Il personaggio della settimana: la terna arbitrale di Milan-Juventus
L’arbitro Tagliavento, gli assistenti Romagnoli e Di Liberatore e il quarto uomo Rizzoli sono i protagonisti della nostra rubrica questo lunedì. Infatti, abbiamo deciso di “premiare” la terna arbitrale di Milan-Juventus come personaggio della settimana.
Sotto l’occhio del ciclone ci è finito Roberto Romagnoli, 45 anni, commercialista nella vita e guardalinee per passione. Romagnoli è da dieci anni nei quadri della Can, ed era alla sua quattordicesima presenza stagionale. L’assistente si è macchiato degli errori più evidenti del match scudetto fra Milan e Juventus. Tra le varie nefandezze su tutte c’è il goal non dato a Muntari, un errore grossolano, difficile da non vedere. Lo sbaglio in quell’occasione è doppio, non solo Romagnoli non vede la palla entrare, sbaglia proprio la posizione. Infatti, in quelle occasioni, il guardalinee deve abbassare la testa e spostarsi verso la sua destra per vedere se la palla supera il palo o meno, Romagnoli invece è rimasto dritto non un cenno di spostamento, non un dubbio, come ha fatto a vedere oltre il palo senza avere la giusta visuale? Noi non lo sappiamo. Altra svista è stata il cazzotto rifilato da Mexes a Borriello, qui però dobbiamo dargli una scusante, se non ha visto il goal di Muntari sul primo palo come faceva a vedere un pugno dall’altra parte del campo? L’altro errore grossolano è stato il fuorigioco sbandierato a Matri: si è detto a inizio stagione che in caso di dubbio e posizioni millimetriche di fuorigioco bisogna far correre. Romagnoli che non aveva visto una palla entrata di 30 centimetri riesce a vedere un fuorigioco (che non c’era) di pochi millimetri, avrà acquistato la vista di Superman in quel frangente?
Altro protagonista di sabato sera è stato senz’altro l’arbitro Tagliavento, 40 anni a settembre. Sin dai primi minuti è apparso in difficoltà. Sul goal “fantasma” di Muntari l’arbitro stava indicando chiaramente il centro del campo per assegnare la rete, poi si è fidato, troppo, del suggerimento del suo assistente dimostrando di non avere la personalità per decidere in base a quello che aveva visto. Mancanza di personalità che non si è vista nell’espulsione di Vidal (netta), ma si è vista dopo pochi minuti quando ha punito con un’ammonizione lo stesso fallo fatto da Pepe e soprattutto si è vista nell’assenza dalla rissa che si era creata fuori al tunnel degli spogliatoi a fine partita.
Anche il quarto uomo Nicola Rizzoli ha palesato mancanza di personalità. Nell’occasione del goal di Muntari anche lui ha preferito non decidere, eppure dalle panchine era chiaro che la palla fosse entrata. Così come per il suo collega c’è da segnalare l’assenza dalla rissa finale. Inoltre, non ha visto nemmeno le gomitate di Pirlo rifilate a Van Bommel.
Dulcis in fundo Di Liberatore, l’altro assistente, che non ha visto l’incontro di wrestling di Muntari e Lichtesteiner.
Risultato? Prova oltre a tante polemiche, prova tv per Pirlo, Muntari e Mexes.
Premesso che abbiamo usato un taglio anche ironico, poiché crediamo che il calcio debba essere per prima cosa divertimento e premesso che sbagliare è umano, ci domandiamo: perché non dare un aiuto a questi arbitri, che sia moviola o microchip per i goal non goal? Soprattutto, perché in Europa ci sono i giudici d’area e in Italia non possiamo averli? Ai posteri l’ardua sentenza.
e quella di siena-palermo no?