Maurizio Schillaci, interviene Zeman: “Gli auguro un’altra ripartenza, una delle sue”

A qualche giorno dall’intervista all'”altro” Schillaci, Maurizio, il cugino di Totò, apparsa su un giornale online di Palermo (clicca qui per leggerla), la triste storia del trequartista di Palermo, Licata e Lazio, riceve risposta dal guru del calcio, Zdenek Zeman, che per primo aveva riposto le sue speranze su questo ragazzino palermitano, convinto del suo talento tanto da arrivare a dirlo più forte del celebre cugino. In una lettera alla Gazzetta dello Sport, il boemo ripercorre il suo legame calcistico e umano con Schillaci, augurandogli calorosamente di riscattarsi. Queste le parole emozionate e commosse di Zeman:

fonte: www.wikipedia.org - Paolo Magliani
fonte: www.wikipedia.org – Paolo Magliani

Ci sono storie che toccano il cuore. E che fanno male. Storie che portano inevitabilmente “tutti gli altri” a parlare, giudicare, commuoversi, partecipare. Quella di Maurizio Schillaci diventa notizia oggi nei passaggi più drammatici, che più fanno effetto, ma ha radici più lontane, passaggi più complessi. E io ho troppo rispetto per unirmi a un coro o per condividere ricordi e momenti vissuti con lui così personali.

Perché Maurizio l’ho avuto negli Allievi, poi in Primavera, poi a Licata, Foggia (ma solo pochi giorni), Messina… L’ho visto crescere in quegli anni in cui il calcio, soprattutto al Sud, aveva ancora la poesia di campi arrangiati e di rapporti umani e Maurizio era idolo dei suoi tifosi e leader per i compagni. Così lascio per me l’uomo e vi racconto “solo” il giocatore.

Un grande talento. Tecnicamente un fenomeno. Per mezzi, colpi e intelligenza calcistica avrebbe potuto giocare in Serie A senza difficoltà e farlo a grandi livelli. Nel mio 4-3-3 giocava sulla fascia, e aveva tutto quel che serve per quel ruolo: corsa, progressione, tecnica, senso del gol, altruismo. Maurizio è sempre stato un generoso con tutti, per questo i compagni gli volevano bene. Lui aiutava tutti. E dispiace oggi saperlo solo.

Se era più forte del più famoso cugino Totò? In passato l’ho detto, ma non c’è sempre bisogno di un paragone, di un più o un meno, di un titolo a effetto. Certe carriere non sempre ti regalano quanto avresti meritato. Vale anche per la vita, purtroppo. Che non inizia e finisce solo in un campo di calcio. Lì Maurizio la sua partita la giocava veloce e leggera, con fantasia e colpi di genio, col cuore e con la testa. E non finiva mai in fuorigioco. Così mentre me lo rivedo su quella fascia, quello che gli auguro oggi è di riuscire in un’altra ripartenza, una di quelle in cui era bravissimo e nessuno riusciva a stargli dietro. Non è mai troppo tardi”.

Intanto, dalle colonne della Gazzetta, arriva anche un altro messaggio, da parte di quel già citato Totò, lo Schillaci eroe di Italia ’90, che si dice sorpreso e rammaricato dal racconto del cugino: Non sapevo nulla del fatto che dormisse sui treni, per un periodo l’avevo anche fatto lavorare con me, non ho capito perché poi sia andato via. Proprio questa mattina ne parlavo con mio padre e siamo sinceramente rammaricati. Purtroppo negli ultimi anni ci siamo persi di vista, ma ora cercherò di dargli una mano

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