Branchini: “Dall’Italia solo timidi sondaggi per Guardiola, e su Josè Mourinho…”

Pep Guardiola è da poco il neo-allenatore del Bayern Monaco. Entrerà in carica il prossimo 30 giugno, quando scadrà il contratto dell’attuale tecnico, Jupp Heynckes. A questo proposito i colleghi di Calciomercato.com hanno deciso di intervistare Giovanni Branchini, persona molto vicina all’ex Barcellona che ha parlato anche di Josè Mourinho.

Josep GuardiolaFoto di Якушкин Иван - Wikipedia
Josep Guardiola
Foto di Якушкин Иван – Wikipedia

 

Guardiola al Bayern Monaco: una scelta per certi versi inaspettata, visto che circolavano nomi di altri club, ma per altri aspettti perfettamente in linea con il personaggio. Quali sono le motivazioni della decisione presa dall’ex allenatore del Barcellona?
“Il motivo mi sembra evidente. Da sempre c’è la consapevolezza che la scelta avrebbe tenuto conto di vari aspetti. Già la decisione di prendersi un anno sabbatico è poco comune, perché non è facile e non è usuale scendere mentre stai cavalcando la tigre. Guardiola invece è una persona particolare, con un modo tutto suo di vivere questa professione. E in questo senso si spiega da sé la scelta di una società che può vantare un certo tipo di storia e che appartiene a un tipo di calcio, quello tedesco, meno isterico rispetto ad altri. Quella del Bayern è anche una realtà nella quale chi arriva a fare l’allenatore ha anche la possibilità di avere a che fare con grandi personaggi che sul campo hanno percorso la stessa strada di Guardiola e che conoscono il calcio come pochi altri. Parlo di ex campioni come Hoeness e Rummenigge. Sono grandi dirigenti, che vivono la loro professione e il loro ruolo con un aplomb particolare, con la naturalezza di chi le cose le conosce. Inoltre, al Bayern, Guardiola trova un ambiente e una società che non hanno frenesia di dover fare investimenti importanti, ma che quando è il caso non hanno paura nemmeno di farli, sempre naturalmente con un occhio al bilancio. E, infine, al Bayern c’è una rosa competitiva, che gioca un buonissimo calcio”.

 

Come è nata e quando si è sviluppata la trattativa?
“La trattativa vera e propria per definire un accordo si è sviluppata nella pausa invernale del Bayern Monaco e della Bundesliga. Heynckes ha fatto sapere al club bavarese che stava pensando a un’ipotesi di ritiro a giugno e da quel momento il lavoro diplomatico svolto nei mesi precedenti ha iniziato a portare i suoi frutti. Mi riferisco alla normale attività diplomatica che un grande club come il Bayern deve fare, per essere pronto ad affrontare qualsiasi eventualità. Nel momento in cui si è conoscenza del fatto che un grande allenatore è libero e che nel giro di un anno tornerà ad allenare, ci si inizia a muovere”.

 

Dall’Italia sono arrivate delle proposte?
“Dall’Italia sono arrivati solo dei timidi sondaggi. Niente di concreto, solo azioni derivanti dall’esigenza, da parte delle diplomazie di alcuni club, di far vedere che si muovono. C’è Guardiola libero e non puoi far finta di niente e non far vedere, di fronte a stampa e tifosi, che non fai nemmeno un tentativo. Ma, ripeto, niente di concreto, nessun progetto serio”.

 

Per quanto riguarda mentalità e tipo di gioco, Guardiola porterà in casa Bayern il modello Barcellona?
“Guardiola dimostrerà le sue qualità facendo l’allenatore del Bayern Monaco, che è cosa diversa dal fare l’allenatore del Barcellona. Non credo che vada là con la missione e con l’intenzione di portare un certo tipo di calcio, un certo modello di calcio, piuttosto che un altro. Porterà il suo calcio, nel contesto di una squadra che pratica già un ottimo gioco e che ha ottimi interpreti”.

 

E con la lingua tedesca come va Guardiola?
“Studia e studierà il tedesco per essere nelle migliori condizioni possibili per poter comunicare autonomamente già dai primi giorni a Monaco”.

 

Concludiamo con lo storico rivale di Pep Guardiola: secondo lei dove allenerà José Mourinho nella prossima stagione?
“Io credo che il suo sogno oggi sarebbe quello di allenare il Manchester United. Per questo motivo credo che dirà di no al Manchester City, un club che credo, per quello che sento dire, stia seriamente pensando di cambiare tecnico a fine stagione. Così come il Chelsea, un altro club che cambierà allenatore. Questi due club sarebbero destinazioni naturali per un tecnico come Mourinho, ma nel caso del City credo che direbbe di no per non bruciarsi, in futuro, la possibilità di allenare lo United. E anche al Chelsea credo che direbbe di no, perché ci è già stato e perché, se possibile, ora la situazione ai Blues appare ancora più difficile e complicata rispetto ai tempi in cui Mourinho allenò a Stamford Bridge. Non escluderei quindi, per Mourinho, una permanenza al Real Madrid o un anno sabbatico”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy