Mandorlini, e so’ due: “Toni deve tornare in Nazionale”. Quando si mitizza tutto e subito…

“Toni ha già dimostrato di essere un grande professionista appena arrivato in ritiro. Mi piacerebbe che, grazie al Verona, riuscisse a ritrovare la Nazionale: si è voluto rimettere in gioco in una piazza importante dove tutti già gli vogliono bene”: così esordiva lo scorso luglio Andrea Mandorlini, tecnico dell’Hellas Verona, nel presentare il nuovo acquisto scaligero Luca Toni. I veronesi, appena promossi, hanno volato sulle ali dell’entusiasmo per tutta l’estate, ottenendo grandi premesse per la stagione e conseguendo da subito risultati molto importanti nelle prime uscite in Coppa Italia e campionato. La possibilità di affidarsi inoltre ad un giocatore affermato, un campione del mondo di vasta esperienza come Toni ha mandato in visibilio tutti i tifosi, che non calcavano palcoscenici tanto importanti dal 2002.
La prima vittoria in questa Serie A, ottenuta contro una big come il Milan e con una doppietta dello stesso Toni, che alla vigilia ha avuto il merito di non volersi dare già per vinto, ha fatto schizzare le aspettative di tutti.

Fonte: www.padovacalcio.it
Fonte: www.padovacalcio.it
In primis, di mister Mandorlini, che nello sponsorizzare il suo nuovo pupillo – 36 primavere alle spalle – rischia di andare un po’ oltre: Gli ho detto che lui deve ritrovare la nazionale. Luca è fantastico, si merita questi gol come ragazzo e professionista”, ha riferito l’allenatore dopo la partita con i rossoneri, ritornando così sulla sua vecchia dichiarazione. Toni in Nazionale. Una bella favola, che però difficilmente può concretizzarsi.
Mentre a Borriello, Immobile, Rolando Bianchi e colleghi fischiano le orecchie, Prandelli sta continuando con la sua linea verde nell’anno dei Mondiali; addirittura un elemento come Insigne, a 22 anni, rischia di diventare titolare in Brasile. Tanti sono stati gli esperimenti fatti dal ct dall’inizio del suo mandato, al termine del disastro di Lippi in Sudafrica: tra questi Toni non è mai stato contemplato, escluso inesorabilmente dal disegno delle gerarchie realizzato velatamente dal selezionatore azzurro.
Nel calcio si fa presto a diventare grandi, ma si fa ancora prima a cadere. Specie in un Paese come il nostro, dove lo scopo di buona parte dei media e non solo è quello di circuire le persone facilotte e facilone, facendole vivere di false speranze. Insomma, non tutto è realizzabile e bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di dirlo dall’inizio. Non succede praticamente mai. Non è successo oggi. Inutile starne a discutere troppo.
Auguri, Luca. La strada per il Brasile è lunga. Senza aereo.

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