Italia sì, Italia no

Domani si torna, in Italia, a parlare di calcio giocato. Dopo settimane, dove sulle prime pagine dei quotidiani sportivi si è parlato solo di giustizia sportiva, colpevoli e presunti indagati. Lo scandalo “Last Bet”, l’ennesimo, ha messo sempre più in cattiva luce uno sport che, nella nostra penisola, sta diventando famoso più per le nefandezze che per i risultati ottenuti.Un altro scacco, colpo basso fatto alla collettività, a quelle persone che, magari, la Domenica si mettevano in poltrona incitando la propria squadra, senza sapere che era già tutto previsto. Un clima simile ricorda qualcosa a molti, basta tornare indietro qualche anno.

Wikipedia, Alessio Damato

GERMANIA ’06 – All’epoca, l’Italia di Lippi partiva per i Mondiali non proprio con la coscienza pulita. Era appena scoppiato Calciopoli. Scandalo che coinvolse molte squadre di serie A, una su tutte: la Juventus, e di serie B, vedendo imputate anche molte personalità del panorama calcistico. Le accuse rivolte ai molteplici imputati, tra cui spiccano i nomi di Luciano Moggi e Antonio Giraudo per la Juventus, dei fratelli Diego ed Andrea Della Valle per la Fiorentina, di Claudio Lotito per la Lazio e di Pasquale Foti per la Reggina, spaziavano dalla violazione delle norme di lealtà, correttezza e probità sportiva (art. 1 del Codice di Giustizia Sportiva vigente all’epoca) all’illecito sportivo vero e proprio (art. 6 del CGS). Furono coinvolti nello scandalo anche i due designatori arbitrali della CAN A dell’epoca, cioè Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo, e diversi arbitri: Massimo De Santis, che avrebbe dovuto rappresentare l’Italia al Mondiale(sostituito in seguito allo scandalo da Roberto Rosetti), Paolo Dondarini, Gianluca Paparesta, Paolo Bertini, Domenico Messina, Gianluca Rocchi, Paolo Tagliavento,Pasquale Rodomonti. Accusati anche i vertici della Federcalcio, precisamente il presidente Franco Carraro ed il vicepresidente Innocenzo Mazzini, ed il presidente dell’AIA Tullio Lanese. Secondo l’accusa i dirigenti di società coinvolti intrattenevano rapporti con i designatori arbitrali atti ad influenzare le designazioni per le partite delle proprie squadre in modo da ottenere arbitri considerati favorevoli. In questo erano spesso appoggiati o spalleggiati dagli esponenti della federazione coinvolti nell’inchiesta. Sempre secondo l’accusa era pratica comune inoltrare attraverso i designatori arbitrali o la FIGC recriminazioni e velate minacce nei confronti degli arbitri considerati non favorevoli (Fonte: Wikipedia).
In questo clima da Norimberga, la Nazionale azzurra, partita in terra tedesca con la coda tra le gambe, torna vincitrice di un Mondiale, contro ogni pronostico. Gli azzurri su quei campi diedero il massimo, confermando buone prestazioni, accompagnate da un’ invidiabile condizione atletica. Una dimostrazione? Quell’anno, il portiere azzurro, Gianluigi Buffon, è rimasto imbattuto per 460 minuti e Fabio Cannavaro vinse il Pallone d’oro (fu uno dei cinque italiani, prima di lui, riuscirono nell’impresa: Omar Sìvori, Gianni Rivera, Paolo Rossi e Roberto Baggio), a coronamento di una competizione disputata in maniera egregia, che lo ha visto Capitano di un gruppo affiatato e compatto.
Ora, tornando ai giorni nostri, potremmo improvvisare un trova le differenze (anche perché, le analogie sono palesi) tra il passato, non troppo remoto, ed il presente. Quello che intendo sottolineare è che, in queste situazioni, di, chiamiamolo, empasse etico e morale, gli azzurri danno sempre il massimo sul campo. Infatti, nel 2006, la vittoria del Mondiale servì, anche, da tabula rasa nella mente delle persone, circa gli scandali rettificati tempo prima. Il trionfo cancellò l’amarezza collettiva e mise il calcio italiano, nuovamente, sui binari della credibilità. Si riprese la diritta via che era smarrita, insomma. Adesso però, ci ritroviamo sotto l’occhio del ciclone. La portata è più ampia: anche i giocatori sono coinvolti nell’illecito. Non è più dall’alto la manovra, ora persino gli attori di questo spettacolo sono partecipi e conniventi al declino. Non basteranno belle azioni, per cancellare, almeno parzialmente, quanto fatto. Il codice etico, adottato da Prandelli, esclude quelli coinvolti direttamente: chiedere conferma a Criscito. Buffon e Bonucci restano. Come dire, in attesa di giudizio. Intanto, il match contro la Spagna segnerà l’inizio dell’Europeo per mister Prandelli, tutto è pronto. Le speranze del calcio italiano dipendono dai risultati del campo, una volta tanto. Quindi, per ora, forza azzurri! Poi si vedrà.

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