Atalanta, Schelotto: “Pronto per andare a giocare in una big? Sono già in una grande squadra…”

Molti vorrebbero essere al suo posto, a trovarsi a dover scegliere dove andare tra Juventus e Inter, perché le voci di mercato corrono veloci e il nome di Ezequiel Schelotto è ormai accostato a diverse big del calcio italiano e non, con il Liverpool in pole position tra le pretendenti estere. Il Galgo, però, preferisce dribblare le indiscrezioni dei giornalisti e conferma che al primo posto per lui c’è l’Atalanta.

Autore:Michele Venturini

Ecco la sua intervista concessa in esclusiva a Goal.com, nella quale l’ex nazionale Under 21 rivive il passato, si compiace del suo presente in nerazzurro e getta uno sguardo al futuro.

 

Domenica avete festeggiato la salvezza con tre giornate d’anticipo: se te l’avessero detto quest’estate, dopo tutto quello che era successo, ci avresti creduto?

“Magari non con tre giornate d’anticipo, ma devo dire che noi ci abbiamo sempre creduto: sapevamo che eravamo un gruppo solido, unito e una buona squadra. Venivamo dalla serie B e quindi già non sarebbe stata una cosa normale salvarsi con tre giornate d’anticipo in generale, con tre giornate d’anticipo poi…”.

 

Mai avuto paura di non farcela?

“Mai, sinceramente mai. Abbiamo sempre solo pensato a lavorare duro, seguire i dettami del mister e giocarcela. In noi c’era tanta voglia di fare bene e anche un po’ d’orgoglio per dimostrare a tutti quelli che ci davano già per spacciati, che si sbagliavano a darci già per retrocessi. Onestamente, penso che siano stati più gli altri a non credere in noi, mentre noi  eravamo consapevoli della nostra forza. Abbiamo sempre dato il massimo e spesso abbiamo giocato anche bene, togliendoci soddisfazioni importanti. A volte, abbiamo anche perso punti negli ultimi minuti, come in casa contro il Napoli ed in altre occasioni, ma non ci siamo mai persi d’animo”.

 

Avete 46 punti, senza penalizzazione 52, zona Champions League: se non aveste perso quei punti avreste lottato per lo Scudetto…

“Perché no (ride, ndr)? A parte gli scherzi, è un peccato per la penalizzazione, ma anche per quei punti un po’ sprecati, perché altrimenti ora potremmo lottare per traguardi davvero importanti. Ma il nostro Scudetto l’abbiamo già vinto salvandoci contro i pronostici di tutti, questo è il nostro maggiore orgoglio”.

 

C’è stato un momento nel quale hai provato particolare soddisfazione e magari capito che ce l’avreste davvero fatta a compiere l’impresa?

“Abbiamo fatto tante grandi imprese: in casa abbiamo vinto tanto e fatto vittime anche importanti, ma il momento più esaltante per me è stata la vittoria di Napoli: venivamo dalla brutta sconfitta in casa di Siena e le gambe potevano tremare, invece siamo andati al San Paolo con grande personalità, abbiamo giocato benissimo, siamo stati superiori ad una squadra che era stata da poco eliminata dalla Champions e abbiamo portato a casa tre punti meritatissimi. Lì ho capito che ormai c’eravamo”.

 

Poi, per te che sei argentino, vincere nello stadio di Maradona…

“Per me è stata sicuramente un’emozione intensa, perché Maradona è l’idolo di ogni argentino e quindi anche il mio. Espugnare il San Paolo mi ha dato davvero brividi particolari”.

 

Argentino, ma anche italiano, visto che hai già vestito la maglia della nostra Nazionale: pentito di aver scelto l’Italia e non l’Argentina?

