solo l’inizio di una maledizione. Non sa che quella storia, si ripeterà altre quattro volte: il 14 dicembre 2008, il 6 gennaio 2010, l’11 settembre 2010 ed ancora l’11 settembre, ma del 2011. Cinque mazzate al cuore per Conti senor, cinque gioie miste a vendetta per Conti junior. Tutta l’Italia calcistica si è chista ieri, dopo l’ennesima prodezza di Daniele, cosa sarebbe successo oggi in casa Conti. Potrebbe essere un reality, “Casa Conti”, con milioni di Italiani pronti ad assistere all’accoglienza che Bruno riserverà al figlio. Potrebbe essere uno sceneggiato, stile “Casa Vianello”, con i simpatici Bruno e Daniele pronti a far divertire il popolo televisivo con le loro gag, perchè tutta questa faccenda è sì rocambolesca, ma inevitabilmente strappa anche molti sorrisi. Chissà se la prende con un sorriso, papà Bruno, tutta questa vicenda. Grande calciatore Bruno, grande uomo e con ogni probabilità grande papà. E’ ovvio, il suo cuore è giallorosso, ma Daniele ne è sicuro. Aldilà di quei colori, in quel cuore, sà che c’è l’amore per un figlio. E allora cosa volete che sia il calcio in confronto all’amore paterno? Niente. Tutto passa in secondo piano: i gol segnati alla Roma, la rissa con Totti, l’esultanza eccessiva contro la Curva Sud, diventano il nulla rispetto all’amore di un padre per il proprio figlio. E siamo sicuri che anche il gol di ieri, l’ultimo di una lunga serie destinata probabilmente ad allungarsi, perde ogni significato rispetto all’abbraccio, al sorriso e al simpatico “te fossino” che papà Bruno avrà sicuramente riservato a Daniele. Ecco… adesso sì, che i “Conti” tornano…

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