Inter, Mazzarri ha le idee chiare: “Questo è l’anno zero”

Così come è già accaduto in passato con RegginaSampdoria e Napoli anche all’Inter sta trovando i giusti consensi da parte dei propri tifosi.

Fonte: inter.it
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Walter Mazzarri, dopo pochi mesi, ha già conquistato il mondo nerazzurro ed in un’intervista esclusiva per Tuttosport ha toccato diversi spunti: “Credo si sia fatto molto, forse oltre ogni migliore aspettativaNon siamo alla perfezione, ma a un buon punto. L’Inter è un grande club che, vivendolo dall’interno, dà la sensazione di una grande famiglia. E questo è molto bello”. Sull’ormai prossimo passaggio di proprietà a favore di Thohir ha dichiarato: “Finché la cosa non è ufficiale, preferisco non fare commenti. Però, per quello che mi compete, credo che questa sia una squadra vera, con un gruppo di giocatori che sta tentando di darmi tutto, convinti di quello che gli sto proponendo. Comunque io ho reso impermeabile la squadra da certi argomenti, che sono delicati, perché è giusto che qui alla Pinetina ciascuno pensi a fare solo il suo dovere”. Nonostante l’ottimo avvio di stagione gli obiettivi non cambieranno: “Visto quanto accaduto l’anno scorso, con la società abbiamo sempre parlato di “puntare a tornare a essere competitivi”. Io ho aggiunto “nel più breve tempo possibile” perché so che nel calcio italiano non c’è pazienza. È un anno di ripartenza, quasi un anno zero. Io voglio vedere un’anima, una squadra che giochi, che abbia un filo logico, che i ragazzi lottino e questo, piano piano, si sta già vedendo. Inoltre stiamo pensando a ringiovanire e, di conseguenza, i frutti si potranno vedere fra 2-3 anni. Per questo dico che ci vuole anche pazienza”. Ciò che dà maggiormente fastidio al mister dell’Inter è l’esterofilia tipica del nostro calcio: Noi italiani siamo provinciali. Si dice spesso: nessuno è profeta in patria. Ed è vero. Magari arriva uno da fuori e ha quel fascino esotico che l’italiano che viene dalla gavetta non ha. Quando invece quest’ultimo, ha raccolto risultato, facendo dei fatti. Mazzarinho, ma anche Kloppinho. C’è una tipica esterofilia provinciale nel nostro paese. Sembra quasi che ci sia del fastidio a far emergere chi è nato in Italia. La parola invidia non fa parte del mio essere. Gli invidiosi sono quelli che non sono realizzati e io sono realizzato, non ho mai invidiato nessuno. Ho reagito a provocazioni gratuite ingiuste, questo ci tengo a dirlo. È normale, essendo un tecnico che lavora e fa i fatti sul campo, che vorrei avere il tempo necessario”. Lavoro sul campo che andrebbe meglio con un Marek Hamsik a disposizione: “È il campione ideale sotto ogni punto di vista: tecnico, tattico, professionale, nei comportamenti, nel modo di proporsi con i compagni. Per creare qualcosa di importante. Ciò che fa un allenatore, andrebbe valutato in base alle forze che ha a disposizione. Purtroppo c’è superficialità e si fa fatica a vedere quello che produce un allenatore per un’azienda, sia in termini di risultati, sia al livello economico”. Il discorso, poi, si sposta sulla Juventus: “Parliamo di una grande società che ha fatto cose investimenti importanti e un lavoro su giocatori e tecnico di un certo tipo. Con questi presupposti può durare nel tempo, il che non significa vincere ogni anno, ma il club ha creato delle basi per essere sempre al vertice. Comunque anche questa Juventus ha avuto un anno zero e ha impiegato un paio di stagioni per ripartire. Tévez? Se non è un campione lui…è uno dei giocatori migliori d’Europa è abituato alle pressioni oltre ad aver giocato in grandi club. Poi il calcio non è una scienza esatta, ma se uno come Tévez arriva in una squadra già ben organizzata, non può che inserirsi bene”. Si passa, quindi, a Mario Balotelli e Francesco Totti: “Certo che allenerei uno come Mario. Un allenatore ha il dovere di gestire al meglio ogni giocatore, l’ho sempre fatto e lo farei anche con lui. Non mi permetto di dare consigli al ct, ma Totti l’abbiamo visto domenica: fa sempre la differenza e in questi ultimi due anni corre come non mai. Del suo talento sanno tutti, quindi la conseguenza logica di quanto detto qual è?”. Mazzarri si divide tra presente e futuro: “Chi lavora con me, sa che è facile intervenire per migliorare la rosa perché c’è un progetto tattico definitivo, un’organizzazione precisa e questo aiuta la società. Vediamo come va all’Inter, potrei starci tutta la vita e chiudere la carriera qui. Per come ragiono ora, quando e se finirà il contratto con l’Inter, preferirei allenare un club rispetto a una Nazionale e mi piacerebbe fare un’esperienza all’estero. Zanetti? È talmente eclettico che può fare tutto. Se non cambiamo modulo, anche se potrebbe succedere, lui può fare l’esterno a destra e sinistra, la mezzala a destra o sinistra e, se fossi in emergenza, potrebbe anche fare il terzo in difesa”. Le ultime parole sono per Diego Milito, che si è fermato nuovamente ai box per uno stiramento al retto femorale sinistro: “È un peccato, perché questa settimana stavo pensando di accelerare il suo inserimento perché Diego ci permetterebbe di fare il salto di qualità. Milito è uno di quei giocatori che quando sta bene, sposta gli equilibri. È uno dei pochi top player nel mondo”.

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Alessandro Davani

Amo cucinare, ascoltare musica ed il calcio. Seguo anche il Motomondiale, la F1 ed i Lakers (e l'NBA in generale).

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