Una giocata da ricordare una vita

Al triplice fischio finale, sarà un susseguirsi di lacrime, ricordi, emozioni e tanti, tantissimi applausi; non per un tricolore vinto o per una qualificazione raggiunta, non per un gol fatto o un’occasione mancata, bensì per l’ultimo match di un campione che ha dato tanto per una maglia o, meglio ancora, per il calcio.

Fonte: Danilo Rossetti

Del Piero, Gattuso, Cordoba, Di Vaio, Nesta, Zambrotta, Seedorf, Kaladze, Inzaghi…

Si chiude un ciclo, delle bellissime storie, degli intrecci di interminabili ricordi che rimarranno impressi nella mente di ogni singolo tifoso.

Ad ognuno di loro è legato almeno un ricordo di un preciso momento della nostra vita.

Da interista (fottutamente anti juventino), non potrò mai dimenticare il primo gol di Del Piero alla Fiorentina perchè mi fa tornare magicamente a quella domenica pomeriggio, in viaggio con la “Uno “ di famiglia, quando il radiocronista annunciò entusiasta quel gol ed io mi girai verso mio padre, un po’ dispiaciuto e lui mi sorrise, confortandomi.

Da quel giorno sono passati tanti anni, mio padre non c’è più, ma quegli occhi di conforto per quello splendido gol, non li dimenticherò mai più!

Piccole magie, piccoli poteri di calciatori che non necessariamente hanno fatto parte della propria squadra del cuore.

Ed allora come non ricordare la grinta mastodontica di quel rude ragazzo calabrese di nome Gattuso che all’apparenza sembrerebbe un falegname di terza categoria ed invece ha fatto tremare i migliori giocatori del mondo, annichinendoli con la sua rabbia agonistica degno di un gladiatore.

Come non apprezzare i gol e l’esultanze piene di passione di Pippo Inzaghi,  l’eleganza di Nesta, le galoppate di Zambrotta, le giocate ed i trofei di Seedorf, la tenacia e la forza di volontà di Kaladze,  campioni di solidarietà ma anche protagonisti di vicende umane drammatiche nel caso del difensore georgiano.

Come dimenticare le sedie o qualsiasi cosa si aveva davanti, fatti saltare puntualmente in aria quando Cordoba combinava qualche pasticcio, subito perdonato alla prima entrata utile, sul pallone e non!

Come scordarsi di quel che è stato Di Vaio per la Lazio prima e il Bologna poi, campione umile che ha sfiorato più volte il salto di qualità, sfortunato a Valencia o a Torino, ma garante di gol a volontà!

Mancherà tantissimo a tanti fantallenatori…

Per ognuno di questi ragazzi, ogni ricordo è e rimarrà indelebile, a prescindere dalla bandiera che si ama sventolare.

Ognuno di noi, quando si parlerà di loro, ricorderà con piacere quella partita o quel momento, quell’amicizia o quel viaggio, quel momentaccio della vita o quello splendido periodo vissuto.

Credo sia questa la vittoria più grande per ognuno di questi ragazzi.

Ed allora, Signore e Signori, alziamoci in piedi ad applaudire e a salutare questi grandi Campioni, perchè gli anni passano per tutti, ma i momenti, le emozioni, i ricordi…No!

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