La Roma prova a diventare “big”: Inter battuta e obiettivo Champions vivo

Nel weekend, la Roma è riuscita ad espugnare San Siro dopo circa 5 anni di tentativi: la società giallorossa ha dimostrato una certa maturità sul lato del carattere, percorso iniziato da Mourinho già nello scorso anno. Dopo il successo in Conference League serviva anche un passo diverso in campionato, soprattutto contro quelle squadre che, nelle ultime due stagioni, avevano lasciato solo le briciole al club di Trigoria. Un cambio passo importante grazie ad una panchina con più qualità e l’innesto imprescindibile di Dybala.

LA ROMA CONTINUA A CRESCERE: L’OBIETTIVO CHAMPIONS È VIVISSIMO

Solo due anni fa, rimontare e vincere a Milano sarebbe stata una vera utopia per la Roma: la squadra aveva qualità, ma mancava sempre quel piccolo passo di maturità nel carattere che ha sempre lasciato i giallorossi fuori dalle posizioni che contano veramente.

Il centro sportivo della Roma a Trigoria
Il centro sportivo della Roma a Trigoria

L’arrivo dei Friedkin e il tesseramento di Mourinho ha dimostrato subito che l’aria nella capitale stava cambiando per un processo di crescita che ha intenzione di portare la Roma tra le grandi d’Italia e non solo. Nella passata stagione, l’allenatore portoghese ha iniziato a modificare la mentalità della sua rosa, facendo capire l’importanza e il valore dell’ambizione, di lottare per 90 minuti qualunque sia l’avversario che ci fosse davanti. In un primo momento, il percorso è sembrato più ostico del previsto, con brutti ko come quello di Bodo o come quello rimediato contro la Juventus a gennaio. Ma proprio da quei passi falsi si è costruita una Roma che ha avuto sempre più fiducia nei propri mezzi, fino ad alzare al cielo quella Conference League che ha dimostrato che la strada intrapresa non era quella sbagliata.

Nell’attuale stagione, il vero cambiamento lo ha portato il mercato con una spesa minima ma mirata a rafforzare ogni reparto con calciatori di qualità e di personalità. Il primo ovviamente è l’innesto di Dybala che ha aperto le porte al successivo trasferimento di Wijnaldum e poi di Belotti. L’olandese, sfortunato, si è dovuto fermare subito ai box per la rottura della tibia che lo fermerà fino alla ripresa di gennaio della Serie A. Con i nuovi elementi, Mourinho non solo ha dato maggior fiducia ai suoi ragazzi ma ha potuto lavorare ulteriormente sul lato psicologioco. La partita contro l’Inter ne è la dimostrazione assoluta: i giallorossi accusano l’impatto dei padroni di casa e vanno sotto nel risultato, complice anche un’incertezza di Rui Patricio. Da quel momento in poi, i capitolini si svegliano ed iniziano a creare pericoli: l’1-1 arriva da un’ottima girata di Dybala, chiamato proprio a fare quel tipo di gol, pesanti e difficili sul piano della tecnica. Matic a centrocampo lotta e pulisce ogni pallone, mentre Smalling in difesa alza un muro difficile da scalare, grazie anche alla maturazione di Ibanez (fresco di convocazione con il Brasile) e Mancini (meno irruento e con una media di cartellini gialli molto più bassa rispetto a qualche mese fa). Pellegrini si comporta da leader mentre Zaniolo combatte e cerca di illuminare anche se gli riesce con una frequenza ancora troppo bassa per i suoi standard.

Vincere contro l’Inter sottolinea l’ottimo lavoro della società e dell’allenatore: i nerazzurri erano senza Lukaku e Brozovic, ma in passato un “vantaggio” del genere non sarebbe mai stato sfruttato dai ragazzi di Mourinho. Milano lascia 3 punti alla Roma che prende coraggio, guarda con positività alla classifica e inizia a sognare di tornare in quelle posizione che le competono maggiormente.

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