Buffon: “Non ci stufiamo di vincere. Conte-Juve? Binomio perfetto”

Ieri, ore 23.30, su Italia 1 a Tiki Taka – il programma di Pierluigi Pardo – si è pronunciato Gianluigi Buffon, portiere e capitano della Juventus e della nazionale italiana.

Fonte: PescaraCalcio
Fonte: PescaraCalcio

E’ il carattere il tuo punto di partenza?
“Beh, penso di sì. A distanza di 19 anni posso dire che certo, le qualità sono quelle che ti aiutano a partire, ad emergere, a stimolare la curiosità degli altri, poi però per essere duraturo e mantenersi a certi livelli serve sempre una buona tempra, un carattere e un buon equilibrio”.

Ti diverti ancora come 20 anni fa? Col Cagliari hai fatto una parata che entra nella galleria. Divertimento, stimoli e voglia di vincere sono sempre gli stessi?
“No, sono due piani completamente diversi. Adesso gli stimoli li trovi nel momento in cui ti criticano, perchè rimettendoti in discussione riaccetti una sfida che ti lanciano. Questo è fantastico. Alcune volte sono talmente masochista che me le vado a cercare. Però alla fine vedo sempre che riesco dare sempre le risposte che voglio a me stesso. Che poi di conseguenza sono anche quelle che vogliono anche gli altri”.

Le critiche di Bekenbauer ti avevano fatto male o no?
“Assolutamente no. Devo dire la verità, è una cosa che mi ha fatto anche sorridere, perchè come dissi appena finita la partita, chiamai in casa e mio padre mi disse: ‘Ma eri ubriaco stasera?’. Per cui era un commento che si fa al bar e che alcune volte ci sta. Lungi da me offendermi per una cosa simile”.

Durante il filmato che abbiamo mandato in onda, hai chiuso gli occhi quando c’è stato il contatto con Kakà…
“Hai visto bene, non l’ho mai voluto rivedere perchè il dolore proprio fisico che ho provato quella sera e i dubbi che sono sorti anche nella mia testa quella sera, non mi va di riviverli, mi fanno ancora male. Per cui non guardo mai quando c’è quell’episodio”.

Nessuno copre la porta come la copri tu…
“Io mi fido molto dei giudizi esterni e probabilmente avete ragione”.

Ripensando a Rimini, a quel gol di Ricchiuti, potevi immaginarti che sarebbe tornata un’epoca così bella per la Juve?
“Il chiodo fisso era questo, solo ed esclusivamente questo. E’ chiaro che si pensava e anch’io pensavo, che il tempo fosse un po’ più breve, però è anche verpò che tutto questo digiunare ha fatto sì che le vittorie odierne abbiano un gusto e un sapore ancora più grande. E non ci si stufi”.

Dopo Firenze qualcuno ha parlato di una Juve in calo ed è nata questa striscia. E’ stata quella la spinta?
“Sì, anche se Firenze era un po’ un paradossale, perchè se non sbaglio era solo l’ottava partita: ne avevamo vinte sei, pareggiata una  e persa una. Secondo me c’era stato un po’  un accanimento esagerato. Però è anche vero che ci ha fatto bene perchè vuol dire che da una giornata nefasta abbiamo tratto le energia, la rabbia giusta per poter poi inanellare queste vittorie. Probabilmente, se non avessimo perso in una maniera così fragorosa, adesso non saremmo qui a parlare di undici vittorie conseecutive”.

Conte vuole fare Ferguson? Ieri Marotta ha detto che è pronto a blindarlo. Glielo dite che deve rimanere 20-25 anni?
“Sì, penso proprio di sì, anche perchè credo che le caratteristiche del mister siano adatte a quelle della nostra società, cioè credo sia realmente un binomio perfetto”.

Pirlo e Pepe hanno imitato Conte in panchina. Che gesti sono?
“(sorride, ndr) Io penso che siano stati intelligenti e simpatici i miei compagni, perchè hanno trovato anche il momento per fare questo tipo di imitazione, che era sul 4-1”.

