Napoli in crisi: De Laurentiis il colpevole per i tifosi. Benitez, ora cambia!

Il Napoli è in crisi: inutile girarci intorno. In sei partite, comprese quelle con il Bilbao, gli azzurri hanno vinto una sola gara (all’ultimo minuto con il Genoa ndr), ne hanno pareggiate 2 e perso 3.

Aurelio De Laurentiis  Foto di Danilo Rossetti
Aurelio De Laurentiis
Foto di Danilo Rossetti
Qual è l’origine di questa crisi? Come si può risolvere?
Per i tifosi non è immune da colpe Aurelio De Laurentiis. Il presidente in ritiro aveva promesso rinforzi di qualità, ma si è presentato ai tifosi con Michu, David Lopez e De Guzman (non ce ne vogliano i 3 calciatori). Un’involuzione chiara rispetto al mercato della scorsa stagione, nel quale arrivarono ai piedi del Vesuvio i vari Higuain, Callejon, Albiol e Mertens.
Un segnale che la squadra ha recepito chiaramente: il Napoli non punta direttamente al vertice, ma ci prova quando le mancanze altrui sembrano rendere l’annata propizia.
Una società che vuole arrivare in alto non può avere un organigramma così scarno come quello del Napoli. Basta andare sul sito ufficiale degli azzurri ed il quadro è chiaro: la società è solo Aurelio De Laurentiis. Il confronto con le altre big italiane è impietoso.
Un segnale recepito non solo dai calciatori, anche dai tifosi. Gli 8000 abbonati e i continui cori contro il patron sono un chiaro segno. I supporters azzurri hanno perso fiducia in De Laurentiis.

Negli anni sono state troppe le promesse non mantenute dal numero uno azzurro:
dal Napoli di napoletani (salvo poi ripensarci qualche anno dopo) alla scugnizzeria (le giovanili del Napoli non hanno nemmeno un campo di proprietà dove giocare la domenica), dalla tv al museo, dal maxi schermo al San Paolo alla costruzione di un nuovo stadio in provincia. In sostanza le uniche novità lanciate da De Laurentiis sono state le Cheerleaders e la rivisitazione del classico “O’surdato ‘nammurato”: iniziative che non hanno avuto riscontro tra la tifoseria tanto da essere già accantonate dopo un anno.

Il malessere dell’ambiente inequivocabilmente si trasferisce anche sulla squadra. E il silenzio di De Laurentiis in questo periodo di crisi fa più rumore delle sconfitte. Il patron ora è volato in USA per impegni e ha lasciato squadra e allenatore in balia di una situazione delicatissima. Un silenzio che da gran parte della tifoseria è visto come una mancanza di rispetto.
Il giocattolo sembra essersi rotto e stando in silenzio non si aggiusta.
Sia chiaro, De Laurentiis in 10 anni ha fatto un grandissimo lavoro. Però ora bisogna guardare al futuro. E il progetto non è chiaro a nessuno.

Fonte: profilo Twitter De Laurentiis
Fonte: profilo Twitter De Laurentiis
Ovviamente, mercato a parte, De Laurentiis sulla parte tecnica ha poche responsabilità: in questo il colpevole è Rafa Benitez.

I problemi dello scorso anno non sono stati risolti. La squadra per certi versi sembra involuta rispetto alla scorsa stagione. Alla pessima fase difensiva, ai problemi sulle palle inattive, al centrocampo sempre in inferiorità numerica si sono aggiunti il giro palla lento e le scarse idee in fase offensiva.
Ormai è abbastanza evidente: la rosa attuale non riesce a supportare il 4-2-3-1. Benitez deve avere il coraggio di cambiare come fece Antonio Conte nel primo anno juventino passando dal 4-2-4 al 3-5-2.

Sia chiaro, non abbiamo la presunzione di saperne più di Benitez ma giudichiamo quello che vediamo in campo.
Con la rosa attuale il modulo più congeniale agli azzurri sembra il 4-3-3. Con questo schema finalmente ci sarebbe un centrocampo più coperto e soprattutto più congeniale a calciatori come Jorginho e Inler che in carriera hanno dato il meglio di sé proprio in un centrocampo a 3. Inoltre potrebbe tornare a splendere Marek Hamsik: non solo perché lo slovacco ama partire da lontano per inserirsi in area di rigore, anche perché proprio lui potrebbe diventare quel regista che tanto manca ai partenopei. Inoltre con questo modulo si darebbe più lucidità in zona offensiva agli esterni d’attacco che dovrebbero ripiegare molto meno. Tale schema potrebbe servire a rilanciare Lorenzo Insigne che proprio nel 4-3-3 ha strabiliato tutti ai tempi del Pescare . Anche per Higuain ci sarebbe meno spreco di energie.
Un modulo che potrebbe finalmente far trovare quell’equilibrio tanto ricercato da Benitez nella sua avventura napoletana. Inoltre bisognerebbe un 11 base: non continuare a cambiare 2/3 calciatori per partita.
Ovviamente, oltre al modulo, vanno aggiustati i difetti sulle palle inattive sia a sfavore che a favore. Si potrebbe abbandonare la marcatura ad uomo con quella a zona mista. Mentre sulle palle inattive a favore, spesso preda delle difese avversaria, andrebbe studiato qualche schema più efficace.
Al buon Benitez consigliamo anche un po’ di pugno duro. Basta giorni di vacanza prima e dopo le partite, basta abolire i ritiri prima delle gare, basta accettare atteggiamenti di superficialità. Anche i calciatori hanno le loro responsabilità e spesso il loro atteggiamento è svogliato: per intenderci, non hanno gli occhi della tigre e alla prima difficoltà non riescono a reagire dimostrando poco attaccamento alla maglia e mancanza di carattere.

Il Napoli è in crisi, ora il segnale forte lo devono dare De Laurentiis e Benitez: i tifosi ci sono e ci saranno sempre per il Napoli ma non vogliono più essere presi in giro. Siete ancora in tempo: aggiustate il giocattolo.

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