Moggi non si smentisce mai: “Zeman faccia di bronzo, pensi ai favori ricevuti. Stramaccioni vive nel mondo di Oz…”

Come sempre, Luciano Moggi, non le manda mai a dire.

Fonte: Stefano Discreti
Fonte: Stefano Discreti

Nel consueto appuntamento con il suo editoriale su Libero, l’ex d.g. bianconero ha voluto dire la sua, a suo modo, sul presidente di Lega, Beretta, sul tecnico della Roma, Zeman e quello dell’Inter, Stramaccioni. 

Tre personaggi in cerca d’autoreDa Zeman a Stramaccioni fino ad arrivare a Beretta, il presidente della Lega di A, che in Lega si vede poco, che s’incarta nelle decisioni, che mutua da Abete le soluzioni di comodo. Citiamo, come esempio, la recente polemica tra Juve e Cagliari su chi avesse ragione tra le due, se giocare cioè a Parma oppure in Sardegna. Sentite la risposta: ‘Ma tutte e due!‘”.

VS BERETTA – “Un perfetto tentativo di non scontentare nessuno che assomiglia ai giochi a nascondino di Abete. Come si dice: a stare con lo zoppo si impara a zoppicare. La situazione è invece chiara, c’è una società che non è riuscita a dotarsi finora – e sono passate diciotto giornate – di uno stadio sicuro, e non è neppure un delitto chiedersi perché sia stata tenuta in serie A“.

VS ZEMAN – “Nel giorno in cui proprio non c’era bisogno di richiamare le sue ossessioni, i giornalisti ci provano sempre e Zeman ci casca ancora, il boemo non sa resistere, non riesce a staccarsene, debbono essere sempre convulsi e agitati i suoi sonni, ma bontà sua (?) il raggio di lamentele è stavolta più ampio, non c’entra solo la Juve, stavolta non citata, ma il più esteso ‘vento del nord’, un vantaggio qui, un vantaggio lì, sempre per gli altri, mai a pensare che i punti che gli mancano, a suo dire s’intende, siano colpa sua e della squadra (magari della difesa che ha subito 29 goal), eppure decisioni a favore le ha avute pure lui, la più recente contro il Toro, ma sul punto ha già indossato la faccia di bronzo, era un fatto dovuto, dice, a compensazione di torti precedenti e, udite udite neanche sufficiente“. La Roma ha vinto bene, anzi benissimo – ha aggiunto Moggima il Milan ha giocato a farsi male da solo. La barca fa acqua nelle paratie stagne (i centrali Yepes e Mexes), il centrocampo non è armonico, troppi cursori, nessuno a dettare i tempi di gioco e pensare che un tempo c’era un centrocampo che annoverava i nomi di Gattuso, Pirlo e Seedorf che da soli facevano qualità e quantità, oltre ad un reparto difensivo impenetrabile anche perché ben protetto dai giocatori di mezzo campo. Adesso invece tanti, troppi goal su palle inattive, ora anche sui colpi di testa, è venuto fuori un record specifico nella specialità, la faccia di un’unica medaglia”.

Il quadro che ne esce dice che la Roma può osare, il Milan no, parliamo sempre del campionato delle seconde, quello primario della Juve è un’altra cosa. Ma Conte non vuole abbassare la guardia e fa bene, mai fidarsi dei momenti e dei tempi di grazia a campionato in corsa. La grandezza di una squadra si misura anche quando riesce a vincere in una giornata non proprio di grazia, così ha fatto la Juve contro il Cagliari, e ciò torna a merito di un gruppo e del suo tecnico che – ha ragione Lippi – vince in forza della grinta e della determinazione che ci mette, ma anche di una grande organizzazione di gioco: una super Juve insomma“.
Nel quintetto che segue c’è la Lazio ora seconda, la Fiorentina piombata addosso all’Inter, il Napoli uscito con fatica ma con buona sostanza dal momento di crisi, la Roma nell’ultima poltrona di seconda fila. Fa sensazione la viola, scivolata a 5 punti di distanza dall’Inter dopo la sconfitta con la Roma, ed ora fianco a fianco. La Fiorentina c’è e vuole giocarsi tutte intere le sue carte, così anche la Lazio, mai salita così in alto…”

VS STRAMACCIONI – “…il passo del gambero è solo dell’Inter, ma Stramaccioni vive nel mondo di Oz, gli sta bene tutto, ringrazia i suoi, è il terzo personaggio di giornata in cerca d’autore. I 9 punti di distacco dalla Juve? Non li commenta, più preoccupato Moratti, sono un po’ troppi, il patron interista causa Saras è da tempo in calo di ambizione“.

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