Fino a che punteggio non si può scherzare? 
“Già sul 3-1 sarebbe stato rischioso per loro. Ma sul 4-1 all’85esimo, con gli altri in dieci, ci può anche stare”.

Conte vuole mantenere una serie lunga “perchè poi arriveranno quelli dopo e non vogliamo farci battere nemmeno da quelli dopo”. Siete proprio così?
“E’ verissimo, credo che nel momento in cui vivi certe situazioni, come questa positiva, magari non capisci neanche la grandezza di quello che stai facendo, magari la capisci o si capirà tra qualche anno. Per cui perdi anche il sapore e l’importanza di poter dare un seguito, poter migliorare ancora questo record. Alla fine se ci sono voluto 80 anni per battere il record di vittorie della Juventus, è chiaro che se non dovessimo prendere con leggerezza i prossimi impegni, con ogni probabilità potremmo aumentare questo record”.

Tecnicamente parlando, questa è la Juve più forte di sempre?
“Questa è la Juve, assieme a quella del secondo anno di Lippi, che gioca meglio a calcio. Quella di Capello era la più cinica ed era probabilmente quella che come singoli era più forte”.

Fa più paura la Roma o il Napoli?
“Dico la verità, io le rispetto tantissimo tutte e due perchè sono venute a Torino, seppur abbiano perso in maniera netta, e hano giocato la partita a viso aperto, dimostrando di avere un’identità, se vogliamo, anche internazionale. Il Napoli ha giocato proprio un calcio europeo, conscio dele proprie convinzioni e delle proprie capacità. Questo secondo me a lungo termine pagherà. La Roma per 60 minuti, fino al 2-0 e prima delle espulsioni, è stata una squadra che se non affrontavi con le dovute cautele come abbiamo fatto, secondo me ci avrebbe perforato. Qualche occasione per farci gol l’ha avuta, ma siamo stati bravi ad avere pazienza”.

Hai abbracciato Totti, nonostante le polemiche. E’ il linguaggio dei grandi campioni, degli amici, al di là della rivalità?
“Sicuramente degli amici perché con Francesco c’è un legame ventennale, che è cominciato dalle nazionali minori. Chiaramente non può essere una partita  o la rivalità che c’è tra Juve e Roma e le tifoserie, a poter dividere o a incrinare un rapporto così longevo e così radicato come il nostro”.

Gli hai detto che deve venire in Brasile?
“Francesco ha fatto i primi due mesi prima dell’infortunio veramente funanbolici. Se dovesse ritrovare quella forma ed essere decisivo in quella maniera, niente credo gli sia precluso”.

In Europa nonn avete fatto bene…
“Giampiero (Mughini, ndr) da tifoso intelligente, ha descritto bene la causa della nostra eliminazione. Rispetto alle top top d’Europa, a noi qualcosina manca. però i lavori sono in corso, in questi due anni e mezzo siamo cresciuti e abbiamo ancora margini di miglioramento”.

Conte ha detto che alzerà la Copa dei Campioni. Lei se la sente di pronunciare per se stesso una frase del genere?
“Questo è un pensiero che avevo quando avevo 20 anni, sapendo di avere ancora un lasso lungo di tempo nella mia carriera. Adesso comincia un pochino a vacillare questa certezza ed è chiaro che il mister, sapendo che gli allenatori hanno vita lunga, abbia avuto questa idea, questa esternazione perchè sa che magari nell’arco di 20-25 annipuò vincerla, se tutto va bene”.

Cosa è quel poco che vi manca per raggiungere le big d’Europa?
“Io  fino all’anno scorso, agli ottavi di finale della Champions League, ero convinto che avremmo fatto gara con tutti, ce la saremmo giocata alla pari con tutti. Nel momento in cui abbiamo incontrato il Bayern Monaco, che probabilmente è ancora la più forte d’Europa, mi sono accorto che qualcosina c’era ancora da colmare. Non so cosa fosse, non so cosa sia”.

