Fabio Cannavaro: “Sogno di allenare la Nazionale. Calma con Insigne. Juve competitiva in Italia ma in Europa…”

Fabio Cannavaro ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport parlando della situazione attuale del calcio italiano e del suo futuro.

Fonte: Wikipedia Autore: Doha Stadium Plus Qatar

Ecco l’intervista del campion del mondo:

Come le sembra il nuovo campionato senza Lavezzi, Ibrahimovic e Thiago Silva?

«Da italiano mi sembra un peccato che il nostro calcio continui a perdere i pezzi più pregiati. Lavezzi e Thiago sono due fenomeni, ma l’addio più pesante è quello di Ibrahimovic. Ibra è Ibra, io ci ho giocato insieme: da solo ti sposta gli equilibri di squadra».

Tutti e tre hanno raggiunto Ancelotti al Psg: sembra fantacalcio.
«Più che fantacalcio, direi che ad Ancelotti aumentano le responsabilità. Adesso deve solo vincere, non può più sbagliare. Soprattutto in campionato, dove il Psg è molto più forte delle avversarie a livello tecnico».

Leggendo i nomi del Psg le viene voglia di tornare in campo, magari al fianco di Thiago Silva…
«No, grazie. Io sono contentissimo delle squadre in cui ho giocato: Juventus, Napoli, Real Madrid, Parma, Inter».

In realtà più che Ancelotti, adesso servirebbe a Conte un difensore come lei. Tra infortuni (Caceres e Chiellini) e rischi squalifiche (Bonucci) il reparto è in emergenza.
«Il mio l’ho già fatto (risata) . Poi la squadra è già competitiva così: quando vinci aumentano convinzioni e forza. Al gruppo dello scorso anno si sono aggiunti bravi giocatori. In Italia la Juventus riparte da grande favorita, le altre al momento mi sembrano un passo indietro».

Conte però non sarà in panchina per 3 mesi dopo il patteggiamento per scommessopoli.
«Nelle questioni legali non entro, ma in campo sono certo che la squadra non ne risentirà. Non avere Conte in panchina è una perdita, ma il gruppo è collaudato e composto da grandi personalità. Campioni come Buffon e Pirlo sanno quello che devono fare e trascineranno anche i compagni».

Juventus favorita per lo scudetto: e in Europa come la vede?
«No, lì è tutta un’altra musica rispetto al campionato: ti confronti con top club. In Europa non basta l’agonismo per vincere. Squadroni come Real Madrid e Barcellona ma anche Bayern Monaco e Chelsea rimangano un gradino sopra. Della Juve ma
anche delle altre».

Il primo rinforzo difensivo in ottica Champions Marotta lo ha pescato dall’Inter: Lucio è arrivato a parametro zero, dopo aver rescisso il contratto. I tifosi bianconeri sperano in un Cannavaro-bis.
«Chi tra Juve e Inter ha fatto l’affare lo capiremo a fine stagione. Lucio alla Juve porta esperienza e abitudine a vincere, però il suo caso è diverso dal mio».

Cioè?
«Lucio dall’Inter se ne è andato rescindendo il contratto, io in uno scambio con Carini. A 31 anni e dopo l’ultimo infortunio i nerazzurri pensavano non potessi più fare la differenza a certi livelli, invece… Fu l’Inter a cedermi, non io a spingere per andarmene
come pensava qualcuno all’epoca. Ci sta ogni tanto di sbagliare qualche valutazione: quella volta è andata così».

Dopo Lucio, alla Juventus potrebbe arrivare Salvatore Bocchetti. Gioca nel Rubin Kazan, ma è napoletano come lei.
«L’ho conosciuto in Nazionale, è un bravissimo difensore, molto concreto. Chi lo compra fa un affare».

Il conto alla rovescia è partito: meno 10 alla Supercoppa di Pechino tra Juventus e Napoli.
«A mio fratello Paolo ho detto di prepararsi al gran caldo. Lo sento molto carico e mi ha detto che tutti in squadra lo sono. Mi aspetto una bella supercoppa in Cina».

A  proposito di Cina: che notizie ha di Marcello Lippi?
«Ci sentiamo spesso. Mi ha detto che sta vivendo una bellissima esperienza. La lingua è parecchio complicata, però la squadra va bene: quindi significa che si fa capire. Raggiungerlo? Vediamo in futuro, lavorare all’estero comunque mi piace. È un arricchimento continuo».

Cavani è un pallino di Conte: servirebbe più alla Juventus o mancherebbe maggiormente al Napoli in caso di addio?
«Non penso che Cavani andrà via, almeno per adesso. Il Napoli non mi sembra intenzionato a venderlo. Però…».

Però…
«Poi si sa come funziona il calcio, di fronte a un offerta folle tutto può cambiare. Ecco, se la Juve avanzasse una proposta folle a quel punto sarebbe normale prenderla in considerazione».

In questi giorni è a Napoli: si è fatto contagiare anche lei dall’Insigne-mania?
«E un ragazzo di qualità, già a Pescara aveva mostrato grandi numeri. Napoli è una città che vive di calcio, ma con Lorenzo come con tutti i giovani bisogna andare con calma».

Spieghi pure…
«Quello che conta è il rendimento a lunga distanza. Tre partite buone non bastano, per essere grandi bisogna disputare 15 anni con 17/18 gol a stagione come hanno fatto Del Piero e Inzaghi».

Già, Del Piero e Inzaghi: che effetto le fanno Juve e Milan senza di loro?
«Son sincero, fa strano pure a me. Ma questo è il calcio: prima o poi tocca a tutti. Della mia generazione sono rimasti in pochi e forse la gente comincia a sentire la nostra mancanza. Qualcosa di buono è stato fatto: abbiamo vinto trofei, siamo stati decisivi per una quindicina di anni e ci siamo rivelati dei buoni personaggi sia in campo sia fuori».

Chi non molla mai è Totti, rigenerato da Zeman.
«Francesco sta bene, e dopo qualche problema è pronto per tornare alla grande. Con Zeman ha un gran feeling e con la sua qualità se è in forma non lo ferma nessuno».

I tormentoni estivi in Italia per ora sono stati Verratti e Destro: avvantaggiati dalla crisi?
«No, dalle loro qualità. Il difficile per entrambi arriva ora: con quello che sono stati pagati non verranno più visti come giovani, la gente si aspetterà molto. E subito».

Lei ha deciso cosa farà da grande; quando la vediamo di nuovo nell’Italia?
«Sto terminando il percorso di studio da allenatore e da dirigente. Il mio sogno, e penso sia così per molti, resta quello di guidare l’Italia».

In futuro come vedrebbe l’accoppiata azzurra Buffon dirigente e lei ct?
«Benissimo. Ma con Gigi mi vedrei bene ovunque».

Fonte: Tuttosport

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