Numeri di italiani, giovani e tasso tecnico: ecco cosa è cambiato – Parte due –

Milan

Investimento sugli italiani: I numeri sono più o meno simili, come ovvio che sia per ogni squadra già analizzata e che si analizzerà successivamente. L’anno scorso cinque (se si esclude dalla squadra tipo Nocerino, che però si è dimostrato uno dei migliori acquisti della scorsa stagione), quest’anno sei.

Fonte: Danilo Rossetti

Il punto sul quale pare ridimensionata la realtà italiana nel Milan è quello qualitativo. Non c’è dubbio, senza bisogno di essere faziosi, che Bonera non è Nesta e che Montolivo, seppure possieda una discreta esperienza anche in campo internazionale, non può valere l’esperienza degli italiani precedentemente presenti.

Investimento sui giovani: su questo piano, il Milan ha fatto una chiara scelta, naturalmente correlata in maniera importante al ridimensionamento economico voluto dalla proprietà.

Seedorf, Van Bommel, Gattuso, Inzaghi, Nesta. Tutti questi giocatori erano degli over 30 e presupponevano costi annuali importanti. Ora che non ci sono più, l’investimento sul mercato, seppure contenuto e di medio-basso profilo, si è indirizzato verso giocatori moderatamente giovani o giovani. Montolivo ha 27 anni, la stessa età è condivisa da Bakaye Traorè (soltanto uno in più per De Jong, ultimo fresco acquisto). Per contro, Acerbi, Bojan e Niang ringiovaniscono considerevolmente la formazione rossonera. 23, 22 e 18 sono gli anni dei rispettivi tre giocatori. Si può dire senza dubbio che il Milan ha evidentemente operato nell’ottica di ringiovanire la squadra, legando il tutto ad un ovvio e doveroso contenimento dei costi di gestione.

Tasso tecnico: se è verosimilmente comprovato che l’investimento sui giovani è da ritenere promosso, sul tasso tecnico della squadra le valutazioni sono piuttosto severe. Non è certo scoperta di oggi che la difesa non è ai buoni livelli dell’anno scorso. Il centrocampo, dal suo canto, lascia diverse incognite sulla sua solidità e sulla sua capacità di essere motore e regia per l’attacco. Quest’ultimo perde, in tutta evidenza, un vero peso offensivo quale era Ibrahimovic o quale sarebbe potuto essere un giocatore nello stile di Dzeko qualora fosse stato acquisito.

 

Per i limiti palesati nella prima e terza variabile, sembra poter essere realistico che il Milan non rientri tra le dirette concorrenti per il massimo traguardo finale, bensi possa ambire, con altre squadre, ad un posizionamento in Champions o in Europa League.

 

Udinese

Investimento sugli italiani: la squadra friulana, rispetto all’anno passato, segna un suggestivo +2. Passa dai tre italiani (sempre riferendoci alla squadra tipo) ai cinque di quest’inizio stagione. La differenza fondamentale sta nell’inserimento di Faraoni e della conferma da titolare di Coda.

A ben vedere, il +2 a cui si accennava diventa un po’ meno positivo nel momento in cui si pensa che Asamoah e Isla sono stati sostituiti da altrettanti stranieri, Willians e Pereyra.

Investimento sui giovani: qui l’Udinese è davvero all’avanguardia. Dopo aver venduto due giovani e ottimi giocatori (Isla e Asamoah) di 24 anni, hanno investito su tre ragazzi di 21 anni (Faraoni, Pereyra e Muriel) e tre di 26 (Maicosuel, Willians e Brkic). L’Udinese è da considerarsi all’avanguardia poiché gli investimenti sui giovani non sono lasciati marcire nelle panchine o in prestitiche mettono in difficoltà il singolo calciatore, bensi sono immediatamente utilizzati in campo, sfornando continuamente, alla fine di ogni stagione, almeno uno o due giocatori che determinano importanti plusvalenze. Quelle della scorsa stagione sono state ricordate, ma sarebbe ridicolo dimenticare il Sanchez di due anni fa che fruttò sostanzialmente 40 milioni per le casse della famiglia Pozzo.

Tasso tecnico: da questo punto di vista la perdita costante, ad ogni epilogo stagionale, dei 2/3 giocatori più forti della squadra comporta un ripetuto punto di domanda ad ogni nuovo inizio.

Isla, Asamoah e Handanovic erano tre punti di riferimento della squadra friulana dell’anno scorso. Certo, Willians potrebbe dare ottime garanzie tecniche, Brkic sembra essersi calato abbastanza bene nella realtà bianconera, Muriel e Maicosuel possono essere due valori aggiunti per la squadra di Guidolin. Tutto ciò, però, non pare sufficiente per ritenere che l’Udinese possa ripercorrere le orma dei due campionati passati (da ritenersi trionfali).

