Adriano e Pato, brasiliani (e) rimpianti…

Quella che vi stiamo per raccontare è la storia di due calciatori brasiliani arrivati ad un passo dall’essere definiti ‘campioni’: talenti indiscussi accomunati da un’esplosività e da una potenza fisica fuori dal comune, ma anche (e purtroppo) da una discontinuità tipica dei calciatori brasiliani. Ma è anche la storia di due presidenti ambiziosi e coraggiosi, improvvisamente proprietari di un destino cui hanno preferito voltare le spalle.

Adriano e Pato quando vestivano le maglie di Inter e Milan - Fonti immagini: www.fcinter.it e Jan SOLO (Wikipedia)
Adriano e Pato quando vestivano le maglie di Inter e Milan – Fonte immagini: www.fcinter.it e Jan SOLO (Wikipedia)

Adriano e Pato hanno scoperto presto la Serie A. Ed altrettanto presto hanno iniziato a ‘testarla’, a prenderci confidenza, e poi a stupirla. Stupire tutti gli attori di quello che fino a qualche tempo fa era considerato il più bel campionato al mondo. Stupire a suon di gol e di dribbling, di cinismo e di esplosività, di esultanze sudamericane e di sorrisi veri, di chi nonostante la giovane età sapeva di avere in mano il proprio futuro. Il proprio futuro appunto. Quello che è facilmente sognabile ma difficilmente realizzabile se non si ha con se tutto quanto necessario per riuscire a costruirselo: testa e fisico. Limiti enormi che hanno impedito, rispettivamente ad Adriano e Pato, di poter fare ancora parte del ‘presente’ della nostra Serie A.

E che hanno impedito a Moratti e Berlusconi, per mancanza di lungimiranza, di poter arricchire il proprio patrimonio calcistico.

 

 

100 MILIONI PER L’IMPERATORE? NO GRAZIE!

Adriano Leite Ribeiro è oggi un trentatreenne attaccante svincolato che conserva con se pochi ricordi e tanti rimpianti di quella che è stata la sua carriera. Rimpianti che divide a metà col presidente della squadra che ha avuto l’intuizione e la (s)fortuna di portarlo in Italia nel lontano 2001: l’Inter. Quel Massimo Moratti che nel lontano 2005 rifiutò un’assegno di 100 milioni del Real Madrid per riunciare a colui che, a quel tempo, era senza ombra di dubbio uno dei più forti attaccanti del pianeta. Nessuno avrebbe però potuto immaginare (neanche il povero Massimo), che quel lontano 2005 avrebbe segnato l’apice massimo della carriera de L’Imperatore, tormentato da quel momento in poi da tragici eventi familiari che, parallelamente ad una fragilità umana, ne hanno col tempo deteriorato il fisico e la voglia di fare gol, oltre che il proprio valore economico. Da quel rifiuto in poi Adriano segnò appena una decina di gol in maglia nerazzurra e, dopo aver tentato anche un’esperienza in prestito in Brasile al San Paolo, decise di ritirarsi momentaneamente dal calcio che, parole sue, “..non lo rendeva più felice..”. Morale della favola? Ad Aprile del 2009 l’Inter fu costretta a rescingergli il contratto guadagnando zero euro e tanti rimpianti.

 

 

PATO NON SI VENDE…SI SVENDE!

Appena un anno fa sembrava tutto fatto: Pato al Psg in cambio di un assegno da circa 38 milioni di euro che il Milan avrebbe in parte speso per l’acquisto di Tevez dal Manchester City. Tutti felici e contenti dunque. Tutti, ad eccezione del presidente Berlusconi (o forse della figlia?) che, a giochi praticamente fatti, bloccò clamorosamente la trattativa col Psg: “Pato non si muove”. Gesto coraggioso quello del patron rossonero, sicuro e deciso nel rinunciare a tanti soldi che difficilmente si sarebbero visti più dalle parti di Milanello. Detto fatto: Alexandre Rodrigues da Silva lascia oggi il Milan dopo aver realizzato 51 gol in 117 presenze, e lo fa per una cifra vicina ai 15 milioni di euro.

A distanza di un anno Pato ha confermato i suoi enormi limiti fisici che, uniti ad un rendimento inevitabilmente altalenante, hanno spinto la dirigenza rossonera a privarsene, ma per il Milan il rammarico più grande resta l’aver dovuto rinunciare a quei 23 milioni in più che sarebbero entrati nelle tasche rossonere appena un anno prima.

 

Storia di calciatori e di presidenti, di attaccanti e di aziendalisti. Ma, prima di tutto, storia di persone, il cui termine racchiude in se tutte le fragilità della specie. E’ proprio il caso di dirlo: Adriano e Pato, brasiliani…rimpianti.

Fabio Tarantino

Fabio Tarantino

Giornalista, nato a Napoli il 19/02/1991

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy