A tutta tattica – Palermo schiacciasassi, ma solo al Barbera

Sesta vittoria consecutiva in casa per il Palermo di Devis Mangia. Il suo arrivo in prima squadra dalla Primavera è stato un po’ casuale e burrascoso; ad ogni modo è un bene per il calcio italiano che nascano personaggi nuovi, giovani e  con un importante contributo da apportare.

Il Palermo viene da anni difficili, dovuti al burrascoso rapporto tra l’ex allenatore Delio Rossi e il vulcanico presidente Zamparini. In realtà il rapporto burrascoso Zamparini ce l’ha con tutti, basta guardare a come sono finite le cose tra lui e Pioli, otra lui e il ds Sogliano; prima ancora la strappo c’era stato anche con Delio Rossi e Sabatini (ora entrambi occupatissimi altrove). Se da una parte la gestione scoppiettante ha permesso di avere il miglior bilancio tra le società di serie A nel 2009, come riportava il Sole 24 Ore, è pur vero che la mancanza di continuità impedisce alla squadra di esprimersi ad alti livelli.

Proprio qui si inserisce il delicato compito di Mangia, che si è dovuto inventare allenatore di serie A. Di solito a lui piace far giocare le sue squadre con il 4-4-2. Nell’ interpretazione di questo modulo, i giocatori chiave sono gli esterni di centrocampo, molto offensivi, praticamente degli attaccanti. In pratica, stiamo parlando del 4-4-2 moderno, quello alla Antonio Conte per intenderci, fatte però le dovute differenze relative alle specificità di ogni allenatore.

L’organico del Palermo, prima dell’arrivo di Mangia, era stato pensato per un centrocampo a tre a supporto di uno o due trequartisti. Anche per questo motivo spesso il Palermo gioca con il 4-3-3, con Ilicic dietro le punte, che altrimenti sarebbe “sacrificato” sulla fascia.

Difesa: Questo reparto era con Rossi,ed è tutt’ora, il vero tallone d’Achille della squadra: Mangia ha privato a dare maggiore solidità spostando Migliaccio centrale dalla mediana. I risultati sono altalenanti. Davvero è strano come certe squadre conservino sempre gli stessi punti deboli nonostante il succedersi di giocatori e allenatori. Basta pensare al Milan, che sono anni che prende facilmente gol da palle alte e inattive. Così il Palermo soffre sempre delle stesse amnesie difensive.

Centrocampo: Qui il filtro dipende dal modulo, ma sia che vengano schierati due centrali o tre mediani a supporto dell’attacco la difesa rimane spesso scoperta, nonostante il gioco sia impostato sulle ripartenze veloci più che sul possesso palla. Quali che siano gli interpreti, da Della Rocca ad Acquah, l’andamento altalenante è confermato.

Attacco: I giocatori più più interessanti si trovano in questo reparto, su tutti Ilicic, che con la partenza di Pastore avrebbe dovuto avere tutto lo spazio necessario per fare il salto di qualità; eppure spesso è stato “bloccato” dalla posizione defilata sulla sinistra, mentre lui preferisce svariare dietro gli attaccanti. Ieri, contro la Fiorentina (dell’ex Delio Rossi, il mondo è proprio piccolo..) il giacatore sloveno ha coronato la prestazione con un assist ed un gol, e non era casuale il suo impiego nel ruolo che preferisce.

 

In sintesi, sia che giochi con il 4-4-2, sia che giochi con il 4-3-3, il Palermo presenta spesso delle difficoltà che non son riconducibili al modulo. La vera differenza di rendimento è tra le partite in casa e quelle in trasferta: al Barbera i rosanero hanno conquistato 6 vittorie su 6 incontri, lontani dalle mura amiche  un solo pareggio e 5 sconfitte. La preparazione tattica di Mangia è fuori discussione e il suo entusiasmo non può che far bene alla squadra, ma è sulla testa dei sui giocatori che questo giovane allenatore deve lavorare maggiormente.

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