 

Per questi motivi, l’Udinese pare destinata a disputare un buon campionato, che però, al più, la porterà a ridosso del terzo posto, anche se pare difficoltoso possa riacciuffarlo.

 

Lazio

Investimento sugli italiani: anche per la Lazio, al pari dell’altra squadra della Capitale, il numero di italiani non è variato da quest’anno all’anno scorso: quattro.

A ben vedere, non sembra nemmeno che la dirigenza biancoceleste abbia fatto i miracoli per aggiudicarsi giocatori “di casa” di qualità. Il migliore acquisto estivo è molto probabilmente Ederson, il quale non è italiano. Se dovessimo anche inquadrare un tendenza degli ultimi anni, si può cristallinamente affermare che il mercato dei giocatori italiani non esalti Lotito e Tare.

Gli italiani che compongono la squadra di Petkovic sono per lo più bandiere (Mauri, Rocchi e Brocchi) oppure discreti giocatori (Marchetti e Candreva).

Investimento sui giovani: anche in questo caso, pare essere chiaro il debole investimento sulle giovani leve. Potrebbe bastare una breve analisi anagrafica dei giocatori più rilevanti della squadra per comprenderlo: Dias e Biava sono over 30, la stessa sorte per Ledesma e Mauri a centrocampo, e identico destino per Rocchi e Klose nel reparto offensivo.

Dovendo guardare a più ampio raggio la rosa della Lazio, non sembra ci siano altri giocatori giovani che possano invertire una tendenza piuttosto menefreghista nei confronti dell’investimento verso i giovani.

Tasso tecnico: rispetto alle due precedenti variabili, questa sembra essere abbastanza positiva. La squadra non ha perso pedine importanti rispetto all’anno scorso e ha aggiunto un ottimo giocatore come Ederson al proprio centrocampo avanzato. Non strettamente legato alla questione tecnica, ma pur sempre importante, è il fatto che il consolidamento di una rosa permette l’inserimento dei nuovi arrivi e soprattutto la riconferma dei risultati ottenuti nelle annate passate.

 

Per tutte queste ragioni la Lazio, pur non candidandosi a perentori salti di qualità, dà l’impressione di poter raggiungere gli obiettivi già centrati nelle precedenti stagioni.

 

Fiorentina

Investimento sugli italiani: la Fiorentina segna negativo nell’investimento sugli italiani, ma la politica non sembra essere comunque stata sbagliata. L’anno scorso, al via, la Fiorentina proponeva otto calciatori italiani tra i titolari, mentre quest’anno è scesa a cinque. Se dovessimo però prendere la lente di ingrandimento, ci renderemmo subito conto che sono partiti Gamberini, Cerci, Montolivo e Gilardino, mentre in entrata sono arrivati Viviano e Aquilani. Non sembra essere stata una politica errata poiché Gamberini non era più giovanissimo, Cerci non era probabilmente al centro del progetto di Montella, Montolivo era in collisione con la piazza e voleva andarsene e infine Gilardino era già andato al Genoa da gennaio. Gli arrivi italiani sono stati comunque ottimi. Viviano continua ad essere considerato uno dei migliori portieri italiani, mentre Aquilani, a prescindere dalle difficoltà nelle altre squadre e dai ripetuti infortuni, rimane un giocatore dalla buonissima tecnica.

Investimento sui giovani: non sembra che quest’anno la dirigenza viola si sia particolarmente incentrata sull’investimento dei giovani. Infatti, i migliori acquisti della Fiorentina di quest’anno non viaggiano su età bassissime. Gonzalo è un trentenne, Borja Valero ne ha ventisette, Pizarro ne ha addirittura 33.

L’attacco titolare invece viaggia sui vent’anni di media, ma purtroppo Ljajic e Jovetic non sono acquisti di quest’estate.

Tasso tecnico: rispetto alle due variabili precedenti, come nel caso della Lazio in questa terza parziale valutazione la Fiorentina appare rinforzata rispetto all’anno scorso.

Viviano potrebbe cominciare la sua annata migliore, Gonzalo può candidarsi come garanzia difensiva, a centrocampo il trio Pizarro-Aquilani-Borja Valero può dare importantissime soddisfazioni alla tifoseria viola. L’attacco, infine, si riconferma e diventa ancora più forte rispetto all’anno scorso. Ljajic ha un altro anno di esperienza alle spalle e Jovetic, la cui qualità è riconosciuta viste tutte le squadre che l’hanno seguito sul mercato quest’estate, farà probabilmente la differenza.

 

Per quanto riguarda l’analisi generale, la Fiorentina sembra essere l’ultima formazione realmente accreditata ad un posto nell’Europa. Se sarà quella che conta (Champions League) o quella consolatrice (Europa League) lo dirà il campo.

 

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