Sampdoria: Cassano e i blucerchiati, una storia che non vuole finire

Quando si parla di lui in casa Samp si innesca in automatico un meccanismo che porta, alla resa dei conti, a surriscaldare l’animo dei tifosi e a creare, di conseguenza, un clima di ostilità nei confronti della società.

Cassano, in azione con la maglia della nazionale - Fonte: Wikimedia - Autore: Илья Хохлов
Cassano, in azione con la maglia della nazionale – Fonte: Wikimedia – Autore: Илья Хохлов

In tanti lo aspettavano, ci credevano nel ritorno di Cassano e la conferenza stampa del giocatore, sommata alle parole del dirigente crociato Leonardi, ha destabilizzato un ambiente che aveva trovato la giusta serenità.
Il numero 99 si è raccontato a 360 gradi, confessando la sua speranza di tornare a Genova, passando per la nazionale, e giungendo alla conclusione, più che dovuta, degli elogi nei confronti della società emiliana.
“Quando ho trattato il mio arrivo a Parma, a Leonardi l’ho detto subito: non ti chiederò di voler andare al Real o al Barcellona, io sono felice di venire da voi, ma se dovesse mai cercarmi la Sampdoria, voi mi dovete lasciare andare, anzi mi dovete aiutare ad andare”.
Questa la dichiarazione d’amore del fantasista barese che precisa subito come non ci sia stata nessuna chiamata da parte della società di Corte Lambruschini: “chi comanda alla Samp è Garrone, lui il mio numero lo ha ma non mi ha mai cercato, io non posso mettermi in ginocchio per convincerli a farmi prendere”. Proprio queste sarebbero le parole che più hanno fatto arrabbiare i tifosi che vedevano, in Antonio, il giocatore che sarebbe valso il tanto atteso colpo di mercato utile ad alzare il tasso tecnico della squadra.
Cassano parla anche della nazionale e della eventualità, da lui definita nulla, di poter far parte dei 22 di mister Prandelli: “quante possibilità ho di giocarmi un posto per i Mondiali? Zero, anzi sotto zero. Io sono l’uomo degli Europei, i Mondiali non riesco a giocarli”. (Ironia della sorte per chi è nato proprio 12 luglio 1982, giorno magico dell’Italia campione del mondo).
A rincarare la dose, l’ennesima, quasi scioccante, rivelazione: “sì, ci avevo fatto la bocca, ci stavo credendo. Ma alla fine sono state solo chiacchiere, e queste, si sa, se le porta via il vento”.
Cassano non le manda certo a dire, con una delle sue più classiche conferenze stampa in cui non lascia nulla di velato, nulla da interpretare; in questo caso rimane da capire solo una cosa: se lo scopo di tali scottanti dichiarazioni sia un modo per richiamare ancora l’attenzione del club ligure o un modo, volutamente “provocatorio”, per rompere definitivamente con i blucerchiati e chiedere in parte, in maniera un po’ azzardata, scusa ai tifosi gialloblù. Di certo, e non poteva essere altrimenti, tutto questo a Genova non è passato inosservato, e Fantantonio ha sollevato l’ennesimo polverone.

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