Milan, le stranezze di bilancio e l’impossibilità di operare sul mercato

Nonostante le parole di Adriano Galliani (“Il bilancio del Milan sta benissimo, è infinitamente migliore di quello delle grandi squadre italiane, è in utile”), le cessioni estive di Ibrahimovic, Thiago Silva e quella invernale di Pato, le partenze dei senatori e dunque un notevole abbassamento del monte ingaggi, colpisce come il Milan sia impossibilitato a fare mercato in questa sessione (insieme ad altre 11 società tra cui Inter, Roma e Juventus).

Fonte: SoloTitano
Fonte: SoloTitano

Effettivamente sembra difficile dar torto alle parole dell’Amministratore Delegato rossonero, in quanto il Milan è la società con il fatturato maggiore in Italia (256,9 milioni di euro per la stagione scorsa, con un aumento di 22 milioni rispetto alla stagione precedente). Esiste inoltre un precedente a mettere ulteriori dubbi sul fatto che il Milan non possa operare in questa sessione di mercato senza ricapitalizzazione: secondo la Covisoc, infatti, solo otto società su venti di serie A sono in prima fascia e possono operare liberamente a gennaio al calciomercato di riparazione. Tra queste, non figura il Milan. Nel rispetto di questo inderogabile dettato, significa che il Milan può solo cedere giocatori ma non acquistarne, il tutto a causa dell’eccessivo indebitamento. Praticamente, non è stata rispettata la regola federale che prevede il rapporto ricavi/indebitamento che deve essere 3 a 1: tre milioni di ricavi per un milione di debiti. Solo 8 club di serie A hanno rispettato i parametri e potranno operare sul mercato. Gli altri 12, tra cui Milan, Juventus, Inter e Roma, dovranno prima risolvere i problemi legati all’ eccesso di indebitamento. La soluzione del problema varia da società a società. C’è chi può contare su patron alquanto generosi e disponibili, in grado di ripianare con donazioni personali il “buco” di bilancio. Ma per gli altri c’è solo una strada: cedere prima di acquistare. Il parametro entro il quale si dovrà stare è quello del 3 contro 1.Il Milan però, sarebbe già uscito una volta fuori da questi parametri (da qui il pensiero di alcuni esperti secondo il quale l’indagine Covisoc sarebbe solo una scusante per la dirigenza rossonera): nel 2006/2007, infatti, il fatturato dell’A.C. Milan S.p.A. (bilancio di esercizio 2006, approvato nel mese di aprile 2007) ammontava a 293,1 milioni di euro, il fatturato consolidato era pari a 305,1 milioni di euro. Il risultato d’esercizio ammontava a 2,5 milioni di euro di utile mentre il risultato consolidato è risultato pari a 11,8 milioni di euro di utile. Nella finestra di calciomercato invernale targata gennaio 2007 il Milan ha acquistato: Grimi, Oddo, Ronaldo e Storari, per un totale di 18,6 mln di euro, senza nessuna entrata dalle cessioni, andando quindi contro quelli che sarebbero i parametri Covisoc.
Ricapitolando, prendendo come esempi due obiettivi di mercato come possono essere Kakà e Balotelli per i rossoneri, per poterli acquistare il Milan deve prima incassare il triplo della somma da versare: se ad esempio il City vendesse Balotelli a 25 milioni, il Milan dovrebbe incassarne 75 per poter concludere l’acquisto; se invece il City lo vendesse tipo a 5 rate da 5 milioni l’anno il Milan dovrebbe incassarne 15 milioni e così via.
Ma non finisce qui: infatti tra le società che si trovano nella stessa situazione dei rossoneri ce ne sono di altre illustri, come l’Inter (da qui la cessione di Sneijder e quella prossima di Coutinho), la Roma, ed i Campioni d’Italia della Juventus (da qui l’impossibilità di far arrivare Llorente già a Gennaio e la ricerca di parametri zero o prestiti come i casi Drogba e Anelka per i quali i bianconeri stanno cercando una soluzione).

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