“Mai, non ho mai pensato di aver commesso un errore e quando Casiraghi mi ha chiamato per chiedermi se me la sentissi di vestire l’Azzurro con l’U21, non ho avuto nessun tentennamento, ho risposto sì subito e con convinzione. L’Italia è il paese che ha accolto me e la mia famiglia in modo eccezionale, è qui che sono cresciuto come calciatore, quindi non ho avuto dubbi al momento di decidere. E vestire la maglia della Nazionale mi ha dato una grande soddisfazione e, oggi, lavoro per guadagnarmi l’Italia dei grandi. Entrare nella squadra di Prandelli per me sarebbe un sogno…”.

 

Troppo tardi per l’Europeo?

“Non è mai troppo tardi e sognare non costa nulla. Io ci spero e se mai dovessi veramente riuscire ad andare agli Europei con l’Italia, per me sarebbe un grandissimo orgoglio. Ma se anche non dovessi riuscirci ora, sono ancora giovane e continuerò a lavorare per migliorare e guadagnarmi una maglia azzurra”.

 

Migliorare anche nell’accettare le sostituzioni, in modo da non litigare più con Colantuono? A proposito, ma hai capito cosa ti ha urlato dietro a Catania (Schelotto si era arrabbiato per la sostituzione, ndr) o era in romanesco stretto?

“Ho capito, ho capito (ride, ndr). Ma a parte tutto, con Colantuono non ci sono mai problemi: io e lui abbiamo un rapporto molto stretto e schietto, noi ci diciamo tutto in faccia, apertamente. In quell’occasione, comunque, io ero deluso con me stesso per non essere riuscito a dare il mio contributo, quell’arrabbiatura era la dimostrazione di quanto io tenga a questa maglia, mentre poi è passato il messaggio che non avessi digerito la sostituzione, ma non era così. Per me il mister è come un secondo padre, è lui che mi ha dato fiducia e che quest’anno mi ha permesso di esprimermi al meglio schierandomi con continuità, a lui sarò sempre riconoscente. Poi, a volte, ci sta di discutere, ma tutto finisce lì”.

 

Cambiando discorso: hai sempre detto che Zanetti è il tuo idolo, ma c’è un giocatore italiano che ammiri in modo particolare o al quale ti ispiri?

“Ce ne sono tanti che ammiro, ovviamente, e qualcuno me lo dimenticherò. Quest’anno ho apprezzato particolarmente Pirlo: quando abbiamo affrontato la Juve, mi ha fatto una grandissima impressione e, poi, fuori dal campo, mi dà la sensazione di essere un bravo ragazzo. Poi, anche Del Piero, grande campione e grande uomo”.

 

Secondo me potresti assomigliare ad un altro calciatore e seguirne le orme: Zambrotta. Anche lui aveva cominciato laterale alto e poi è diventato campione del mondo da laterale basso: tu te la sentiresti di cambiare?

“È un ruolo che ho fatto e che non mi dispiace assolutamente. Anzi, qualcuno dice che sia quella la posizione in cui rendo al meglio. Io non ho problemi a provarci: certo, ci sarà da studiare i movimenti e lavorare, ma io non escludo nulla. Se, poi, questo dovesse realmente consentire di vincere quello che ha vinto Zambrotta, firmo subito (ride, ndr)”.

 

Sai che in quel ruolo, saresti perfetto per il 3-5-2 di Conte? Si è parlato tanto di un interesse della Juve per te: che effetto ti fa pensare di poter giocare in Champions?

“Ho sentito delle voci relative alla Juve e avevo letto anche di quelle sull’Inter. Ovviamente giocare in una squadra che lotta per lo Scudetto e gioca in Champions, è il sogno di ogni calciatore. Io sono consapevole di aver fatto una buona stagione, ma il resto lo lascio fare ai miei agenti e al mio presidente. Ma che non passi il concetto che io me ne voglia andare, perché qui a Bergamo sto benissimo e gioco già in una grande squadra. D’altronde, se non fosse così, se non fosse un gruppo con grande qualità e carattere, non avremmo fatto 52 punti. Con quei punti, oggi lotteremmo anche noi per la Champions…”.

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