Idee Partenopee: Bruno Gaipa sulla vittoria della Coppa Italia del Napoli

Felici. Una coppa che ci rende felici. 25 anni dopo quel 1987 in cui realizzammo il binomio. 22 anni dopo la supercoppa. 8 anni dopo il fallimento. Il primo atto concreto della gestione De Laurentiis. Quel sottile ma significativo “si può vincere” che entra nella testa di tutti. Fair play, salary cup, gestione attenta sono concetti giusti ma senza una vittoria poco apprezzati. E allora ecco perché vedere il Napoli primeggiare oggi ha ancora più gusto. Sottrarre poi il trofeo alla nemica storica ha un sapore a dir poco divino. Divino come il segno che porta dietro il Matador alla sua seconda stagione in azzurro chiusa a quota 33 gol. L’ultimo sgarro alla signora imbattuta. Freddezza da killer d’area. E ora vorrei sentire chi si permetterà di chiedersi con scetticismo “si ripeterà”?
Le lacrime del pocho aumentano il presagio dell’addio e fanno salire il dispiacere dei tifosi, la coppa alzata dal capitano Cannavaro ricorda quella alzata 6 anni prima dal fratello a Berlino e scrive la storia come quella alzata nel 1976 da Totonno Juliano nel 4-0 contro il Verona, lo sguardo di Grava in tribuna è l’emblema di un Napoli che sì è ricostruito con umiltà, sacrificio e lo ha fatto per tornare a vincere, il grido di liberazione di Marek è il segno di una voglia di far arrivare in ogni dove il proprio impegno per far vincere Napoli e il Napoli. Per restituire al popolo di Masaniello ciò che la storia gli ha confiscato e depredato. La felicità. La vittoria che ti porta in giro. La conferma che fare impresa con successo a Napoli è possibile e non solo per logiche di bilancio, ma per la grande forza che il napoletano conserva. Per la passione che lo caratterizza.
Godiamoci questa magica coppa che è insignificante solo per chi non la vince. Ma che suona come un campanello di allarme per tutti. Vincere abitua a vincere. La coppa Italia è un punto di partenza per tornare a scrivere il nome Napoli negli albi d’oro, per colorare d’azzurro le pagine di storia moderna di questo sport, nel quale crediamo tanto, e che grazie a De Laurentiis è nuovamente diventato uno dei principali motori internazionali di promozione dei valori e della cultura che nulla e nessuno potrà mai sottrarre alla nostra Partenope.

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