Le sette parate più belle di Buffon: Juve-Udinese 1-0 (Di Natale), Cagliari-Juve 2-3 (Bianco), Milan-Juve 0-0 – 3-2 dcr (Seedorf), Parma-Milan 0-0 (Simone), Parma-Inter 1-0 (Sforza), Bari-Parma 0-1 (Spinesi), Milan-Juve 0-0 – 3-2 dcr (Inzaghi). Abbiamo scelto bene?
“Secondo me c’è quella e c’è quella che feci in amichevole con il Paraguay, con la Nazionale. E ce n’è una con Recoba contro l’Inter, un Parma-Inter, spareggio per andare in Champions”.

Quando hai capito che saresti diventato un grande portiere?
“Ti dico la verità, se ti dicessi che non ne era consapevole, passerei per bugiardo. Sapevo, anche parlando con della gente come Giovanni Galli, di avere qualcosa di diverso dagli altri, negli allenamenti. Però sapevo anche che reggere le pressioni, giocare la partita e tutte queste cose, comportavano secondo me anche altre qualità. E quello era il dubbio che potevo avere”.

Quanto le iniziative benefiche e sociali competano la vita di un campione?
“Aiutano a rimanere ancorato e ben saldoa terra e di questo si ha sempre bisogno. Alla fine c’è bisogno di rimanere in una dimensione umana, perchè poi il mondo che stai vivendo cerca di portarti in quella ultraterrena. Per cui devi trovare degli escamotage per non perdere di vista le cose più vere”.

Quando è fondamentale l’aspetto privato nel rendimento in campo?
“Sicuramente, quando hai una persona a casa con la quale condividi tutto e con la quale hai un bell’equilibrio, questo non può che fare bene al rapporto, alla persona singola e anche nel tuo ambito lavorativo”.

Tu hai parlato della depressione. Si diventa più forti quando si superano quei momenti? E poi anche nel dichiararle pubblicamente, è anche una forma di coraggio.
“No, non è stata uan forma di coraggio, l’ho dovuto dire perchè ho pubblicato un’autobiografia, per cui bene o male sono spaccati di vita che magari possono essere interessanti e che mi hanno caratterizzato. La cosa che ti lascia, è che hai meno paura di affrontare le problematiche in futuro e accresce l’autostima”.

Cosa hai pensato quando hai sentito questa storia di Gattuso e Brocchi. Anche tu sei stato esposto ala gogna  poi si è scoperto che non c’era nulla..
“No, ho provato un profondo dispiacere, soprattutto per Rino, con il quale sono molto amico e del quale conosco ogni pregio e ogni difetto. Sicuramente tra i pregi ci sono la lealtà e la correttezza e penso che nella sua carriera, questa forza d’animo, questa voglia di emergere, di lottare, di essere duro ma leale, le abbia sempre dimostrate. Per cui è stato un dispiacere”.

Per il Pallone d’Oro hai votato Pirlo, Ronaldo e Messi?
“Sì, la classifica è stata questa. Io ho votato Pirlo perchè secondo me è il migliore nel suo ruolo. Ho votato Ronaldo secondo perchè quest’anno è stato il miglior giocatore e ho votato terzo Messi perchè è il migliore in assoluto”.

Berardi è pronto per una grande squadra e per la Nazionale?
“Sicuramente un ragazzo di 19 anni che lascia un’impronta così importante in una partita come quella di ieri contro il Milan – ma poi lascia un’impronta in ogni gol che fa il Sassuolo – ha delle doti fuori dal comune. E non penso che in questo momento l’Italia pulluli di talenti così importanti da poterlo tenere in ombra”.

Quindi potrebbe avere delle chance?
“Questo non lo devo dire io, però sicuramente quello che sta facendo è sotto gli occhi di tutti”.

