Andrea Agnelli: “Il calcio italiano va riformato”

La Juve e il calcio italiano, tra sogni e progetti per il futuro.

Fonte immagine: Pasquale iannucci - Wikipedia
Fonte immagine: Pasquale iannucci – Wikipedia

Lunga intervista quella concessa da Andrea Agnelli al Financial Times: “Il calcio italiano è da riformare – ha spiegato Agnelli -. C’è bisogno di interventi strutturali”. Il presidente della Juventus si gode, intanto, questa Juventus, a un passo dal secondo Scudetto della gestione di Antonio Conte“Questa Juve è la mia creatura: ha un grande potenziale, e poi la sento mia, mentre per le altre ero un osservatore privilegiato”.

SOCIETÀ SOLIDA — “Con i nostri 90 anni siamo la proprietà più longeva in qualsiasi sport – ha sottolineato il presidente bianconero nell’intervista al Financial Times-. Juventus e Fiat sono gli asset più vecchi che abbiamo, sono il comune denominatore della storia della nostra famiglia. La Juventus è poi nota anche come la fidanzata d’Italia, perché è la donna con cui probabilmente tutti vorrebbero stare. E non portare il nome di una città ci ha dato grande popolarità su scala nazionale”.

TRA PASSATO E PRESENTE — Ammette che la sua Juve preferita è quella che ha vinto la Champions nel ’96 con Marcello Lippi in panchina, “ma quella attuale ha un grande potenziale, e poi la sento mia mentre per le altre ero un osservatore privilegiato. Questa è la mia creatura”.

CAPITOLO CALCIOPOLI — Parla anche di Calciopoli: “Non c’erano combine – puntualizza Agnelli -. Siamo stati condannati per comportamento antisportivo, non per frode sportiva. Moggi telefonava agli arbitri? Moggi e tanta altra gente com’è emerso dopo”.

IL BRAND — “Il nostro marchio è rafforzato ora dalla nostra incredibile storia di risalita, abbiamo avuto l’opportunità di ribadire quanto siamo forti e quanto siamo concentrati a guidare il sistema italiano”.

SERIE A DA RIFORMARE — “Il calcio italiano oggi è interessante da vedere? La metà degli stadi è vuota, c’è violenza, non è insomma il miglior prodotto – sottolinea Agnelli -. Occorre rastrellare maggiori risorse all’estero”. E ricorda: “Si leggono messaggi in cinese in tutti gli stadi di Premier. Abbiamo accesso alle multinazionali ma solo ai loro budget locali e invece dobbiamo rivolgerci ai loro quartier generali. Adesso, più che essere la destinazione finale di un top player, siamo un campionato di passaggio”.

IL NODO-STADI — “In Italia compriamo maglie contraffatte, la contraffazione è un problema del nostro Paese. E da dieci anni si parla di una legge che incentivi la costruzione degli stadi”. “Il calcio italiano, come del resto tutto il Paese, ha bisogno di riforme strutturali – conclude Agnelli -. Già qualche anno fa eravamo a un crocevia e abbiamo deciso di non fare nulla. Nel calcio c’è bisogno di uno sforzo congiunto su violenza, stadi, protezione dei marchi. Ma oggi non abbiamo nemmeno un governo e di conseguenza nemmeno un Ministero dello Sport”.

 

 

Fonte: gazzetta.it.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy