Lazio, esce Hernanes e si accende la luce

Una Lazio dai due volti quella che ieri sera è uscita vincitrice dal big match dell’Olimpico. Un primo tempo opaco con una squadra molle e priva di idee che quasi rinuncia a giocare. Insomma, la fotografia fedele della Lazio dell’ultimo periodo. Eppure, le premesse sembravano essere migliori. Ma dopo un primo quarto d’ora fatto di intensità più che di bel gioco, in cui la Lazio trovava il vantaggio con una conclusione di Candreva che coglieva impreparato De Sanctis, la luce poco alla volta cominciava a spegnersi. Il Napoli prendeva in mano la partita e se Marchetti sventava una conclusione a botta sicura di Cavani subito dopo il vantaggio laziale, nulla poteva sul tiro di Pandev che riportava il risultato in parità. Da quel momento era un monologo partenopeo, con la squadra di Reja incapace di rendersi pericolosa in attacco dove Rocchi era lasciato completamente solo a vedersela con la difesa a quattro degli azzurri. Solo la solidità della retroguardia biancoceleste, guidata da un magistrale Diakitè, consentiva alla formazione capitolina di limitare i danni e chiudere il primo tempo in parità.

 

Nel seconda frazione di gioco, però, la musica cambiava radicalmente. Una squadra arrembante, grintosa, fatta di corsa e belle giocate che, oltre alle due reti messe a segno, in più di un’occasione arrivava vicino al gol, prendeva in mano il gioco e concedeva poco e niente alla squadra di Mazzarri. Il motivo di questa metamorfosi della Lazio ha un nome: Hernanes. Il fantasista biancoceleste sta facendo fatica in questa stagione ed anche ieri è stato protagonista di una prestazione altamente sotto la sufficienza. Schierato da Reja a ridosso di Rocchi, ha faticato costantemente nel fare da collante tra il centrocampo e l’attacco. In quarantacinque minuti, ha toccato solo tre palloni tutti rigorosamente di tacco che, puntualmente, sono finiti tra i piedi dei centrocampisti azzurri dando il la alle ripartenze della squadra campana. Anche il pubblico deve aver capito che il brasiliano, in questo periodo, è il punto debole della Lazio, se è vero che la sua sostituzione nell’intervallo con Gonzalez, che ha dato maggiore sostanza al centrocampo biancoceleste, è stata accolta senza mugugni contrariamente a quanto avviene di solito. Quella apprezzata nel secondo tempo è stata una squadra del tutto diversa. Mauri, ora schierato a ridosso di Rocchi, riusciva la dove Hernanes aveva fallito nel primo tempo. Rocchi poteva contare sull’appoggio del trequartista brianzolo e portava scompiglio nella retroguardia napoletana favorendo con le sue sponde gli inserimenti dei centrocampisti che finalmente supportavano la manovra. Ledesma guidava magistralmente la regia ed aumentava i ritmi riducendo al minimo la percentuale di passaggi sbagliati. Il centrocampo del Napoli faticava a contenere gli attacchi biancocelesti e soprattutto a favorire le ripartenze dei tre tenori, con il risultato che Radu e Konko potevano aumentare le loro sortite offensive.

La Lazio produceva quel gioco che aveva latitato nella prima frazione della partita e finalmente creava apprensione alla retroguardia partenopea. Ci voleva una magia di Mauri per riportare la compagine di Reja in vantaggio. Ma in quel momento era chiaro l’andamento che ormai aveva assunto la partita. Le difficoltà del Napoli si appalesavano definitivamente in occasione del retropassaggio da cui è scaturiva il rigore procurato da Rocchi e trasformato da Ledesma che chiudeva definitivamente i conti. Quella del secondo tempo, in sostanza, è stata una grande prestazione da parte della Lazio, che le consente, nel giorno della toccante commemorazione di Giorgio Chinaglia, di mettere in cascina tre punti fondamentali nella corsa Champions, di tenere a distanza l’Udinese e soprattutto di acquisire sei punti di vantaggio sul Napoli nonché il vantaggio negli scontri diretti con la squadra partenopea. E che forse consegna a Reja una certezza in più su quella che deve essere la collocazione di Hernanes in questo finale di stagione.

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