Esclusiva-Francesco Repice: “Il Napoli non è pronto per due impegni. La Roma sarà protagonista nei prossimi anni”

“El Principe del Bernal” di Madrid, l’urlo di “Eto’ooooooooo” a Londra contro il Chelsea, la magia di un lancio di Pirlo che viene descritto in “Questo si intende per gioco del calcio”, il grido al gol di Pato nel derby dello scorso anno e tanto altro ancora, sono tutti momenti indelebili nella memoria di un tifoso che si porterà dentro di sé, abbinando all’emozioni della partita, l’incredibile voce di questo radiocronista. Stiamo parlando di Francesco Repice, che ha concesso un’intervista in esclusiva a Soccermagazine.it, parlandoci del calcio di oggi e della sua professione.

Francesco Repice
Come si è organizzata la radio per far fronte alle pay tv?
Sono 2 mezzi diversi, radio e televisione. Radio Rai è servizio pubblico per il quale non si paga un centesimo, fatta eccezione per il canone. Bisogna poi considerare che non tutti gli italiani possono permettersi l’abbonamento alle piattaforme televisive e che non tutti gli italiani hanno la possibilità di guardare le partite in TV. Buona parte di essi infatti, lavora anche nei giorni festivi e a calcio, per altro, si gioca ormai sempre più spesso nei giorni feriali. La Radio e in particolare Radio Rai, concede la possibilità a tutte queste persone di godersi lo spettacolo del campionato, della Coppa Italia, della Serie B e di tutte le coppe europee. Quindi c’è poco da organizzarsi rispetto al prodotto offerto dalle piattaforme televisive a pagamento. L’organizzazione la detta il mercato stesso.
 
Il suo pronostico sul campionato: chi vede nei primi tre posti?
Penso che la classifica finale vedrà Milan, Juventus e Udinese ad occupare i primi tre posti. Con il possibile inserimento della Roma.
 
Secondo lei cosa è successo al Napoli rispetto allo scorso anno?
Il Napoli ha dimostrato di non essere ancora una squadra pronta a sostenere i due impegni: Campionato e Coppa.
 
Lei è un tifoso romanista, come vede la sua squadra? Le piace Luis Enrique e il suo modo di far giocare i suoi?
La Roma è destinata ad essere protagonista in Italia ed in Europa nei prossimi anni: è una squadra con un talento inaudito e con un’idera di gioco che farà la differenza già dalla prossima stagione. Luis Enrique è un grande allenatore oltre che una persona di grande spessore e credo lo stia dimostrando.
 
Lei è uno dei più apprezzati radiocronisti del momento e la sua voce spesso finisce tra le suonerie dei tanti tifosi e nelle radio come jingle, cosa pensa a riguardo?
Penso di avere una grande responsabilità e penso che chiunque abbia a disposizione un microfono per parlare al pubblico debba tener conto dei rischi che si corrono ad interpretare male questa meravigliosa professione.
 
Qual’è la partita più bella degli ultimi anni che ha avuto l’onore e il piacere di commentare?
Barcellona-Manchester United finale Coppa dei Campioni Londra 2011.
 
Lei è sempre in giro per gli stadi, italiani ed europei. Dove crede ci sia il miglior mix tra calcio giocato, strutture e cultura calcistica? E perchè?
Dico ancora Barcellona. E non potrebbe essere altrimenti. Club fantastico, città incantevole, stadio entusiasmante. Sulla squadra inutile spendere ancora parole. Tutto è stato costruito negli anni però e non è arrivato per caso o per i petroldollari di qualche magnate russo o arabo. Ecco perchè credo molto nel progetto della Roma: chi non ha a disposizione cifre pazzesche per fare calcio, deve far funziionare il cervello, metter in campo delle idee nuove. L’azionariato popolare a Barcellona ha consentito al Club di diventare un punto di riferimento assoluto nel mondo.
 
Ci racconta la sua prima esperienza allo stadio della sua vita? Era un suo sogno fare il radiocronista?
Roma-Lazio 2 a 2, primi anni 70. Pareggio di Del Sol a pochi minuti dalla fine. Di radiocronache, ovviamente, non sapevo nulla.
 
Di quelle passate, c’è una partita in particolare che avrebbe voluto raccontare? Se si, quale?
Non una partita di calcio. Mi sarebbe piaciuto raccontare le vittorie di Jesse Owens alle Olimpiadi di Berlino.
 
Secondo molti, lei è il “Messi della radio”: cosa consiglierebbe ai giovani che vorrebbero intraprendere la sua strada?
Lasciamo stare Messi. La radiocronaca è un racconto che consiglio a tutti i ragazzi appassionati di calcio che, come me, non hanno avuto i mezzi e la fortuna di indossare gli scarpini in uno stadio con 100mila tifosi pronti ad urlare il tuo nome.
 
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