Soccermagazine, Emanuele Celeste a Radio Crc: “Il Napoli poteva arrivare in semifinale di Champions. Il quarto tenore è De Sanctis”

Emanuele Celeste, uno dei gestori di Soccermagazine.it, è stato invitato ad intervenire nel corso del programma “Sorrisi e Palloni” dell’emittente campana Radio Crc, rispondendo ad alcune domande sul Napoli. Ecco le sue dichiarazioni:
I LIMITI DEL NAPOLI“Noi dobbiamo partire dal presupposto che il Napoli sia una delle più belle realtà calcistiche d’Europa, perché ha alle spalle una società sana con logiche prestabilite e condivisibili, il che è raro al giorno d’oggi, specie in Italia. Tuttavia al Napoli manca ancora qualche passo per salire l’ultimo gradino che lo separa dalle altre big, perchè quest’anno il raggiungimento delle semifinali di Champions League non era utopia nemmeno per una compagine giovane come il Napoli, ma a quest’ultimo è mancato qualche elemento trascinatore fondamentale, soprattutto in difesa, che appare come ormai risaputo il reparto più carente negli ultimi tempi”.
 
LA SOCIETA’ PUNTA AI GIOVANI“De Laurentiis deve essere bravo a non precludersi nulla, ovvero a trovare e far crescere i giovani, ispirandosi al Barcellona come ha sempre detto, ma contemporaneamente deve anche accaparrarsi, senza esagerare, comunque, quei giocatori già formati che possano rivelarsi utili per vincere anche nell’immediato, perché in Italia non c’è proprio il tempo per costruire i Bojan e i Thiago Alcantara, per dire. L’ultima campagna acquisti estiva alla fine non è servita a molto in tal senso, perchè se ci pensiamo sono stati spesi più di 30 Milioni per Inler, Britos e Dzemaili, tre calciatori dei quali nessuno aveva esperienza in Europa, ed il solo Inler si è aggiunto alla formazione titolare di Mazzarri, deludendo poi seriamente le aspettative, ed al termine di una trattativa nella quale il rapporto qualità-prezzo appariva sin dall’inizio cattivo. Qualcuno potrebbe anche obiettare affermando che proprio Inler costituisca un esempio di rinforzo già pronto, però per un impegno importante come la Champions non è sufficiente un singolo innesto di questo tipo affiancato da tanti giovani abituati, tra l’altro, ad un tipo di calcio diverso come quello sudamericano. Sembra quasi che il Napoli pensi ai problemi solo quando si manifestano all’ennesima potenza, come sta succedendo proprio in questa stagione per la difesa, il che blocca la sublimazione del progetto”.
 
JUVENTUS-NAPOLI“Entrambe ci arriveranno col fiato sul collo. Questa sfida è caratterizzata dal fatto che Mazzarri e Conte abbiano entrambi il pregio di essere grandi motivatori: Mazzarri per una filosofia propria, che lo porta a lavorare come sappiamo anche mentalmente sui giocatori, Conte perché incarna la juventinità, ed anche se giovane, anche se ex compagno di alcuni giocatori attuali, viene visto come un pezzo della società, un simbolo della storia della Juve. La partita sarà interessante perché Napoli e Juventus sono le due squadre più indicate per giocarsi uno scontro diretto, proprio perché entrambe se la giocano fino alla fine in quanto vogliono vincerle tutte. Magari al contrario del Milan, che detiene una rosa costruita più per le diverse competizioni, sembra quasi che azzurri e bianconeri abbiano una squadra votata a vincere la singola partita, una formazione che già nell’undici titolare si professa come valida e vincente.”
 
IL PROBLEMA DELLA DIFESA“Io credo che la difesa sia scarica perché i giocatori non sono abituati a stagioni così piene ed intense: se all’inesperienza in tal senso ci aggiungiamo la mancanza di continuità, prima o poi il rendimento cala automaticamente, perché non si possiedono energie fisiche e mentali sufficienti per tutto l’anno. E’ un po’ come a scuola: a Settembre lo studente medio è più propenso ad andare volontario alle interrogazioni, poi andando avanti riscontra difficoltà. Per fare bene con i difensori attuali, è necessario alternarli per preservarli; alla fine come vi ho dissi nche qualche settimana fa, giocano sempre gli stessi tre, e da oltre due anni. Le marcature diventano un problema nel momento in cui l’insicurezza implica lo smarrimento ed invece che badare all’uomo i difensori guardano la palla; considerando questo, e non avendo grandi saltatori e colpitori di testa, non è difficile che anche le semplici palle inattive creino noie. Su De Sanctis, comunque, non credo possa porsi una questione, perchè è sempre stato valido persino negli uno contro uno salvandoci più volte. Personalmente io vedo in lui il quarto tenore. Possiamo riconoscere al massimo una mezza incertezza nel primo goal subito contro l’Udinese, nell’ambito del quale comunque la difesa aveva ancora colpe essendosi concentrata quasi esclusivamente su Di Natale”.

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