Che effetto fa vedere Pogba da vicino tutti i giorni?
“Pogba è uno di quei giocatori che lasciano a bocca aperta. Ma devo dire che dopo 3-4 allenamenti… nel momento in cui nessuno osava spendere una parola per lui, noi compagni di squadra, quando lo abbiamo visto da sconosciuto, presentarsi e fare 3-4 allenamenti con noi, ci siamo guardati in faccia, come per dire: ma a Manchester sono sicuri di averci visto bene o probabilmente qualcuno ha avuto problemi di vista? Ci ha impressionato immediatamente”.

Il Milan ha vinto lo Scudetto solo nel 2011. Ci si dimentica troppo presto dei trionfi?
“Alcune volte si cerca anche il capro espiatorio da mettere in piazza per poterlo dare in pasto ai tifosi. E voler dire: se le cose sono andate male è perchè probabilmente la maggior parte della colpa è stata di costui. Però non è così perchè secondo me Allegri se ha una colpa, è stata quella di non avere il coraggio di andare via prima da solo, perchè probabilmente aveva avuto tutte le attenuanti del caso e tutte le ragioni di questo mondo. Ormai era già più di un anno che continuava a subire anche internamente degli attacchi ingiustificati, vista poi la rosa che aveva a disposizione e che gli hanno messo a disposizione”.

Come sarebbe andata a finire se avessero convalidato il gol di Muntari? Lo avreste vinto comunque voi lo Scudetto?
“Sai, io non mi chiedo quando l’Inter ha vinto 4-5 Scudetti di fila, se ci fosse stata la Juve come sarebbe andata a finire. E’ andata così e per cui c’è da prendere e si è scritta la storia in quella maniera. Mancavano poi tantissime gare alla fine, il campionato era ancora apertissimo e probabilmente se l’abbiamo vinto è perchè lo meritavamo”.

Critiche esagerate ad Abbiati?
“Penso di sì  perchè Christian a tutti gli effetti penso sia un portiere sottovalutato e che alla fine del campionato dia tanti punti alla squadra, innanzitutto con la serenità che trasmette; secondo perchè è uno dei pochi portieri che esce ancora parecchio dall’area; terzo perchè semplifica molto le parate senza stare a fare troppo cinema come dico io. Poi è chiaro che siamo in porta e per cui ogni tanto si sbaglia. Però l’ultimo dei problemi del Milan, è stato il portiere”.

Come sta crescendo Balotelli da leader tecnico dell’attacco azzurro?
“Ce lo farà vedere lui a giugno, penso nel modo a lui congeniale, facendo gol, facendoci vincere le partite, sacrificandosi per la squadra”.

Quello di Matri è un problema psicologico?
“Sicuramente le aspettative erano tantissime, ma il momento che viveva la squadra non era ottimale per cercare di esaltare il singolo, in questo caso Alesandro. Però credo che in questi ultimi anni, giocando anche poco, abbia sempre dimostrato di essere un giocatore, un attaccante affidabile che alla doppia cifra ci arriva quasi sempre”.

Seedorf è l’erede designato di Allegri?
“Sicuramente. Clarence, se c’è una cosa nella quale non difetta, è la personalità e lo ha dimostrato in 10-12 anni di Milan e non sempre era apprezzato da San Siro, anzi, spesso ho sentito anche fischi nei suoi confronti, ma nonostante questo era l’ultimo giocatore  a nascondersi. Il ruolo che dovrà andare a ricoprire è totalmente diverso e mi auguro che abbia fatto in questo periodo un po’ di esercitazione, perchè alla fine andare ad allenare immediatamente una società come il Milan, con le pressioni e tutto ciò che si richiede ad un allenatore da Milan, non è semplice. Però non mi sorprenderebbe se dovesse sorprendere in positivo”.

Un pensiero finale per il 2014?
“Nessun pensiero, tante aspettative. Mi auguro di poter conseguire qualche bel traguardo, poi quale sarà staremo a vedere. Abbiamo una bella annata davanti”.

(tuttojuve.com)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy