De Laurentiis, Bigon e Mazzarri: salvate i soldati Vargas, Insigne, Fernandez…

Dopo la sonora sconfitta contro il Dnipro, l’allenatore del Napoli Walter Mazzarri ha sentenziato: “Oggi abbiamo visto la difficoltà che riservano certe partite, abbiamo visto la differenza con l’ingresso di Pandev e Cavani. Io conosco le differenze quando si gioca in Serie B o quando si gioca in Cile”.

Fonte: Danilo Rossetti (www.foto-calcio-napoli.it)

Fare certe dichiarazioni dopo una partita del genere dove l’allenatore ha schierato una formazione relativamente discutibile può essere deleterio nei confronti dei due ragazzi in questione: Insigne e Vargas.
Andiamo per ordine. Vargas, talento cileno arrivato secondo dietro a Neymar nell’assegnazione del pallone d’oro sudamericano, nel corso della sua breve carriera ha sempre giocato come seconda punta e laterale di un attacco a 3: perché schierarlo punta centrale quando non ha mezzi tecnici e fisici per farlo?
Stesso discorso vale per Insigne: il giovane napoletano ha sempre giocato come esterno d’attacco; quello del finto trequartista non è il suo ruolo naturale. Poi c’è il giovane Fernandez, titolare nella sua Nazionale, che gioca sempre quando c’è da fare il turnover; spesso, quando Cannavaro ha ricevuto una squalifica, all’argentino è stato preferito Aronica nel ruolo di centrale di difesa.

Per giudicare un calciatore, soprattutto se giovane, bisognerebbe schierarlo per almeno 5 partite “vere”, con la squadra migliore e nel suo ruolo naturale. Questo, ad oggi, non è stato fatto, soprattutto con Vargas. Il cileno, da quando è a Napoli, ha giocato da titolare: 1 partita di Coppa Italia, appena arrivato, 3 di Europa League con le seconde linee e spezzoni di partite in campionato in situazioni disperate. In tutte le apparizioni non ha mai giocato nel ruolo ricoperto in patria. Qualcuno potrà dire: “Però da prima punta ha fatto 3 goal all’Aik”, vero, però bisogna vedere e analizzare il livello dell’avversario; gli svedesi erano nettamente inferiori sia tecnicamente sia fisicamente al “Napoli 2”. Discorso a parte meritano le partite con Psv e Dnipro, squadre di livello appena inferiore al Napoli dei titolari, quindi due spanne sopra al Napoli delle riserve: è anche normale che Vargas non prenda una palla per tutto il tempo.
Il discorso fatto per Vargas si può estendere anche a Insigne, così come a Fernandez. Giocatori di sicura qualità che però nel Napoli sono sfruttati poco e male. Sia chiaro, la colpa non è solo di Mazzarri, anche la società ha dei peccati da scontare. De Laurentiis e Bigon dovevano aver imparato da qualche tempo la lezione: tutti i giovani e i giocatori provenienti da campionati esteri, nella gestione Mazzarri non hanno mai giocato. Santacroce, Datolo, Ruiz, Dumitru, Yebda, Sosa, Fideleff e Chavez sono gli esempi sotto gli occhi di tutti. Affidare a Mazzarri giovani e giocatori provenienti da altri campionati è di fatto deleterio sia per i giocatori stessi sia per le casse della società.
I vari Fernandez, Insigne, Vargas, El Kaddouri – e ci mettiamo anche Uvini – sono destinati a proseguire la linea dei loro predecessori: Mazzarri o li schiererà in situazioni estreme o li farà accomodare in panchina e tribuna bloccandogli la crescita.
La società, quindi, visti i fatti del passato, poteva trovare delle soluzioni al suo patrimonio prima di mandarlo allo sbaraglio, com’è successo in questi primi mesi della nuova stagione.
A gennaio ci sarà bisogno di decidere per il bene dei ragazzi, cari De Laurentiis, Bigon e Mazzarri: salvate i soldati Vargas, Insigne, Fernandez, El Kaddouri e Uvini.

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