Napoli, Jorginho: “Grande squadra, grande tecnico e grande progetto. Mi hanno convinto da subito”

Si è subito integrato nell’ambiente Napoli.

Fonte immagine: Twitter - @sscnapoli
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Jorginho, finora l’unico vero acquisto azzurro in questo mercato invernale, al pari del portiere Andujar, ha subito stupito per la personalità e la schiettezza dimostrata nelle sue prime apparizioni, sia sul campo che fuori. Esempio calzante: le dichiarazioni rilasciate questa sera alla trasmissione “In Casa Napoli”, in onda sull’emittente Più enne, nel corso della quale il giocatore ha analizzato questo primo scorcio di stagione, sul piano personale e collettivo: Napoli è una grande squadra, una società con un grande progetto ed un grande allenatore che ha vinto tanto. Credevo fosse il posto giusto per me e per la mia carriera. Avevo voglia di far bene ed andare in una grande squadra. Sono contento che abbiano puntato su di me, mi hanno convinto da subito. Sia Roma che Juve sono grandi squadre, così come lo siamo noi. Credo che questo sia un periodo sfortunato, alla lunga i tanti punti persi pesano. Gli organici non sono poi così diversi. Spero di giocare mercoledì, sono pronto. Berardi meriterebbe il Mondiale. Un ragazzo del ’94 che fa quattro goal al Milan è da tenere in considerazione. Sono cresciuto in Italia, non ho mai giocato in Brasile in un club. E’ il calcio italiano che mi ha lanciato, per questo mi piacerebbe indossare un giorno la maglia della Nazionale italiana. Con Prandelli non ho ancora parlato, il Mondiale è un sogno. Mangia mi convocò in Under 21, anche se non potevo giocare per problemi burocratici, ma è stata comunque una bella esperienza. Per il futuro, voglio continuare a crescere e far bene, sempre con umiltà, ascoltando il mister ed i compagni. Quella alla Sambonifacese è stata un’esperienza molto importante, ho imparato tanto dal mister (Claudio Valigi, ndr) anche perché si giocava a due a centrocampo. La C2 è un campionato difficile ma, ripeto, è stata un’esperienza importantissima che mi ha fatto crescere. Dei rigori non ne abbiamo ancora parlato. Per adesso ho legato molto con i miei connazionali Uvini e Rafael. Qui sono tutti campioni, è bello giocare con loro e potergli dare una mano. Nello spogliatoio ero vicino a Dzemaili e Zapata. Per il mio ruolo i miei modelli sono Xavi e Pirlo, per come giocano la palla, per come si muovono e per la loro personalità. Questo per me è un grande sogno realizzato dopo tanti sacrifici e tante difficoltà, ma una volta arrivato qui posso dire con certezza che n’è valsa la pena. Benitez e Mandorlini sono due allenatori diversi, entrambi molto bravi. Mandorlini mi ha dato tanto, mentre lo spagnolo ha vinto tanto e si fa capire molto bene. Tatticamente Benitez ha il suo modo di giocare, mentre Mandorlini cerca di adattarsi anche agli avversari. Il mister mi ha detto di non aver paura, di essere me stesso e far prevalere la mia personalità. Per me è una grande occasione, avrò tanto da imparare in un modulo divers,o ma credo di riuscire a fare bene. Il centrocampo a due non mi spaventa, io mi ritengo un calciatore offensivo che ama giocare sempre con la palla davanti alla difesa. All’esordio mi son sentito bene, ho pensato a tutto quello che abbiamo fatto in settimana e ho cercato di dare il mio contributo alla squadra. Col mister abbiamo parlato alla ripresa degli allenamenti, ci ha detto di alzare la testa perchè un pareggio può capitare a tutti. Sono molto contento di essere arrivato qua, i tifosi mi hanno accolto benissimo. Sabato è stata una bella emozione, ma ho cercato di svuotare la mente per non farmi influenzare da quell’atmosfera stupenda, erano davvero in tanti. Col boato del pubblico sono riuscito a caricarmi”.

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