Liverpool, senti Suarez: “In futuro tornerò sicuramente all’Ajax”

Luis Suarez, uno degli indiscutibili protagonisti della buona stagione del Liverpool, ha un passato olandese: prima di trasferirsi in Inghilterra, infatti, ha vestito per 4 stagioni la maglia dell’Ajax. Ancor prima dell’esperienza nella capitale dei Paesi Bassi, aveva giocato nel Groningen.

Fonte immagine: Badudoy - wikipedia.org
Suarez. Fonte immagine: Badudoy – wikipedia.org

Nel gennaio del 2011, poi, ha accettato l’offerta di 23 sterline messa sul piatto dai Reds ed ha cambiato maglia. Ma l’uruguaiano ha affermato che un giorno, in un modo o in un altro, tornerà ad Amsterdam: Ho sempre detto che un giorno tornerò all’Ajax. Anche se l’allenatore non mi vorrà, ci andrò lo stesso. E’ stato un periodo molto importante nella mia vita e nella mia carriera. Io e mia moglie, Sonia, amiamo Amsterdam, amiamo lo stile di vita e il rispetto che ci viene dato e che diamo a tutti”.

Ha poi continuato: “La nostra vita lì era felicissima, potevamo camminare moltissimo per la città in santa pace. L’Ajax è stato il club ideale per me, dove ho imparato molto. Ad esempio ho migliorato l’uso di entrambi i piedi, ma anche come giocare senza palla e perfezionare il gioco di squadra”.

Suarez era il capitano della squadra olandese nel momento in cui lasciò il club. Su di lui, però, oltre ai tanti gol messi a segno con entrambe le maglie gravano alcuni episodi controversi: una squalifica di otto giornate per insulti razzisti a Evra nel 2011. Due anni balzò alle cronache dopo un morso al difensore del Chelsea Ivanovic che gli costò ben dieci giornate lontano dai campi.

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Edoardo Ciotola

21enne che continua imperterrito a parlare di 'farsi i viaggi' e che sogna di diventare giornalista sportivo di professione. Metà napoletano e metà spagnolo (d'adozione). Cresciuto a pane e Fabri Fibra, ama il calcio (la fede è quella interista) e ascolta qualsiasi tipo di musica. Insomma, non ha le idee propriamente chiare, ma è talmente orgoglioso da essere capace di farne addirittura un vanto. In fin dei conti però una cosa è certa: la sua anima è unita, tramite punti di sutura, alla scrittura e alla comunicazione, di qualsiasi forma esse siano.

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