Cassano-Pazzini, lo scambio più assurdo del secolo

Manca ormai soltanto l’ufficialità, ma l’operazione più paradossale del secolo può ormai ritenersi conclusa.

Stiamo parlando dello scambio tra Cassano-Pazzini, che ha molti contro, e pochi (se non zero) pro. È Innanzitutto la base dello scambio a sembrare inconcepibile: FantAntonio, giocatore ad oggi titolare del Milan e della Nazionale, autore, nonostante il brutto “incidente”, di una stagione ben più che sufficiente, viene valutato 5 milioni. Fin qui nulla di strano; unusquisque faber fortunae suae. Ma la perplessità affiora quando si legge la valutazione dell’altra pedina di scambio: il Pazzo. La punta, ormai ex Inter, ad oggi riserva delle riserve nerazzurre, che ad Appiano ha ormai a malapena l’armadietto (visto che il numero di maglia gli è stato “gentilmente” tolto), sicuramente non la prima scelta in nazionale, considerando anche le recenti convocazioni, nelle quali Prandelli ha adottato una filosofia dei giovani,  viene valutata, udite udite, ben 12 milioni. Eh sì che il secondo è più giovane, ma 2 anni valgono 7 milioni (di questi tempi non proprio noccioline)? La seconda cosa a lasciare allibiti è una mera, si fa per dire, considerazione tattica: l’Inter di quest’anno sembra sempre più intenzionata a giocare con un trequartista (Sneijder), un esterno largo a sinistra (Palacio) e una punta (Milito); e Cassano? Il barese, secondo le ultime indiscrezioni, non si sentiva più al centro del progetto rossonero, voleva tornare titolarissimo e protagonista, ma la domanda sorge spontanea: perchè allora ha accettato l’Inter? Davanti al fantasista ex Roma, Real e Samp c’è persino Coutinho, apparso in grande forma in questo precampionato.

Da considerare poi come sia “El Trenza” Palacio sia Cassano prediligano partire da sinistra, con l’unica differenza che il primo è un velocista, proprio come piace a Stramaccioni, il secondo, beh, non proprio... E Pazzini? Al Milan, senza Cassano, rischia di non vedere neanche un pallone. Sia chiaro, nessuno discute l’abilità dell’ex Viola, ma semplicemente il giocatore non sembra essere in grado di convivere con nessun membro del reparto offensivo rossonero. In parole povere: Pazzini, per segnare, ha bisogno di uno “alla Cassano”, di un uomo assist, ma al Milan, questo uomo assist, dov’è? Già lo scorso anno Pato si pestava i piedi con Ibra, attaccante ben più mobile del Pazzo, che ostacolerebbe ancor di più dunque il Papero. Neanche Robinho sembra essere “l’uomo che cerchiamo”. Sì, qualche assist lo fa, ma di cross se ne vedono ben pochi. Infine El Shaarawy. Il Faraone è sì un grande talento, ma per adesso sembra essere ancora un po’ acerbo, senza considerare poi che il suo stile di gioco è molto più vicino a quello di un Pato o un Di Natale, piuttosto che a quello di un Cassano. Infine due piccole “noticine”, per condire al meglio quanto detto fino ad adesso: la società del patron Moratti urla ormai da quasi una stagione alla rivoluzione, una rivoluzione, almeno a parole, “dei giovani”. Ma questi giovani?

Ovvio che non si possa fare una squadra competitiva di solo U23, almeno in Italia, ma almeno provarci… Adesso arriva un altro trentenne, dopo Palacio e Mudingayi, chiamali giovani… Al Milan invece, parlano di Fair Play Finanziario, di taglio di stipendi (tanto da aver letteralmente cacciato quasi tutti i senatori), ma poi, concludono l’affare Pazzini.

Che c’è di strano? Il giocatore guadagna quasi 3 milioni a stagione, che non sono proprio pochini, e non ha intenzione di ridursi l’ingaggio nemmeno di un centesimo. Cassano-Pazzini, lo scambio è servito. Contenti gli artefici, contenti tutti (o quasi)…