Lazio: quanta fatica!

O vincete…o vincete”. Questo l’invito della curva nord ai propri beniamini prima dell’inizio della partita di questo pomeriggio che vedeva la Lazio opposta al Cagliari. Ed in effetti, la Lazio, reduce da due sconfitte consecutive con Bologna e Catania, che avevano consentito alle dirette inseguitrici di portarsi a ridosso della squadra capitolina, non aveva altre opzioni se voleva mantenere il terzo posto in classifica ed alla luce dei risultati di ieri di Roma ed Udinese, guadagnare un po’ di margine.  Ci ha pensato un colpo di testa di Diakité a tre minuti dal novantesimo a regalare i tre punti alla squadra di Reja, oggi assente in panchina causa squalifica e sostituito dal vice Lopez, al termine di una partita oggettivamente brutta. Il Cagliari, ben schierato da Ficcadenti, è sceso sul terreno dell’Olimpico con un atteggiamento attendista e pronto a sfruttare le ripartenze che potevano essere concesse dalla compagine biancoceleste. La Lazio, schierata da Reja con il centrocampo a tre e due trequartisti, faticava invece a fare gioco. Una mediana che sacrificava la qualità in nome della quantità, con Brocchi e Gonzalez ad agire accanto a Ledesma, non riusciva a fluidificare e velocizzare la manovra sebbene, allo stesso tempo, non esponesse la retroguardia a rischi di sorta. La linea di tre quarti, che nelle idee del mister goriziano doveva illuminare la Lazio, non riusciva a fare la differenza. Hernanes un fantasma. Mauri, leggermente più proattivo, ma mai in grado di incidere. Il risultato era un primo tempo senza occasioni degne di nota ne da una parte ne dall’altra, con Rocchi abbandonato a se stesso contro la difesa del Cagliari che amministrava i lanci lunghi diretti all’attaccante veneziano senza particolari affanni. Nella ripresa, la Lazio si ripresenta in campo con Kozak al fianco di Rocchi con Mauri a farne le spese. Ma il copione non cambia. Gli attacchi biancocelesti sono un po’ più insistenti ma comunque sterili, con Hernanes che vaga per il campo e viene ormai spesso ignorato dai compagni. Occorre aspettare circa il decimo del secondo tempo per vedere il primo tiro della giornata ad opera di Rocchi che con una mezza girata impegna Agazzi. La partita non decolla, la Lazio non sembra in grado di cambiare passo ed intanto il tabellone luminoso dell’Olimpico segnala che il Napoli è in vantaggio e ha scavalcato la Lazio rilegandola momentaneamente al quarto posto in classifica. Dalla panchina, allora, si prova a suonare la carica. Dentro Alfaro al posto di Rocchi. La scelta sembra opinabile dal momento che l’attaccante veneziano era stato, fino a quel momento, uno degli uomini più pericolosi  dei biancocelesti. Ma evidentemente il tecnico non si fida a rischiare le tre punte e spera in una magia a sorpresa di Hernanes. Ma la situazione non si sblocca. Il Cagliari sembra giocare per il pareggio nonostante Ficcadenti schieri tre punte. Alfaro da un po’ di vivacità alla manovra biancoceleste ed alla mezz’ora circa della ripresa ha sul sinistro la palla per sbloccare il risultato. Ma la deposita tra le braccia di Agazzi al termine di un’azione confusa al centro dell’area di rigore. E’ evidente che solo un calcio piazzato può aiutare la Lazio. E ciò avviene all’ottantasettesimo minuto quando Diakité colpisce di testa dagli sviluppi di un corner, indirizzando la palla alla sinistra dell’incolpevole Agazzi. L’Olimpico esplode ed il Napoli viene ricacciato dietro, sebbene momentaneamente ad un solo punto di distanza. Ma qui arriva il calcio in tutta la sua bellezza. Proprio mentre tutto lo stadio esultava per il gol del vantaggio biancoceleste, dal tabellone arrivava la notizia del pareggio del Catania al San Paolo, portando con se un po’ di nostalgia ripensando a quanto era bello quando le gare si giocavano tutte in contemporanea. L’Olimpico esplode nuovamente. Si ricomincia a giocare. La partita non è finita. Mancano tre minuti più il recupero, che sarà di quattro. La Lazio li passerà rintanata nella propria metà campo cercando di sventare gli assalti degli isolani. Ci pensa Marchetti a compiere un vero miracolo allo scadere ed a conservare intatto l’uno a zero guadagnato dalla Lazio. Giusto il tempo di un palo di Candreva, subentrato ad Hernanes prima del gol biancoceleste, che arriva il fischio finale. La Lazio è terza e grazie ai risultati delle dirette inseguitrici allunga a più tre su Napoli (inchiodato sul pari dal Catania) ed Udinese, rimandando nuovamente la Roma a meno sette. Al termine di una delle partite più brutte giocate in questa stagione, la Lazio raccoglie questo pomeriggio più di quanto ha seminato. Ma quanta fatica.

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