Sampdoria: ed è subito derby

Genova e il suo derby, quello della “Lanterna”, degli spalti gremiti, degli sfottò serviti prima del fischio di inizio; una partita che non è solo una partita, una settimana che non è una settimana normale.

Autore: Luca Distint Fonte: Flickr.com
Autore: Luca Distint
Fonte: Flickr.com

 

Questa volta però saranno un match e una settimana anomala perché più che di tattiche, uomo partita, possibili formazioni, si parlerà di proteste, prese di posizione, di chi deciderà di entrare e chi di stare fuori, nostalgici di un calcio che non c’è più, di un business che domina la scena al posto dello spettacolo.

Sarà così il derby della rivolta, contro un calcio innovativo che sacrifica la passione per il denaro, che ci obbliga a sostituire un piatto di ravioli al ragù con 22 maglie che corrono in un campo; giusto o sbagliato che sia, le due gradinate resteranno semi deserte e sarà comunque una sconfitta per tutti, un’opportunità gettata al vento, l’ennesima per dimostrare che talvolta la ragione vince su tutto.  La Sampdoria, che la settimana scorsa sembrava essere la squadra, tra le due, a stare meglio, ora si ritrova ad affrontare, la gara più importante dell’anno nuovamente da sfavorita. Dopo le ingiuste sconfitte in trasferta contro Napoli e Juventus e la vittoria casalinga contro l’Udinese, gli uomini di Mihajlovic, hanno sprecato l’occasione per staccare definitivamente il gruppo di coda nello scontro diretto contro il Bologna, facendosi raggiungere nel finale con un calcio di rigore messo a segno da Diamanti. Un passo indietro per i blucerchiati che sono apparsi meno concentrati, meno aggressivi e brillanti e con il fiato un po’ più corto rispetto alle ultime uscite.  Il tecnico serbo, da ottimo condottiero quale è, ha il compito di preparare una gara delicatissima; c’è da riscattare la pesante sconfitta dell’andata, con una prestazione di carattere che possa restituire a tutto l’ambiente quell’onore che, nell’occasione, era stato completamente calpestato.

“Si può perdere una partita, si può perdere anche il  derby, ma non si può e non si deve perdere mai la faccia”. Queste le parole di Mihajlovic che appena arrivato a Genova si era sentito in dovere di restituire forza e carattere ad una squadra mentalmente persa, e di far capire ai suoi giocatori l’importanza di indossare i colori blucerchiati.

“Non dobbiamo chiederci cosa la Sampdoria può fare per noi ma cosa possiamo fare noi per la Sampdoria“. Da allora le cose sono cambiate, la squadra è diventata una squadra, ragazzi che sudano e lottano per una maglia importante, che rendono  i tifosi orgogliosi di un gruppo che non si arrende mai e che butta il cuore oltre l’ostacolo; ora ci vuole quel qualcosa in più, il “cuore nelle scarpe”, come recitava uno striscione allo stadio, perché oggi quei ragazzi, guidati da un comandante degno di questo appellativo, hanno l’opportunità di fare davvero qualcosa per la Sampdoria: restituire la dignità persa quel 15 settembre.

 

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