L’idea della LegaPro: le squadre ai tifosi

Nel calcio di oggi la distanza tra società e tifoserie appare spesso incolmabile. Mentre assistiamo a chiusure di settori, minacce da parte di gruppi ultras di far chiudere stadi interi e battaglie a suon di milioni di euro per i diritti tv, ecco che la “piccola” Lega Pro tenta di cambiare le cose ripartendo dal basso. Proprio dai tifosi, che dovrebbero essere l’essenza del calcio.

Fonte foto: Antonio Pagano
Fonte foto: Antonio Pagano

Il progetto, ambizioso e importante, è quello di far diventare le tifoserie organizzate proprietarie delle loro squadre, o comunque di piccole quote di esse.

Il piano prevede la realizzazione di trust (uno strumento giuridico che, nell’interesse di uno o più beneficiari o per uno specifico scopo, permette di strutturare in vario modo “posizioni giuridiche” basate su legami fiduciari), tramite i quali i tifosi si organizzano e acquistano parte della quote societarie dall’attuale proprietario. In questo modo i tifosi diventerebbero membri attivi nella gestione del club. L’idea è lanciata dalla Lega Pro, in collaborazione con l’associazione Supporters in campo, che si propone di realizzare “una reale democrazia nel calcio attraverso la partecipazione diretta dei tifosi alla governance e al movimento dei club”.

Il percorso pare essere già avviato, e si possono già vedere i primi esempi: il SudTirol si è già attivato da qualche anno, il Lecce ha visto l’ingresso nel proprio cda di un membro della tifoseria e i discorsi sono ben avviati per quanto riguarda L’Aquila. Le prossime società dovrebbero essere Alessandria, Mantova, Pavia, Prato, Rimini, Savona e Venezia.

Il tutto con il supporto attivo della Lega, molto impegnata nel favorire lo sviluppo di questo progetto. Lo conferma il dg Francesco Ghirelli, che al fattoquotidiano.it ha spiegato: «Vogliamo provare a fare in Italia quello che in Germania esiste da anni: restituire le squadre ai tifosi. Far entrare i supporter nei consigli di amministrazione significa rompere quella barriera di incomunicabilità fra società e supporter che si è creata da anni. E parallelamente vuol dire anche responsabilizzare i tifosi, sottraendoli dalla deriva di disinteresse o peggio ancora violenza a cui assistiamo in questi giorni»-

Una Lega Pro dunque molto attiva nel cercare di portare innovamenti nel mondo nel calcio, dopo la rivoluzione che dalla stagione 2014/15 vedrà la sua composizione in una divisione unica da 60 squadre. «L’obiettivo è avere 7-8 club partecipati da tifosi entro la fine del campionato, per poi cercare di coinvolgere tutte le squadre della Divisione nel corso della prossima stagione – ha continuato Ghirelli –. Inizialmente i trust entreranno con una quota intorno al 10/15%, con la prospettiva magari di salire nei prossimi anni». Le società, dal canto loro sarebbero disponibili a questa apertura.

A collaborare con la Lega e SinC c’è anche Supporters Direct Europe, ente riconosciuto dalla Uefa con lo scopo di promuovere la partecipazione dei tifosi nelle società calcistiche in Europa.

Il progetto, nella mente dei promotori, vuole quindi riavvicinare i tifosi alle società, per cercare di combattere quel fenomeno che vede gli stadi italiani svuotarsi sempre di più. Un’idea che può funzionare soprattutto nel calcio minore, dove in tempi di crisi è sempre più difficile per le società trovare fondi e sponsor.

 

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