Sampdoria: Genova perde un grande personaggio

Genova, la Sampdoria e tutto il calcio italiano, piangono Riccardo Garrone, che nella sua casa di Grondona, all’età di 76 anni, ha cessato ieri la sua battaglia contro un male incurabile.

Fonte: inter.it
Fonte: inter.it

Messaggi di cordoglio da ogni parte d’Italia, calcistica e non, amici, calciatori, imprenditori e politici, la gente comune.
Garrone, pur non essendo un amante del calcio, prende la Sampdoria nel 2002 in uno dei momenti più difficili che la società ligure abbia mai attraversato. Sull’orlo della serie C e con gravi problemi economici, il patron blucerchiato riesce nell’impresa di salvarla e l’anno successivo di riportarla, al primo tentativo, nella massima serie. Dal primo giorno aveva usato una metafora davanti ai tifosi della Sampdoria, promettendo di far tornare a danzare la “ballerina malata”. Così, come la definì lui, una ragazza da curare.
Il suo impegno conquistò i tifosi e piano piano i colori blucerchiati gli entrarono nel cuore tanto da fargli amare uno sport che mai lo aveva appassionato prima. Quelli dell’era Garrone sono stati anni importanti; dopo la risalita, le partecipazioni europee, la finale di Coppa Italia fino ai preliminari di Champions League per poi ricadere in una sciagurata e anomala retrocessione.
Il bilancio del suo operato non può essere che positivo ma nel calcio si sa, sono i risultati a contare più dell’etica e della serietà ed è per questo che dopo il dramma sportivo del ritorno in serie B, il Presidente fu anche molto criticato.
Oggi la Sampdoria è tornata nel calcio che conta sotto la stretta guida del figlio Edoardo, al quale è passato il testimone nel momento stesso in cui il padre ha dovuto allontanarsi dai suoi compiti per gravi motivi di salute. Continua così di padre in figlio quel progetto che tanto era caro al Presidente Riccardo; un modello di società sana, all’insegna della correttezza e dell’etica morale, basata sulla lealtà sportiva, lui che per tenere fede ai suoi principi, aveva rinunciato al suo pupillo Cassano, regalandolo al Milan, per avergli mancato di rispetto davanti al resto della squadra, lui che lo aveva accolto come fosse un figlio.
Oggi lo stesso Cassano, in questo giorno che rattrista un po’ tutti, si dichiara straziato dal dolore e molto probabilmente si sentirà un po’ orfano, come noi ci sentiamo, un po’ orfani di un calcio di altri tempi e di persone come ora, ce ne sono più poche.
In attesa dei funerali, che si svolgeranno in forma pubblica domani alle ore 12.00 presso la Chiesa del Gesù e dei Santi Ambrogio e Andrea di piazza Matteotti, continuano ad arrivare testimonianze di affetto e stima anche da due cariche politiche liguri.
Il sindaco di Genova lo ricorda così: “Una grande persona, sempre impegnata in prima linea per il bene della nostra città”.
Anche il Presidente della Regione Claudio Burlando ha voluto lasciare il suo personale omaggio: “Un protagonista della vita economica, sociale e culturale della città. Ho perso un amico”.

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