La differenza tra la Juventus e… tutte le altre

MILANO – La scorsa stagione partì da outsider, col Milan accreditato di poter e dover far man bassa di “tituli”. Ed invece, in volata, la Juventus sorprese chi ancora non credeva nelle sue potenzialità accaparrandosi lo scudetto, il numero 30 per gli organizzatori, 28 per la questura.  Ma non solo nello spessore dell’organico, non solo nella capacità di Conte di  metterla bene in campo, di infonderle carisma , agli ingredienti di dominio pubblico la ricetta dei successi juventini ne aggiunge un altro, segreto, segreto finora.

E’ il numero di giocatori persi per infortunio, la cartina al tornasole del lavoro svolto dall’equipe medica e, soprattutto, dal preparatore atletico. I numeri sono eloquenti. I giocatori della Juventus, tra le formazioni della scorsa serie A (dal novero sono escluse le retrocesse), sono quelli che hanno patito complessivamente solo 51 giorni d’assenza: un’inezia se confrontata allo sproposito milanista di 320, insomma quasi un anno, e non meno di due giocatori indisponibili contemporaneamente in media stabile.

I rossoneri, ormai prigionieri del declino di Milan Lab. (che emerge palese da questa statistica), staccano ampiamente la seconda in graduatoria, la Lazio (215), ed ancor più l’Inter (193). Sarà poi un caso che la formazione più vicina ai numeri juventini, ovvero il Napoli (71), sia stata anche quella, l’unica, in grado di strappar via un “titulo” al predominio bianconero? Probabilmente a Milanello pensano di sì, mentre continuano ad indagare di che materiale possano mai esser fatte le fibre muscolari di Pato.